Personal

The Ghost Hunt of York by Filippo Venturi

York è rinomata per essere la città più infestata d'Europa e le sue affascinanti stradine medievali non fanno che amplificare questa atmosfera. Passeggiando tra questi antichi vicoli, ci si può imbattere in negozi unici, come The York Ghost Merchants, che catturano perfettamente l'essenza spettrale della città.

Qui si trova anche The Shambles (l'antica strada dei macellai), con i suoi edifici a graticcio che si sporgono sopra la testa dei passanti. Questa strada, che ha ispirato la famosa Diagon Alley di Harry Potter, è tanto incantevole quanto affollata. Ma se si ha la pazienza di attendere le 21, quando si svuota, sarà possibile godersela in solitudine, avvolti nel silenzio della notte.

Tra le esperienze che desideravo vivere c'era quella di seguire una delle note visite guidate, a tema fantasmi, che si svolgono dal tramonto in poi. Ho scelto "The Ghost Hunt of York", e all'ora stabilita mi sono ritrovato con una quarantina di altri partecipanti nei pressi del punto di ritrovo.

Qui, un uomo alto e magro, vestito di nero dalla testa ai piedi, cilindro compreso, è apparso con passo deciso e sguardo penetrante. Senza dire una parola, solo con un cenno, ci ha invitati a seguirlo e così è iniziata una narrazione suggestiva e, a tratti, esilarante di storie e leggende della città.

L'alternanza tra teatrali invocazioni ai fantasmi, effetti artigianali un po' kitsch, gag comiche e scenette ironiche con volontari presi dal pubblico ha fatto volare i novanta minuti della visita. Alla fine, ho avuto il tempo per un ritratto posato del misterioso uomo in nero, prima che svanisse nei vicoli bui da cui era emerso.


York is renowned for being the most haunted city in Europe and its charming medieval streets only amplify this atmosphere. Strolling through these ancient alleys, one can come across unique shops, such as The York Ghost Merchants, that perfectly capture the spooky essence of the city.

Here you will also find The Shambles (the old butchers' street), with its half-timbered buildings jutting above the heads of passers-by. This street, which inspired Harry Potter's famous Diagon Alley, is as charming as it is crowded. But if you have the patience to wait until 9pm, when it empties out, you can enjoy it in solitude, enveloped in the silence of the night.

Among the experiences I wanted to have was to follow one of the well-known ghost-themed guided tours that take place from dusk onwards. I chose 'The Ghost Hunt of York', and at the appointed time I found myself with about forty other participants near the meeting point.

Here, a tall, thin man, dressed in black from head to toe, including top hat, appeared with a determined step and a piercing gaze. Without saying a word, just nodding, he invited us to follow him and thus began an evocative and, at times, hilarious narration of stories and legends of the city.

The alternation of theatrical invocations to ghosts, slightly kitschy handicraft effects, comic gags and humorous skits with volunteers from the audience made the ninety-minute visit fly by. At the end, I had time for a posed portrait of the mysterious man in black, before he vanished into the dark alleys from which he had emerged.

I denti di Ulisse by Filippo Venturi

I was afraid to show him this plate of his teeth but I tried to explain it to him. After a few seconds, he had put it like this! I asked him to stay there a moment longer, to take a picture.

Ero timoroso nel mostrargli questa sua lastra ma ho provato a spiegargliela. Dopo pochi secondi, s'era messo così! Gli ho chiesto di restarci ancora un attimo, per fare una foto.

Nella rete by Filippo Venturi

Guidavo per le campagne coreane quando ho notato un pescatore intento a catturare pesci con una rete. Ho parcheggiato l'auto, siamo scesi e gli siamo andati incontro. Non parlavamo la stessa lingua ma vedendo la mia fotocamera ha capito che ero intenzionato a ritrarlo proprio lì, in mezzo al fiume. Cosa che mi ha concesso. Subito dopo, come colpito da una illuminazione, col movimento delle mani ci ha invitati in casa sua dove ci ha presentati una donna e un altro uomo. Nessuno capiva nessuno, ma si sono fatti ritrarre dentro e fuori casa mentre, intanto, allestivano una tavola per offrirci la cena.

Questo incontro mi ha vagamente ricordato il racconto Viewfinder, di uno dei miei scrittori preferiti. Rivedendo le fotografie, c'è qualcosa di più, un sapore cinematografico che permea i loro volti. In particolare, il ritratto davanti alla casa mi fa pensare a una locandina di un film, i cui personaggi sembrano adorabili.

Minolta XG1 by Filippo Venturi

Non ho mai visto mio padre usarla per scattare una fotografia (almeno da quando ho memoria), quindi il mio legame con la sua Minolta XG1 è sempre stato piuttosto freddo. Tolto il matrimonio dei miei genitori e il mio primo compleanno, la quasi totalità delle fotografie del mio passato, che possiedo, le ho scattate io da piccolo con una fotocamera che chiesi in regalo e con cui a volte mi facevo fotografare.

Quindi, quando è arrivato il momento in cui ho dovuto riordinare le cose accumulate da mio padre in una vita, ho inventariato e conservato la sua fotocamera senza tante cerimonie. Il dettaglio più dolce che ho scoperto in quei giorni è che nel suo negozio di modellismo conservava un minuscolo album consumato dove c'erano 6 fotografie che mi aveva fatto negli anni e in cui posavo con un cane. Una foto per ciascun cane che abbiamo avuto.

Qualche giorno fa ho ripescato la sua borsa fotografica dall'armadio e le ho concesso una seconda opportunità. Il non indifferente corredo di lenti lascia pensare a due ipotesi: forse ha comprato l'attrezzatura in blocco, magari in un gesto improvviso a cui non è seguito poi un interesse e un utilizzo concreto oppure, negli anni, ha selezionato le diverse lenti lasciando immaginare una certa volontà e passione.

Solo a questo punto ho fatto quello che molti avrebbero fatto anni prima. Ho controllato la presenza di rullini usati. Due rullini erano ancora chiusi nella propria confezione di cartoncino giallo. Un rullino da 24 era conservato nel tipico cilindretto nero di plastica. Impossibile stabilire se fosse stato usato o meno. Infine, ho notato che il contatore della Minolta era sul numero 16 e ho quindi riavvolto il rullino contenuto al suo interno.

Ho da poco portato gli ultimi due rullini a far sviluppare e ora ho dalle 0 alle 40 fotografie, di un passato lontano almeno 30 anni, da scoprire. Non resta che attendere per vedere.