Forli

Mostra fotografica Linea con/temporanea R0 by Filippo Venturi

Linea con/temporanea R0

Un itinerario fotografico in sette fermate per scoprire luoghi e persone del quartiere intorno ad EXATR.
La mostra, esposta per le vie della città, è sempre visitabile dal 7 al 20 novembre

Tappe della mostra urbana:
- Punto di partenza: EXATR (Via Ugo Bassi 16, Forlì)
- Via Valzania
- Via Regnoli (P.le Indipendenza)
- Viale Matteotti
- Via Manzoni (angolo V.le Stazione)
- Portici (ingresso Stazione)

Sabato 12 novembre 2022, ore 11.00
Passeggiata con gli autori
Partenza da EXATR (Via Ugo Bassi 16, Forlì)
Link all’evento su Eventbrite.it

Il progetto è il risultato del Workshop di Esplorazione Urbana a cura di Filippo Venturi.

Hanno partecipato e fotografato il quartiere:
Alice Verzella, Arianna Guerrini, Aris Tsopanellis, Federica Nannini, Gianna Colombari, Giulia Da Fermo, Ilaria Cottu, Marco Piffari, Matteo Crociani, Michela Guardigli, Silvia Strocchi, Valeria Errani.

Progetto parte di Linee di Rigenerazione, un percorso di esplorazione, osservazione, pratiche e interventi diffusi che connette EXATR ai quartieri vicini, abilitando le relazioni tra luoghi e comunità.

A cura di Spazi Indecisi
In collaborazione con EXATR
Con il sostegno di Comune di Forlì, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Romagna Acque | Società delle Fonti, Mondoffice srl

Mostra "Abbecedario Fotografico" a Forlì by Filippo Venturi

"Abbecedario Fotografico", una collettiva di alcuni tra gli autori più rappresentativi della fotografia italiana contemporanea, possibile grazie al finanziamento della Fondazione Cassa Dei Risparmi di Forlì, inaugurerà giovedì 8 settembre 2022 alle ore 18 e sarà visitabile fino al 6 gennaio 2023.

La mostra è allestita negli spazi di "Arte al Monte", in Corso Garibaldi 37 a Forlì, sede della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, e sarà composta da 26 fotografie, ognuna in relazione a una parola di pertinenza fotografica. L'intento di "Abbecedario Fotografico" è principalmente divulgativo: mira ad avvicinare ad uno specifico fotografico anche i non addetti ai lavori, a cominciare dai bambini e i ragazzi.

I lavori in mostra sono di: Nicola Baldazzi, Emanuele Brutti, Luca Capuano, Piergiorgio Casotti, Valeria Cherchi, Alessandra Dragoni, Giuseppe De Mattia, Matteo Di Giovanni, Karim El Maktafi, Cesare Fabbri, Marcello Galvani, Luca Gambi, Stefano Graziani, Guido Guidi, Alessandro Imbriaco, Luca Massaro, Nino Migliori, Elena Negri, Chiara Pavolucci, Piero Percoco, Massimiliano Tommaso Rezza, Andrea Simonato, Massimo Sordi, Massimiliano Tappari, Filippo Venturi e Alba Zari.

La mostra sarà aperta previo appuntamento e in occasione di eventi e visite guidate proposte regolarmente. In particolare, si invitano insegnanti ed educatori, se interessati, a prendere contatto per organizzare incontri ad hoc. Per informazioni e prenotazioni: elenadolcini@gmail.com o eventi@fondazionecariforli.it

11 Storie dalla Pandemia by Filippo Venturi

Nel corso del 2020 la Pandemia di Covid-19 ha stravolto le nostre vite, le nostre abitudini e la nostra percezione della realtà. Attraverso 11 storie ho cercato di documentare queste trasformazioni: il vivere in lockdown, il lavoro del personale sanitario in prima linea, le drammatiche testimonianze delle persone che si sono ammalate, il riconoscere l’importanza di certi lavoratori solitamente trascurati, la crisi del settore teatrale, la mutazione del modo di viaggiare e le limitazioni vissute dai bambini.

Questi lavori sono stati pubblicati su giornali come The Guardian, The Washington Post, The Cut New York Magazine, Marie Claire Korea, La Repubblica, Il Venerdì di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Il Resto del Carlino e altri.

Di seguito la presentazione di queste Storie.
Per vedere le fotografie è sufficiente cliccare sulla foto di anteprima.

PANDEMIA L'Italia è stato il primo paese occidentale ad affrontare la pandemia di Covid-19. A marzo 2020 il sistema sanitario del paese è stato colto impreparato ed è stato messo in ginocchio, in particolare nel nord Italia, a causa dell'eccezionali…

FEARLESS
L'Italia è stato il primo paese occidentale ad affrontare la pandemia di Covid-19. A marzo 2020 il sistema sanitario del paese è stato colto impreparato ed è stato messo in ginocchio, in particolare nel nord Italia, a causa dell'eccezionalità di questa tragedia. Le USCA (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) sono squadre di medici addetti al monitoraggio e all’assistenza domiciliare dei malati di Covid-19. Hanno la responsabilità di valutare, in base ai sintomi e allo stato di salute dei malati, chi deve essere ricoverato, evitando così la saturazione dei pronto soccorsi e degli ospedali (Decreto legge n. 14 del 9 marzo 2020). I dottori delle USCA sono giovanissimi. Infatti, a causa della carenza di personale per contrastare la pandemia, da marzo 2020 è stata resa più agevole l'assunzione di neolaureati in medicina, abolendo l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione medica, con una misura urgente e straordinaria (Decreto legge n. 18 del 17 marzo 2020). La Regione Emilia Romagna (Nord Italia) è stata una delle prime ad attivare le USCA (già da marzo 2020), le quali sono rimaste sempre attive, anche nei periodi in cui la curva dei contagi diminuiva, diventando una delle risorse fondamentali nell'affrontare la pandemia. A fine 2020 le USCA erano composte da 420 persone (358 dottori e 62 operatori sanitari), con una età media di 33 anni, con circa 11.000 interventi eseguiti ogni mese. Così, giovani dottori e dottoresse hanno sospeso la specializzazione catapultati, da un giorno all'altro, dallo studio della professione all'affrontare una pandemia in prima linea, 7 giorno su 7. Le fotografie sono leggermente sfocate a causa della plastica trasparente con cui ho dovuto coprire la macchina fotografica per evitarne la contaminazione.

HOTEL CORONAVIRUS L'Hotel Paradise Airport di Forlì è un albergo della regione Emilia-Romagna che si è convertito a struttura dedicata a ospitare malati di Covid-19 in quarantena. L'hotel ha messo a disposizione 40 camere. Buona parte degli ospiti l…

HOTEL CORONAVIRUS
L'Hotel Paradise Airport di Forlì è un albergo della regione Emilia-Romagna che si è convertito a struttura dedicata a ospitare malati di Covid-19 in quarantena. L'hotel ha messo a disposizione 40 camere. Buona parte degli ospiti lavora in strutture sanitarie a rischio, come ospedali e case di riposo, nel ruolo di operatore socio sanitario e infermiere. L'albergo - costruito di fronte all'aeroporto di Forlì - era riuscito a superare le difficoltà dovute alla precoce chiusura dell'aeroporto nel 2013 conquistando comunque una sua clientela e facendo 20.000 presenze l’anno.  L’aeroporto avrebbe dovuto riaprire questa primavera, ma l’operazione è stata bloccata a causa dell'emergenza sanitaria e i pernottamenti nell’hotel si sono azzerati. Daniele Casadio - forlivese di 46 anni, proprietario dell'Hotel Paradise Airport - vista la carenza di lavoro, ha deciso di fornire un servizio alla comunità e dal primo aprile ha firmato un contratto con l'AUSL della Romagna col quale ha messo a disposizione la propria struttura. Daniele viene aiutato dalla moglie Alessandra e dalla zia Simona che lo aiutano da casa svolgendo pratiche online e che non vede da settimane. Daniele infatti ha deciso che, finché questa situazione non sarà finita, vivrà nel suo albergo e vedrà la propria famiglia (compresi i suoi due figli) soltanto attraverso lo smartphone, per non metterli a rischio. Ora gli ospiti dell'albergo sono pazienti positivi al Covid-19 che, asintomatici o con sintomi lievi oppure dopo aver superato la fase acuta della malattia, trascorrono qui almeno 2 settimane di quarantena, dopo le quali sono sottoposti a due tamponi per verificare l’eventuale guarigione. Quando entrambi i tamponi risulteranno negativi, potranno tornare a casa. Il soggiorno in hotel è tutt'altro che semplice: l'ospite trascorre la propria giornata in una stanza di 12mq, lontano dalla propria casa e famiglia, impossibilitato a uscire (l'ingresso non è chiuso a chiave, ma per senso di responsabilità non esce) e con ripercussioni psicologiche complesse che, in alcuni casi, con prolungati periodi di quarantena, causano anche attacchi di panico. Non essendo presente una assistenza psicologica in loco, spesso queste crisi vengono affrontate in solitudine dall'ospite oppure parlando e aprendosi col personale dell'hotel. L'AUSL ha fornito un protocollo preciso per quanto riguarda la sanificazione e le pulizie, ma non ha consegnato DPI (dispositivi di protezione individuale, cioè mascherine e guanti), che Daniele si procura in autonomia per sé e i suoi collaboratori. Daniele ha anche ideato un protocollo per la gestione dei pasti dei malati: i 3 pasti quotidiani vengono preparati dal ristorante adiacente all'albergo e lasciati sulle sedie posizionate accanto all'ingresso delle camere; in questo modo le persone in isolamento possono ritirare il cibo senza venire a contatto col personale. Tutte le stanze hanno un affaccio verso l'esterno e non sono comunicanti tra loro; questo consente di effettuare con la stessa modalità dei pasti la consegna o il ritiro delle lenzuola, della biancheria e di altro materiale.

WHO RESCUE THE RESCUERS? La pandemia di Covid-19 ha messo sotto un fortissimo stress gli operatori sanitari di tutti i paesi coinvolti. Gli operatori sanitari, impegnati in prima linea nel fronteggiare l'emergenza sanitaria, da mesi sono esposti al …

WHO RESCUE THE RESCUERS?
La pandemia di Covid-19 ha messo sotto un fortissimo stress gli operatori sanitari di tutti i paesi coinvolti. Gli operatori sanitari, impegnati in prima linea nel fronteggiare l'emergenza sanitaria, da mesi sono esposti al rischio di infezione e a un sovraccarico emotivo: carenza di adeguati dispositivi di protezione individuale (in particolare durante la prima ondata in primavera), adattamento a lavorare in condizioni e discipline diverse da quelle di appartenenza, turni di lavoro incalzanti, fatica fisica, riduzione delle risorse umane e in alcuni casi precarietà organizzativa. Ai rischi che si corrono in ambito lavorativo, si aggiunge quello dell'isolamento sociale. Questi lavoratori spesso hanno ricevuto l’invito a continuare a lavorare anche dopo essere stati a contatto con malati di Covid-19, provocando una reazione di auto-isolamento, riducendo o azzerando i rapporti con propri familiari, per preservarli dal contagio. Fra febbraio e dicembre 2020 in Veneto, una delle regioni italiane più colpite dalla pandemia, circa 4.200 medici, infermieri, tecnici di laboratorio e operatori sociosanitari hanno rifiutato l’assunzione per non lavorare in reparti Covid-19. A fine 2020 Sineva Ribeiro, presidente dell'Associazione svedese dei professionisti della salute, ha denunciato una ondata di dimissioni da parte del personale infermieristico nel suo paese. Studi sui rischi psico-sociali dello stress tra il personale sanitario durante le epidemie di SARS ed Ebola, durante la pandemia influenzale A/H1N1 e durante la gestione dell’epidemia Covid-19 in Cina, hanno rilevato la comparsa di sintomi associabili a stress post traumatico. In Italia, il primo paese occidentale a fronteggiare la pandemia, sono stati attivati servizi di supporto psicologico, proprio per aiutare gli operatori sanitari ad affrontare le difficoltà lavorative e sociali, dovute all’emergenza sanitaria. Durante il mio lavoro di documentazione sulla pandemia in Italia, ho notato che in un Reparto Covid-19 il personale aveva adottato, in modo spontaneo, delle cuffie colorate o con disegni (l’unico indumento/dispositivo che potevano personalizzare sul posto di lavoro). Questa usanza, da sempre applicata nei reparti di pediatria degli ospedali, può sembrare poco rilevante, ma è un piccolo gesto che esprime la necessità di fare squadra e che aiuta ad alleggerire l'ambiente lavorativo. Così ho ritratto tutti i lavoratori del Reparto Covid-19, sul posto di lavoro, in divisa e con la propria cuffia personalizzata in testa.

BIRDCAGE A causa del Coronavirus, a marzo in Italia è stato imposto il primo rigido lockdown. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano la possibilità di uscire solo per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di…

BIRDCAGE
A causa del Coronavirus, a marzo in Italia è stato imposto il primo rigido lockdown. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano la possibilità di uscire solo per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di necessità (come fare la spesa) e motivi di salute. Esclusi da queste deroghe i bambini, che per molte settimane non sono potuti uscire di casa. Ho condiviso il mio isolamento domestico con mio figlio Ulisse di 2 anni e la mia compagna. Le giornate erano difficili a livello mentale e tutte uguali, con nuove routine come i quotidiani aggiornamenti della Protezione Civile con la conta dei morti. In questa situazione così precaria e sospesa, la nostra preoccupazione era tutta per il benessere di Ulisse. Privato del gioco con i coetanei e dell'apprendimento fornito dall'asilo, ci siamo domandati come proteggerlo, ma anche come garantirgli un futuro sereno. L'aiuto più grande è arrivato da Ulisse stesso, che ha esplorato questa nuova realtà con la curiosità e la capacità di adattamento che soltanto un bambino può possedere. Ai suoi occhi ogni stanza è diventata un luogo da osservare attentamente, ogni oggetto ha trovato una nuova funzione. Una torcia rossa d'emergenza, dimenticata in un angolo, è diventato il mezzo con cui illuminare questo nuovo mondo.

RIDERS AT THE TIME OF CORONAVIRUS Col DPCM dell'11 Marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per fronteggiare l'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha ampliato le misure adottate per il contenimento del contagio, preveden…

RIDERS AT THE TIME OF CORONAVIRUS
Col DPCM dell'11 Marzo il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, per fronteggiare l'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha ampliato le misure adottate per il contenimento del contagio, prevedendo la chiusura anche di bar e ristoranti nelle città (con alcune eccezioni nelle autostrade, aeroporti, ecc), confermando però il permesso a consegnare a domicilio di cibi tramite il lavoro dei rider, fattorini a volte legati a piattaforme online e altre volte lavoratori dei ristoranti e negozi di alimenti che si sono adeguati per continuare a lavorare. "Sembra quasi che le consegne a domicilio siano diventate un servizio pubblico indispensabile al pari della sanità, delle farmacie, dei negozi di generi alimentari: un servizio essenziale che dovremmo svolgere noi senza tutele, invisibili di questa economia", sostengono i Sindacati di categoria. I rider e le consegne a domicilio rappresentano, per chi è costretto a restare in casa, uno dei pochi modi per interrompere la routine, relazionarsi con l'esterno e poter fingere per il tempo di un pasto che la normalità si sia ristabilita. L'idea del progetto è nata sabato 14 marzo quando, scherzosamente, ho proposto alla mia compagna di festeggiare dopo diversi giorni di isolamento in casa, proponendo di ordinare la pizza a domicilio. Durante l'attesa ho pensato a cosa poteva provare chi per lavoro è costretto a girare per la città e ad incontrare persone, senza sapere se queste sono infette (o magari in quarantena). Da qui l'idea che mi ha permesso di realizzare un reportage, effettuando ordini a domicilio, ritraendo e intervistando oltre 40 rider sul cancello di casa mia, il confine dei nostri due mondi dove potevamo incontrarci.

YARD TIME Nella mia routine quotidiana, durante il lockdown dovuto all'emergenza di Covid-19, mi è venuto naturale osservare i miei vicini di casa, come un novello James Stewart ne "La finestra sul cortile". Vivendo nella periferia di una città medi…

YARD TIME
Nella mia routine quotidiana, durante il lockdown dovuto all'emergenza di Covid-19, mi è venuto naturale osservare i miei vicini di casa, come un novello James Stewart ne "La finestra sul cortile". Vivendo nella periferia di una città media italiana, la mia attenzione si è focalizzata sui balconi, i giardini e tutte quelle aree che solitamente non sfruttiamo e apprezziamo appieno. Paradossalmente, il contatto fra vicini di casa si è intensificato: capita più spesso di dialogare, di confrontarsi su come si sta vivendo questo periodo e, in alcuni casi, anche di avere veri e propri contatti, da un lato rischiosi, ma necessari per non impazzire a causa dell'isolamento forzato. In poche settimane abbiamo rivisto le nostre priorità, compresa quella di avere un contatto umano che vada oltre quello digitale.

FORBIDDEN PLACES A marzo 2020 il teatro in Italia è stato fermo a causa del lockdown imposto dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19. Sebbene a maggio, nella cosiddetta "Fase 2", sia iniziata la graduale riapertura delle attività, il bl…

FORBIDDEN PLACES
A marzo 2020 il teatro in Italia è stato fermo a causa del lockdown imposto dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19. Sebbene a maggio, nella cosiddetta "Fase 2", sia iniziata la graduale riapertura delle attività, il blocco del settore teatrale è continuato per diversi mesi. Il 18 aprile, in un’intervista, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri aveva dichiarato che nella Fase 2 «si può ri-aprire in base alla capacità di seguire le regole, di osservare la distanza tra i dipendenti e tra coloro che accedono, alla presenza di mascherine, guanti e disinfettanti, alla sicurezza anche di mense, bagni, eccetera [...] Le scuole riapriranno a settembre, per ultimi cinema e teatri”. Il settore cultura in Italia, in particolare la ri-organizzazione del teatro, è stato trascurato dalle iniziative governative e tutto quell'universo di professionisti che vi lavora - partendo da attori e registi e includendo anche i lavoratori dietro le quinte come tecnici, truccatori, costumisti e così via - si trova in un limbo da cui, al momento, è difficile immaginare l'uscita. In estate è stato possibile riprendere gli spettacoli, soprattutto all’aperto, mentre all’interno dei teatri vi erano rigide misure di prevenzione che limitavano enormemente l’ingresso del pubblico. Con l’arrivo della seconda ondata di Covid-19, i teatri sono stati nuovamente chiusi in autunno.

NEW ITALIAN THEATER Dal 15 giugno 2020, dopo quasi 4 mesi di lockdown, i teatri italiani hanno potuto riaprire - secondo quanto previsto dal Decreto del Governo del 17 maggio - garantendo però il distanziamento fisico tra gli attori, la misurazione …

NEW ITALIAN THEATER
Dal 15 giugno 2020, dopo quasi 4 mesi di lockdown, i teatri italiani hanno potuto riaprire - secondo quanto previsto dal Decreto del Governo del 17 maggio - garantendo però il distanziamento fisico tra gli attori, la misurazione della temperatura corporea, l'igienizzazione degli ambienti, la possibilità di disinfezione delle mani, l'adeguata aerazione e l'obbligo della mascherina per il pubblico. Le condizioni da rispettare hanno reso necessaria una completa riorganizzazione del settore, sia nell'atto creativo e di produzione, sia nell'accogliere il pubblico. Marche Teatro ha pensato e prodotto uno spettacolo che potesse rispettare i dettami resisi necessari, ma che potesse anche aprire una riflessione sulla condizione attuale e sul ruolo del teatro nella società. “L’attore nella casa di cristallo” è uno spettacolo teatrale pensato e prodotto durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e che è stato proposto per la prima volta al pubblico il 15 giugno 2020 (il primo giorno di apertura dei teatri) nel Piazzale del Teatro delle Muse di Ancona. Ogni sera dal 15 al 28 giugno, due attori/attrici simbolicamente rinchiusi ciascuno dentro una grande teca trasparente, hanno offerto la propria arte al pubblico, in una performance che rappresenta perfettamente l’attuale condizione del mondo del teatro in cui artisti e pubblico devono rigorosamente mantenersi separati. Lo spettacolo immagina un futuro distopico in cui il teatro è stato abolito per far spazio a più sani divertimenti “capaci di contribuire alla crescita del Prodotto Interno Lordo”. Gli attori vivono rinchiusi in case trasparenti ed esposti allo sguardo del pubblico. Agli attori, nella loro condizione di totale solitudine, non resta che ripetere ciò che ricordano del loro antico mestiere: brandelli di testo, passi di danza, brani di canzoni, per non perdere la memoria e per sperare di poter tornare presto al tempo in cui i teatri erano colmi e gli attori gratificati dagli applausi. Il pubblico ha potuto assistere in numero limitato alla performance che è stata ripetuta due volte a sera; agli spettatori è stato consegnato un auricolare personale e una radio ricevente per poter ascoltare le parole degli attori.

THE CONDOMINIUM L'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha richiesto agli italiani di adottare il distanziamento sociale, di guardare con preoccupazione e diffidenza chiunque, per timore che potesse essere contagioso e che potesse quindi trasmet…

THE CONDOMINIUM
L'emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus ha richiesto agli italiani di adottare il distanziamento sociale, di guardare con preoccupazione e diffidenza chiunque, per timore che potesse essere contagioso e che potesse quindi trasmettere a noi, e quindi alla nostra famiglia, quel nemico subdolo che può essere che un virus invisibile e sconosciuto. In un condominio di Forlì, però, questo periodo di difficoltà ha prodotto nei suoi abitanti una reazione opposta, di condivisione delle difficoltà e di ricerca di una serenità nel micro-cosmo che rappresenta un condominio. Un condomino, che lavora come infermiere e gira in ambulanza, informava gli altri condomini della realtà che si trovava ad affrontare, così da renderli consci del pericolo in circolazione. Un altro condomino organizzava eventi in pub e ristoranti e, durante il lockdown, ha deciso di organizzare dei giochi a quiz con dei teloni installati nel cortile, mettendo a disposizione la propria attrezzatura. In questo modo gli abitanti hanno potuto giocare con dei telecomandi dai propri balconi, così da essere in sicurezza, ma potendo comunque condividere dei momenti di relax, di svago. "Prima ci davamo il buongiorno e la buonasera quando ci incrociavamo, come richiede la buona educazione, ma non si andava oltre. Con l'arrivo del Coronavirus e del lockdown, abbiamo iniziato a condividere ansie e a supportarci a vicenda. Ogni condomino ha fatto la propria parte, dato il proprio aiuto", racconta con orgoglio Fausto Peppi, il condomino che ha pensato di organizzare i giochi a quiz. Il primo giugno 2020 questo gioco collettivo è diventato ormai una tradizione, si è ripetuto, questa volta però i condomini si sono incontrati nel cortile, guardandosi in viso e potendo sorridersi, condividendo una pizza per cena e facendo giocare i bambini insieme. Fausto Peppi spera che il Comune di Forlì gli conceda in estate il grande giardino adiacente al condominio, così da organizzare la visione di film per bambini, invitando tutti i condomini e anche gli altri abitanti del quartiere.

ITALIAN JOURNEY Il 30 Gennaio 2020, i primi due casi di pazienti positivi al Covid-19 sono stati confermati in Italia. Questo evento ha innescato un'emergenza sanitaria senza precedenti e ha infranto la speranza del Paese di non essere toccato dalla…

ITALIAN JOURNEY
Il 30 Gennaio 2020, i primi due casi di pazienti positivi al Covid-19 sono stati confermati in Italia. Questo evento ha innescato un'emergenza sanitaria senza precedenti e ha infranto la speranza del Paese di non essere toccato dalla pandemia che, successivamente, ha colpito il mondo intero. Dopo quel giorno l'Italia ha vissuto una rapida discesa che ha trasformato la realtà quotidiana in un circolo infernale, sia per chi è stato direttamente colpito dal virus, sia per chi lo ha vissuto a livello psicologico a causa del lockdown iniziato l'8 marzo e terminato il 3 maggio. Il lockdown e la Fase 2, quella della riapertura con limitazione negli spazi pubblici e nei negozi, hanno stravolto il senso di libertà e di spazio, che le generazioni attuali non hanno mai visto così sacrificato. Durante l'anno mi è capitato di fare sogni su questa nuova realtà. Con questa serie fotografica ho cercato di descrivere la sensazione di impotenza vissuta nei piccoli gesti quotidiani - nell'uscire di casa, nel viaggiare e nell'incontrare altre persone - ma anche di osservare come le persone cercavano di adattarsi.

NO COUNTRY FOR YOUNG MEN Il primo lockdown in Italia - dovuto al Coronavirus - ha costretto gran parte della popolazione all'isolamento domestico, con conseguenti problematiche a livello sociale, lavorativo, economico e psicologico. Le limitazioni p…

NO COUNTRY FOR YOUNG MEN
Il primo lockdown in Italia - dovuto al Coronavirus - ha costretto gran parte della popolazione all'isolamento domestico, con conseguenti problematiche a livello sociale, lavorativo, economico e psicologico. Le limitazioni previste dal governo italiano prevedevano per la popolazione la possibilità di uscire soltanto per: comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza, situazioni di necessità (come fare la spesa) e motivi di salute. Esclusi da queste deroghe i bambini, che per molte settimane non sono potuti uscire di casa. Se i ragazzi in età scolastica hanno comunque proseguito le lezioni grazie all’online e hanno continuato a sentirsi con gli amici grazie all'uso della tecnologia, la fascia di bambini in età pre-scolastica ha visto improvvisamente interrotto il proprio percorso educativo con la chiusura degli asili nidi e delle scuole materne, privati dell'interazione coi propri compagni e esclusi dalla possibilità di fare esperienze col mondo esterno. Nella cosiddetta fase due - iniziata il 4 maggio 2020 - è possibile portare fuori di casa i bambini per delle passeggiate, ma non è possibile farli incontrare con i coetanei (non sapendo gestire le precauzioni previste di distanziamento sociale) e non è possibile farli giocare nei parchi, essendo "chiuse" le aree giochi a loro dedicate. La situazione di emergenza straordinaria e senza precedenti nella storia recente ha duramente messo alla prova la vita sociale per come la conosciamo. Lo sforzo della popolazione di adattarsi è stato notevole e anche le infrazioni (come il fare la spesa più volte al giorno come scusa per uscire e cercare un "contatto" con altre persone) sono alla fine comprensibili, essendo la convivenza sociale una necessità fondamentale. Non siamo stati però pronti nel fornire alcun tipo di soluzione per la fascia di bambini in età pre-scolastica, sicuramente più difficili da gestire nel contesto di distanziamento sociale, ma che rischiano di pagarne le conseguenze nella formazione della propria identità e personalità.

Web Talk "Aperitivo Fotografico" by Filippo Venturi

Lunedì 13 aprile sono stato ospite dell’Aperitivo Fotografico organizzato da Andrea Bonavita e Roberta Invidia. Nel web talk ho parlato di fotografia, dei miei 3 progetti sul Coronavirus realizzati da casa e che sono stati pubblicati di recente (The Guardian, The Washington Post) e tanto altro.

L’incontro fa parte di una serie di web talk ospitati su #CartolinedaforliTV.
Questo il link alla pagina facebook ufficiale: Cartoline da Forlì & dintorni

Laboratorio di Esplorazione Fotografica by Filippo Venturi

Laboratorio di Esplorazione Fotografica

Un corso di tecnica fotografica e non solo: un’esperienza per scoprire luoghi e persone attraverso la fotografia. Racconteremo i quartieri coinvolti nel progetto Linee di rigenerazione a cura di Spazi Indecisi, ragionando sul concetto di fotografia documentaria e sviluppando un progetto fotografico teorico e pratico.

Il Laboratorio è rivolto ai fotografi principianti, ai professionisti e a chi volesse semplicemente avvicinarsi alla fotografia, in un periodo in cui l’immagine è sempre più al centro della comunicazione e della nostra quotidianità. Ragioneremo sul concetto di Fotografia Documentaria al giorno d’oggi e sullo sviluppo teorico e pratico di un progetto. I partecipanti realizzeranno, assieme al docente, progetti fotografici individuali, con lo scopo di esplorare il quartiere, unendo più punti di vista, e dando nuova voce all’identità di questi spazi e alle persone che ci vivono e li attraversano.


★ A cura di Filippo Venturi
Fotografo documentarista. I suoi lavori sono pubblicati su The Washington Post, Financial Times, Newsweek, Vanity Fair, Der Spiegel, Internazionale e Geo. www.filippoventuri.photography

★ Destinatari
Il laboratorio è per tutti, dal semplice appassionato al professionista.

★ Dove
EXATR | Via Ugo Bassi, 16 Forlì

★ Calendario
4 lezioni in aula nei giorni lunedì 2, 9, 16, 23 dicembre, dalle 21:00 alle 23:00
1 uscita fotografica il 15 dicembre, dalle 09:00 alle 11:00

★ Cosa serve
Blocknotes, macchina fotografica oppure smartphone con fotocamera.

★ Quota di partecipazione
La quota di partecipazione al laboratorio è di 50 euro (da pagare anticipatamente via Paypal o bonifico bancario, che sarà fornito via mail).

★ Info e iscrizioni
Per la partecipazione è richiesta l’iscrizione anticipata a spaziindecisieventi@gmail.com ed è fissato un numero massimo di 15 persone.

Calendario Laboratorio

1° Lezione – Lunedì 2 dicembre 2019, orario 21:00 - 23:00

  • Presentazioni del docente e degli iscritti.

  • Introduzione al Fotogiornalismo e alla Fotografia Documentaria.

  • Sviluppo teorico e pratico di un progetto attraverso 5 fasi (ricerca di una storia, organizzazione preliminare, fase di scatto, editing e post-produzione, diffusione).

  • Panoramica sui lavori del docente.

  • Assegnazione agli iscritti dei progetti da svolgere in modo autonomo fra una lezione e la successiva (con possibilità di consultarsi col docente via whatsapp o email)

2° Lezione – Lunedì 9 dicembre 2019, orario 21:00 - 23:00

  • Visione delle immagini realizzate dagli iscritti.

  • Analisi di gruppo delle immagini (consigli e correzioni su come proseguire).

  • Panoramica sui lavori del docente e/o visione di lavori di altri autori per ispirare, dare idee e continuare la comprensione del lavoro fotografico progettuale.

Uscita fotografica – Domenica 15 dicembre 2019, orario 09:00 - 11:00

  • Uscita fotografica col docente nei quartieri coinvolti nel progetto Linee di rigenerazione.

3° Lezione – Lunedì 16 dicembre 2019, orario 21:00 - 23:00

  • Visione delle immagini realizzate dagli iscritti.

  • Analisi di gruppo delle immagini (consigli e correzioni su come proseguire).

  • Panoramica sui lavori del docente e/o visione di lavori di altri autori per ispirare, dare idee e continuare la comprensione del lavoro fotografico progettuale.

4° Lezione – Lunedì 23 dicembre 2019, orario 21:00 - 23:00

  • Visione delle immagini realizzate dagli iscritti.

  • Definizione della forma finale dei progetti degli iscritti.

  • Conclusioni e chiusura dei lavori.

  • Brindisi di fine laboratorio!

Spazi Indecisi, Linee di rigenerazione by Filippo Venturi

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Con grande piacere condurrò un laboratorio fotografico all'interno del progetto “Linee di rigenerazione”, curato dall’Associazione Spazi Indecisi :)

La presentazione è fissata per giovedì 17 ottobre ore 18, all'exATR di Forlì!


Comunicato Ufficiale:

Linee di Rigenerazione si presenta
17 OTTOBRE | ore 18:00
EXATR | Via Ugo Bassi 16 Forlì

Linee di Rigenerazione è un percorso di 6 mesi di osservazione, ascolto dei quartieri e dei vicini dell'ex Deposito delle Corriere ora EXATR, per co-progettare e costruire insieme micro interventi di rigenerazione urbana con l'obiettivo di migliorare il centro storico della nostra Forlì e connettere spazi, comunità e azioni.

Alla presentazione pubblica del progetto, prevista per il 17 ottobre in EXATR alle ore 18.00, partecipano tutti coloro che prenderanno parte alle attività:
- Patrizia di Monte - architetta esperta di rigenerazione urbana
- Andreco - artista e ingegnere
- Filippo Venturi - fotografo documentarista
- Claudio Angelini - regista e co-gestore EXATR

Sarà l'occasione per raccontarvi Linee di Rigenerazione, che a partire proprio dal 17 ottobre prevede:
- Sopralluoghi di comunità per conoscere e riscoprire il quartiere limitrofo all'ex deposito delle corriere;
- Raccolta di testimonianze, sogni e fotografie per costruire una mappa emotiva del quartiere;
- Laboratori per scegliere in maniera partecipata i luoghi su cui intervenire;
- Laboratori per co-progettare e realizzare gli interventi nei luoghi individuati assieme.

Vuoi scoprire dove ci porteranno le linee di rigenerazione?
Ti aspettiamo!

Linee di Rigenerazione
Un progetto di: Spazi Indecisi
In partnership con: EXATR, Città di Ebla, Casa del Cuculo
In collaborazione con: Comune di Forlì, ACER, Università di Bologna, CAD
Intervento promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea e Rigenerazione Urbana del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

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Podere La Berta, Picnic e Concerto by Filippo Venturi

Podere La Berta, Cena in Vigna by Filippo Venturi

Podere La Berta, Cena in Vigna
Brisighella, 27/06/2019

Alcune fotografie dell'evento che si è tenuta al Podere La Berta di Brisighella :)

Podere La Berta, Cena in vigna al tramonto by Filippo Venturi

Podere La Berta, Cena in Vigna al tramonto
Brisighella, 28/06/2018

Alcune fotografie dell'evento che si è tenuta al Podere La Berta di Brisighella :)