Nelle ultime settimane di isolamento domestico, a dispetto del mio timore di soffrire un “blocco del fotografo”, inaspettatamente ho trovato alcune idee, da cui sono nati 3 lavori fotografici che hanno anche trovato spazio sui giornali:
“In Time of Peril”, un diario intimo incentrato su mio figlio, è uscito su The Washington Post, Il Fotografo e P3 Magazine.
“Riders at the Time of Coronavirus”, un reportage che mi ha permesso di fotografare e intervistare 40 rider sul cancello di casa mia, è uscito su The Guardian, The Guardian weekend, Il Sole 24 Ore, Riders Magazine e Glamour Ungheria.
“Yard Time”, un lavoro leggero e ironico su come abbiamo riscoperto i nostri spazi domestici in questo isolamento forzato, è uscito su Marie Claire Korea, The Cut - New York Magazine e Joia Magazine.
“Forbidden Places”, una documentazione dei teatri italiani durante il lockdown, è uscito su La Repubblica e Il Venerdì di Repubblica.
Nei miei corsi e negli incontri dove parlo di fotografia, spesso ripeto l’importanza del mettersi alla prova, affrontando limiti e superando paletti. Questo esame a sorpresa, dovuto al Coronavirus, mi ha spinto ad osservarmi attorno con una attenzione che in passato mi è mancata.