Exhibitions

Best 9 Instagram 2024 by Filippo Venturi

Anche quest’anno, il mio Best 9 di Instagram – ovvero i post che hanno suscitato maggior interesse – rappresenta una sorta di diario visivo degli avvenimenti più significativi che mi hanno toccato direttamente nel corso di questo 2024!

Come lo scorso anno, 3 di queste fotografie riguardano l’alluvione che ha nuovamente colpito la Romagna. Sono immagini tratte dal mio reportage su Traversara, paese in provincia di Ravenna, inondato due volte a causa della rottura dell’argine del fiume Lamone.

C’è una foto proveniente dal mio reportage sulle proteste a Tbilisi, in Georgia, dove molti giovani si sono mobilitati per chiedere nuove elezioni dopo i brogli di ottobre, affrontando una dura repressione da parte della polizia.

C’è il mio ritratto allo scrittore Emmanuel Carrère, un interessante incontro a Tbilisi nella notte delle elezioni in Georgia, in ottobre.

C’è l’annuncio con cui il Cosmo Photo Fest ha comunicato il premio al mio progetto “Broken Mirror”, svolto con l’uso dell’intelligenza artificiale, che è poi stato esposto nel Festival.

C’è un’immagine che documenta l’allestimento espositivo del mio progetto “He looks like you”, su mio padre e mio figlio, presentato a Groningen nei Paesi Bassi, nell’ambito della mostra Pixel Perceptions: Into the Eye of AI, che ha radunato una selezione internazionale degli artisti visivi più interessanti che lavorano con l'intelligenza artificiale.

C’è la locandina del mio public talk su fotografia e intelligenza artificiale, tenuto al Planetario di Modena e organizzato dal Circolo Fotografico Colibrì.

Infine, c’è una fotografia scattata da Elisa durante il mio ricovero in ospedale, lo scorso giugno. Nell’immagine gioco e scherzo con Ulisse, fingendo di lanciare ragnatele come Spider-Man, per rassicurarlo sul mio stato di salute e sul mio spirito positivo :)

Broken Mirror esposto al CSF Adams a Roma by Filippo Venturi

CSF Adams, il Centro Sperimentale di Fotografia di Roma, ha annunciato che, in collaborazione con Kromart gallery, ospiterà la mostra “Broken Mirror” di Filippo Venturi, che vinse la call for entry per Cosmo Photo Fest il Festival di Fotografia fra scienza e arte, curato da Gabriele Agostini, nella cittadina di Colleferro.

Per tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di visitare la mostra a Colleferro, una occasione unica per vedere da vicino il progetto vincitore, presso la sede del Centro Sperimentale di Fotografia Adams

BROKEN MIRROR, di Filippo Venturi
dal 17 Gennaio 2025 al 12 Febbraio 2025
presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams
in Via Biagio Pallai n. 12 – Roma
dal Lunedì al Venerdì nell’orario 10–13 e 16–19.
Sabato su appuntamento. Domenica e festivi chiuso.
Telefono: 06 5344428 – Email: info@csfadams.it – Email Segreteria: segreteria@csfadams.it

IL VERNISSAGE SI TERRÀ VENERDÌ 17 GENNAIO 2025 ORE 18.30.

Link al sito ufficiale: www.csfadams.it/eventi/broken-mirror-filippo-venturi/


“BROKEN MIRROR”
Dal 2015 ad oggi, con la fotografia ho indagato la penisola coreana, esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un’intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l’operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto.

L’idea alla base di questo progetto si riferisce al mio lavoro di fotografo documentarista sulla Corea e alla mia passione per la fantascienza e gli scenari distopici; alla fotografia in bianco e nero dei grandi fotografi del passato, ma anche all’alterazione fisica del corpo tipica dei film di David Cronenberg. In un certo senso, ho attinto al mio personale database di immagini, video, riflessioni, suggestioni e paure, forse in maniera non troppo distante da quanto ha fatto l’intelligenza artificiale per assemblare le immagini che volevo, spesso inserendo elementi inaspettati sui quali io non avevo il controllo completo.

Broken Mirror è quindi il risultato di un compromesso tra me e l’intelligenza artificiale, dove l’eccezionalità della società nordcoreana, fortemente influenzata da uno dei regimi totalitari più duri al mondo, che isola di fatto il Paese e i suoi abitanti, è rappresentata attraverso l’inserimento di un elemento alieno, in una sorta di metamorfosi kafkiana.

A un secondo livello di lettura, questo elemento esterno, sotto forma di insetti, è metafora della natura invasiva e controllante della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nella società in generale. L’uso del software Midjourney (attualmente alla versione 6) ha rappresentato la mia rinuncia al completo controllo sul risultato finale, poiché questa tecnologia spesso aggiunge elementi inaspettati e non sempre correggibili.

BIOGRAFIA
Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo, con base in Italia. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana.
Ha documentato dittature totalitarie asiatiche, evidenziando col suo lavoro l’artificiosità con cui questi paesi si mostrano e narrano al mondo, e ha testimoniato le correnti neofasciste in Europa e i movimenti che, in risposta, si battono per il proteggere i diritti delle minoranze e la democrazia.
I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani come National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Marie Claire, Newsweek, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Stern, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.
Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il LensCulture Emerging Talent Awards, il Premio Il Reportage, il Premio Voglino e il Portfolio Italia – Gran Premio Hasselblad.
I suoi lavori sono stati esposti in musei e festival in Italia e all’estero: al Foro Boario di Modena come “Nuovo Talento” di Fondazione Fotografia Modena, al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, alla Somerset House di Londra, allo U Space di Pechino, alla Willy Brandt Haus di Berlino, al Sony Square di New York City, al Copenhagen Photo Festival, al Kaunas Photo Festival, al Voies Off Awards at Les Rencontres d’Arles, al Festival Photolux di Lucca, al SI Fest di Savignano sul Rubicone, al Riaperture Photofestival di Ferrara, al PhMuseum Days Photo Festival di Bologna e al Festival della Fotografia Etica di Lodi.
Lavora con i software generativi basati sull’intelligenza artificiale, realizzando lavori visivi risultati finalisti al PhMuseum Photography Grant e al Cortona On The Move Award e premiati al Kolga Tbilisi Photo Awards e al Fotografia Calabria Festival. È stato uno degli artisti selezionati dal Photo Vogue Festival 2023, evento in cui è anche relatore con un intervento intitolato “Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border”.

www.filippoventuri.photography

Pixel Perceptions: Into the Eye of AI by Filippo Venturi

AI.S.A.M., AI Grill, 2024

Con grande orgoglio posso annunciare che il mio lavoro “He looks like you” – su mio padre e mio figlio e che unisce fotografie originali, fotografie d’archivio, immagini generate con l'intelligenza artificiale e interventi grafici – sarà esposto nella monumentale mostra “Pixel Perceptions: Into the Eye of AI”, assieme ai lavori di autori come Philip Toledano, Boris Eldagsen, A.I. SAM e tanti altri :)

Questa mostra approfondisce il modo in cui l'intelligenza artificiale (IA) influenza, consciamente e inconsciamente, la nostra percezione. Più di 30 creatori di immagini hanno esplorato in modo creativo e critico l'influenza dell'IA sul mondo che ci circonda. Come le nuove tecnologie stiano stravolgendo la visione fotografica. Ci si può ancora fidare dei propri occhi?

Verranno affrontate 3 prospettive chiave:
Perception of truth, Seeing and being seen e Shifts in visual culture.

La mostra sarà visitabile dal 26/10/2024 al 19/01/2025 e sarà inaugurata il 27 ottobre alle 16 nella galleria Akerk e nella galleria Noorderlicht, a Groningen (Paesi Bassi).

Autori esposti: A.I. SAM, Affectlab, Craig Ames, Minne Atairu, Mark Amerika, Alice Brygo, Vera van der Burg & Gijs de Boer, Kate Crawford & Vladan Joler, Boris Eldagsen, Jake Elwes, Elisa Giardina Papa, Nicolas Gourault, Franc Archive, Ethel Lilienfeld, Jonas Lund, Luna Maurer, Mimi Onuoha, Juan Obando & Yoshua Okón, Roope Rainisto, Martina Raponi & Ymer Marinus, Sebastian Schmieg, Martine Stig, Astria Suparak, Synchrodogs, Philip Toledano, Filippo Venturi, Conrad Weise, Jonas Yip e Joanna Zylinska.

Curatori: Wim Melis, Roosje Klap e Rosa Wevers.

Roosje Klap, direttore Noorderlicht
Marius Breukink, responsabile del progetto Groninger Kerken

Noorderlicht è una piattaforma che, dal 1990, rende la cultura visiva accessibile a tutti, utilizzando la fotografia e i media basati sull'obiettivo come potenti strumenti di dialogo e riflessione. Con un approccio critico e innovativo, sfidiamo i confini della cultura visiva e creiamo spazio per conversazioni e connessioni profonde che ispirano e guidano il cambiamento. Oltre al festival biennale Noorderlicht, la piattaforma organizza mostre, gestisce un programma educativo, una casa editrice e un laboratorio di stampa. - noorderlicht.com


It is with great pride that I can announce that my work ‘He looks like you’ - about my father and son and combining original photographs, archive photographs, AI-generated images and graphic interventions - will be exhibited in the monumental exhibition ‘Pixel Perceptions: Into the Eye of AI’, together with works by authors such as Philip Toledano, Boris Eldagsen, A.I. SAM and many others :)

The exhibition Pixel Perceptions: Into the eye of AI dives deep into how AI consciously and subconsciously influences our perception. More than thirty image-makers creatively and critically explore the influence of AI on the world around us. They explore how new technologies are turning photographic viewing on its head. Can you still trust your own eyes?

The exhibition highlights three key perspectives:
Perception of truth, Seeing and being seen e Shifts in visual culture.

Pixel Perceptions will be on display from 26 October 2024 to 19 January 2025 and opens on 27 October at 16:00 in the Akerk and Noorderlicht gallery, Groningen (The Netherlands).

With and by: A.I. SAM, Affectlab, Craig Ames, Minne Atairu, Mark Amerika, Alice Brygo, Vera van der Burg & Gijs de Boer, Kate Crawford & Vladan Joler, Boris Eldagsen, Jake Elwes, Elisa Giardina Papa, Nicolas Gourault, Franc Archive, Ethel Lilienfeld, Jonas Lund, Luna Maurer, Mimi Onuoha, Juan Obando & Yoshua Okón, Roope Rainisto, Martina Raponi & Ymer Marinus, Sebastian Schmieg, Martine Stig, Astria Suparak, Synchrodogs, Philip Toledano, Filippo Venturi, Conrad Weise, Jonas Yip and Joanna Zylinska.

Curators: Wim Melis, Roosje Klap and Rosa Wevers.

Roosje Klap, direttore Noorderlicht
Marius Breukink, responsabile del progetto Groninger Kerken

Noorderlicht is a platform since 1990, making visual culture accessible to everyone, using photography and lens-based media as powerful tools for dialogue and reflection. With a critical and innovative approach, we challenge the boundaries of visual culture and create space for profound conversations and connections that inspire and drive change. In addition to the biennial Noorderlicht Festival, the platform organizes exhibitions, runs an educational program, and manages a publishing house and a print lab. - noorderlicht.com

Martin Parr, Short & Sweet by Filippo Venturi

Quando mi chiedono quali sono i miei fotografi preferiti o a cui mi ispiro, non lo cito spesso. Forse per le tematiche affrontate lo vedevo meno "alto" di altri. Sbagliavo in pieno.

È uno dei fotografi che più spesso mi viene in mente quando viaggio, quando vado al mare, quando mi ritrovo a un evento kitsch, quando osservo dei turisti e così via. Nel recente viaggio in Inghilterra lo "vedevo" a ogni angolo. La mia giocosa serie di fotografie "Inglesi infreddoliti che cercano di godersi l'estate" era un palese omaggio nei suoi confronti. Una simile influenza su di me è decisamente fuori dall'ordinario.

Tutto questo l'ho pensato mentre giravo per le sale del Museo Civico Archeologico di Bologna, visitando la mostra "Short & Sweet" di Martin Parr. Ho osservato e ascoltato con avidità, ben due volte, la proiezione della sua intervista con Roberta Valtorta. L'ho anche registrata col telefono (per poi scoprire che c'era la trascrizione testuale nel catalogo).

Scusami Martin, non mi dimenticherò più di citarti :)


When I am asked who my favourite photographers are or who inspire me, I don't often mention him. Perhaps because of the subjects he deals with, I see him as less ‘tall’ than others. I was completely wrong.

He is one of the photographers who most often comes to mind when I travel, when I go to the beach, when I find myself at a kitch event, when I observe tourists and so on. On the recent trip to England I ‘saw’ him on every corner. My playful series of photographs ‘chilly Brits trying to enjoy the summer’ was a blatant homage to him. Such an influence on me is definitely out of the ordinary.

All this occurred to me as I wandered the rooms of the Museo Civico Archeologico in Bologna, visiting Martin Parr's exhibition ‘Short & Sweet’. I watched and listened avidly, twice, to the screening of his interview with Roberta Valtorta. I even recorded it with my phone (only to discover that there was a text transcript in the catalogue).

Sorry Martin, I will never forget to mention you again :)

Kolga Tbilisi Photo by Filippo Venturi

Sul sito Talking Pictures è uscita una intervista a Beso Khaindrava, fondatore e direttore del Kolga Tbilisi Photo. Un festival che è cresciuto molto negli anni e che spesso ha introdotto il pubblico alle tendenze fotografiche contemporanee.

In un certo senso posso confermare questa descrizione perché la mia prima fotografia premiata ed esposta al festival, risalente al 2014, era di rugby (vedi fotografia in alto, al centro), mentre il mio ultimo lavoro premiato ed esposto nel medesimo festival è stato Broken Mirror, realizzato con l’intelligenza artificiale (e che inevitabilmente ha dato origine a qualche lamentela sui social).

In questo è racchiuso l’inizio e la situazione attuale della mia crescita; precisando che l’intelligenza artificiale la considero uno strumento con cui posso affrontare certe tematiche, ma il mio grande amore resta quella fotografia che ti permette di muoverti e incontrare le persone.

L’articolo originale con l’intervista è qui: Kolga Tbilisi Photo: The Embrace of Photography

(La foto di apertura dell’articolo e questa sono del fotografo Wolfgang Zurborn)

I festival di fotografia dell’estate, in Italia by Filippo Venturi

Su Internazionale si parla anche del mio lavoro "He looks like you", in mostra al Fotografia Calabria Festival, a San Lucido (CS), dal 26 luglio al 25 agosto 2024!

[...] Fotografia di famiglie è il titolo della terza edizione del festival raccontato, quest’anno, attraverso lo sguardo di dieci fotografe e fotografi. L’evento è un’occasione per riflettere sul ruolo dell’intelligenza artificiale con il progetto He looks like you di Filippo Venturi. Il suo lavoro ha come protagonisti il padre e il figlio dell’autore mentre giocano e condividono momenti insieme. Si tratta però di falsi ricordi, momenti mai esistiti in posti irraggiungibili: “Mio padre è morto cinque anni prima che mio figlio Ulisse nascesse e quindi non hanno mai avuto occasione di incontrarsi”, scrive Venturi. Il suo lavoro è “un tentativo di trovare consolazione e di superare le frontiere dell’esistenza attraverso l’arte e la tecnologia, generando immagini che fondono illusione, sogno e ricordo”.

Link all’articolo originale: I festival di fotografia dell’estate, in Italia

Foundations of a Mirage al Festival della Fotografia Italiana by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Foundations of a mirage”, su Dubai, sarà esposto al Festival della Fotografia Italiana, dal 14 giugno al 6 ottobre 2024, presso il Palagio Fiorentino di Stia!


Questo lavoro è risultato fra i 6 selezionati dell'Open Call "Percorsi - Dal progetto al libro fotografico”.

La Giuria ha assegnato il primo premio a Stefani Adami con l’opera “ADAGIO NAPOLETANO”. Il progetto verrà pubblicato all’interno di un libro fotografico della collana monografica FIAF e sarà esposto durante il “Festival della Fotografia Italiana”, insieme ad altri 5 Autori che sono stati selezionati:

  • Andrea Agostini con l’opera “NÒSTOS”

  • Andrea Angelini con l’opera “DI LÀ DAI FIUMI, TRA GLI ALBERI DELLA ROMAGNA”

  • Giorgio Bertoncello con l’opera “BRENTA - SGUARDI LUNGO IL FIUME”

  • Anella Tarantino con l’opera “ANÁNKĒ”

  • Filippo Venturi con l’opera “FOUNDATIONS OF A MIRAGE”


Aggiornamento del 15/06/2024

Qualche fotografia della mostra del mio lavoro "Foundations of a mirage", al Festival della Fotografia Italiana, presso la limonaia del Palagio Fiorentino di Stia, qualche ora prima dell'inaugurazione :)

Broken Mirror al FASE Festival 2024 by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con l’aiuto di una intelligenza artificiale, sarà esposto alla 1° edizione del Festival di Arti visive a Sud Est (FASE), a Otranto (Lecce), al Castello Aragonese in Piazza Castello, dal 21 giugno al 7 Luglio, dalle ore 15 alle 23!

Saranno due settimane piene di mostre, esibizioni, talk, workshop e party in giro per la città.
La direzione artistica è a cura di Alessia Locatelli.

FASE - Manifesto

Il Festival FASE vuole parlare, non solo esporre. Non solo esporre e ammirare, ma riflettere, conoscere e soprattutto riconoscere. Riconoscere nelle immagini, stampate o in movimento, cose che esistono, che sono esistite, che possono esistere. E proiettare dentro di sé cose che esisteranno. Riconoscere il presente, riconoscere il tempo che passa. Mentre il tempo di per sé è inesorabile, il modo in cui noi lo viviamo è, letteralmente, determinante. Non è una chiusura nel materiale, ma piuttosto una ricerca del senso, riconoscendo valore esistenziale anche all’intangibile, alla fantasia, alla leggerezza, al gioco e al divertimento.

Ci interessano le persone, il modo in cui affrontano la loro esistenza, le scelte che determinano i cambiamenti, o gli adattamenti, le scelte di conservazione o resistenza. Ci interessa il senso delle cose, le cose che hanno un senso. Ci interessano le relazioni, i rapporti. Le relazioni tra persone, tra le persone e i territori, i luoghi, la natura; tra le persone e il lavoro; tra le persone e il tempo che passa; tra le persone e se stesse, con le conseguenze delle proprie scelte.

Non ci interessa l’innovazione di per sé, non ci interessa la novità di per sé, a meno che non siano portatrici di senso. Rifuggiamo la pretenziosità di chi cerca di dare un senso a qualcosa che non ce l’ha, nelle relazioni come nell’arte. Troviamo più senso in un trenino a capodanno che nella fuffa d’artista. Vogliamo che l’artista ci racconti una storia, che abbia un’idea, che conosca quello che fa vedere, che ci abbia studiato, investigato, o che almeno ci abbia pensato e riflettuto, se è solo frutto della sua immaginazione. E anche se conosciamo quello che vediamo, vogliamo che l’artista ce lo faccia vedere con occhi nuovi. Ci interessano le prospettive diverse, perché ci interessa conoscere, capire, cambiare idea. Vogliamo una storia che – almeno un po’ – ci faccia pensare. Non abbiamo paura della semplicità, della tradizione, ma della banalità. Non abbiamo paura della frivolezza, della leggerezza, della spensieratezza, che anzi sono un elemento fondamentale per un’esistenza equilibrata, ma temiamo la superficialità, la vacuità. Non abbiamo paura della provocazione se vuole sfidare il pensiero, i costumi, la morale, se è dialettica, ma detestiamo la provocazione come forma di violenza. Non abbiamo neanche paura della violenza, se è lotta e resistenza, ma combattiamo la prepotenza e la prevaricazione.

La bellezza per noi non è estetica e sensismo, astrazione intellettualistica e pretenziosità artistica, trascendentale. Cerchiamo e troviamo bellezza nel progetto, nella storia, nell’esperienza, nella manualità, nella sapienza, nella visione, nel lavoro, nelle vite vissute. Anche nella visionarietà, nel futuribile, nella prospettiva, nella direzione.

Il festival FASE è nato per riempire di nuovo senso e nuova bellezza una città che negli ultimi decenni è cambiata molto, con conseguenze importanti sulle vite degli Otrantini, e anche sulle nostre. La trasformazione di Otranto nel terzo millennio ha generato una necessaria riflessione sulla nostra identità. La nostra infanzia è lontana ma esiste: dentro di noi, nel nostro legame con questa terra, con questa città, e il confronto con essa genera un senso di incompletezza e la conseguente necessità di riempire il vuoto. Abbiamo visto un mondo di persone, di lavori, di relazioni scomparire, abbiamo visto scomparire un senso e non lo abbiamo mai accettato. 12 anni fa con amiche e amici abbiamo tappezzato la città con le gigantografie delle persone che vivono a Otranto tutto l’anno, abbiamo chiamato questo progetto “dodici mesi senza estate”. Non per puro senso identitario, di appartenenza – al contrario, ci teniamo al riparo dal campanilismo e vorremmo che Otranto torni a essere un crocevia di culture diverse – ma per riconoscere agli Otrantini il diritto di godere della propria città, di viverla tutto l’anno, e non solo di essere i custodi invernali – e gli spazzini – delle traboccanti strade d’agosto (che tra l’altro traboccano di meno ogni anno). Il festival FASE vuole restituire a Otranto senso e bellezza, cultura e riflessione, che già le appartengono. FASE vuole coinvolgere il territorio in un progetto di riscoperta del proprio senso, prima ancora che in un progetto artistico e culturale. Gli artisti che si esibiranno ed esporranno al FASE proporranno allo spettatore la propria visione del mondo, il proprio interrogativo, la propria prospettiva, ci racconteranno una storia che vale la pena di essere conosciuta. E noi arricchiremo la nostra visione, ci porremo nuovi interrogativi, saremo disposti a cambiare prospettiva o quantomeno a decentrare il nostro punto di vista.

La direzione artistica del festival è affidata a Alessia Locatelli.

Appuntamenti estivi by Filippo Venturi

Di seguito l’elenco dei luoghi e dei festival dove potrete trovarmi e/o visitare la mostra di alcuni miei lavori:

  • Mostra del progetto "Broken Mirror" al Cosmo Photo Fest (info)
    Colleferro (Roma), dal 31 maggio al 30 giugno 2024

  • Mostra del progetto "Foundations of a Mirage" al Festival della Fotografia Italiana (link)
    Palagio Fiorentino di Stia (Arezzo), dal 14 giugno al 6 ottobre 2024

  • Mostra del progetto "Broken Mirror" al Festival di Arti visive a Sud Est (FASE) (link)
    Otranto (Lecce), dal 21 giugno al 7 luglio 2024

  • Mostra del progetto "Broken Mirror" + Workshop su I.A. al Foto Incontri Festival (link)
    San Felice sul Panaro (Modena), il 29 e 30 giugno 2024

  • Mostra del progetto "He Looks Like You" + Workshop su I.A. al Fotografia Calabria Festival (info)
    San Lucido (Cosenza), dal 26 luglio al 25 agosto 2024

Broken Mirror al Cosmo Photo Fest by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con l’aiuto di una intelligenza artificiale, è stato premiato nella Call for entry 2024 del “Cosmo Photo Fest” e sarà esposto all'interno del festival, che si terrà a Colleferro (Roma) dal 31 maggio 2024 al 30 giugno 2024!

Così la giuria ha motivato la scelta della selezione del lavoro di Filippo Venturi:
“La serie combina elementi di fotografia documentaria, fantascienza e scene distopiche, trasportando lo spettatore in un mondo surreale che è tragico, assurdo, divertente e terrificante allo stesso tempo. Il lavoro di Venturi mostra la natura straordinaria della società nordcoreana e il duro regime totalitario che isola il Paese. Broken Mirror è il risultato di un affascinante compromesso tra esseri umani e intelligenza artificiale e mostra in modo impressionante come l’arte e la tecnologia possano fondersi per rappresentare complesse questioni sociali. Nel complesso, questa serie merita 10 stelle per il suo concetto innovativo e la sua impressionante esecuzione”.

Vedi anche l’articolo: Insetti giganti a spasso dalla Corea del Nord alle porte di Roma


COSMO PHOTO FEST
A cura del Centro Sperimentale di Fotografia Adams
Colleferro (RM), sedi varie
dal 31 maggio al 30 giugno 2024
lun-dom 17-19
ingresso gratuito
www.cosmophotofest.it

Nell’anno 2024, nella città di Colleferro sarà realizzata la prima edizione del festival internazionale di fotografia dal titolo: COSMO – la fotografia fra scienza e arte – Il Festival è promosso e organizzato dal Centro Sperimentale di Fotografia Adams. Il Centro Sperimentale di Fotografia – Adams (C.S.F. Adams) bandisce una call for entry per fotografi italiani e non, che vogliano esporre il loro lavoro fotografico presso il festival internazionale.

TEMA CALL FOR ENTRY:
Il futuro della fantascienza? Ci viviamo dentro. […] (William Gibson)

Partendo da questa riflessione consegnataci dal noto scrittore in questa sezione troveranno ospitalità narrative fotografiche che interrogano il presente, con particolare attenzione al rapporto tra l’essere umano, la tecnologia, la scienza e la fantascienza. Complessità che si dibatte tra molteplicità ed esattezza, spazio definito dalla misura del nostro sguardo, dove tutto deve essere filtrato, reinventato, rimodulato, riscritto, rilocato, risemantizzato. Immagini che sondano confluenze, ibridazioni, interscambi, interferenze, divisioni e connessioni. È in questi spazi, in questi luoghi che ha dimora il futuro della fantascienza.