La prima persona vaccinata per Covid-19 nella provincia di Forli-Cesena, Cesena, 27/12/2020.
The first person vaccinated for Covid-19 in the province of Forli-Cesena, December 27, 2020.
Reportage
March of Independence Day in Warsaw /
On November 11, Poland celebrates Independence Day, which coincides with the end of the First World War and the birth of the “Second Republic of Poland”, following the Treaty of Versailles. During this day various celebrations are held, but the most important event is the Independence Day March, which runs through the city of Warsaw. Althoughit is a day of celebration for all Poles, in the last few years the extreme right wing and nationalist parties have taken over the march, which often exploit it to spread their slogans and principles. In 2017 some of the demonstrators showed racist banners and slogans like “Pure Poland, white Poland” and “White Europe of brotherly nations”. The Warsaw mayor, Hanna Gronkiewicz-Waltz, had tried to ban the demonstration the following year for security reasons, but a court accepted the appeal of the nationalists, stating that prohibiting the march would be a form of preventive censorship. Eventuallythe Government and nationalist and far-right groups came to anagreement: the extreme right demonstration would follow the official one, separated by a police cordon. On November 11, 2018, among the 200,000 participants, in addition to State representatives and Polish nationalist and far-right groups, there was also a delegation from Forza Nuova, the Italian neo-fascist party. Poland has long since had a clear turn to the right, with the government led by the right-wing party “Law and Justice” (PiS, led by Jarosław Kaczyński) which approved several authoritarian measures, against the fundamental freedoms of citizens or aimed at controlling strategic pieces of the state like the Supreme Court. The same party won the parliamentary elections on October 13, 2019.
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L’11 Novembre in Polonia si celebra il Giorno dell’Indipendenza, che coincide con la fine della Prima Guerra Mondiale e la nascita della “Seconda Repubblica di Polonia”, a seguito del Trattato di Versailles. Durante questa giornata si tengono vari festeggiamenti, ma l’evento più importante è la Marcia del Giorno dell’Indipendenza, che attraversa la città di Varsavia. Sebbene si tratti di un giorno di festa per tutti i polacchi, negli ultimi anni all’interno della marcia hanno preso il sopravvento i gruppi di estrema destra e i partiti nazionalisti, che spesso la sfruttano per diffondere i propri slogan e principi. Nel 2017 alcuni dei manifestanti mostrarono striscioni razzisti e slogan tipo “Polonia Pura, Polonia Bianca” e “Europa bianca di paesi fratelli”. La sindaca di Varsavia, Hanna Gronkiewicz-Waltz, cercò di proibire l’anno seguente la manifestazione per motivi di sicurezza, ma un tribunale accolse il ricorso dei nazionalisti, stabilendo che proibire la marcia sarebbe stata una forma di censura preventiva. Alla fine il Governo e i gruppi nazionalisti e di estrema destra trovarono un accordo: la manifestazione di estrema destra avrebbe seguito quella ufficiale, separata da un cordone di polizia. L’11 Novembre 2018, fra i 200.000 partecipanti, oltre ai rappresentanti di Stato e ai gruppi nazionalisti e di estrema destra polacchi, vi era anche una delegazione di Forza Nuova, il partito neofascista italiano. La Polonia da tempo ha avuto una netta svolta verso destra, con il governo guidato dal partito di destra “Diritto e Giustizia” (PiS, guidato da Jarosław Kaczyński) che ha approvato diverse misure autoritarie, contro le libertà fondamentali dei cittadini o volte a controllare pezzi strategici dello Stato come la Corte Suprema. Lo stesso partito ha vinto le elezioni parlamentari del 13 ottobre 2019.
Progetto IDE (Identity Dialogues Europe) /
Il Progetto IDE (Identity Dialogues Europe) è un importante e ambizioso progetto europeo biennale basato sulla fotografia.
Il suo scopo è promuovere e tutelare il patrimonio culturale europeo, approfondire il tema dell'identità e favorire l'integrazione dei migranti attraverso ricerche, attività formative e confronti che utilizzano la Fotografia.
Questo progetto coinvolge 4 realtà in Italia, Danimarca, Spagna e Olanda:
SI Fest, il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone, rappresentato dal fotografo Filippo Venturi.
Copenhagen Photo Festival, il più grande festival scandinavo, rappresentato dalla fotografa Marine Gastineau.
BFOTO, il festival di fotografia di Barbastro, rappresentato dalla fotografa Kate Buil.
NOOR, agenzia di fotogiornalismo di Amsterdam, rappresentata dalla fotografa Sanne De Wilde.
I 4 fotografi sono stati ospiti di 2 residenze artistiche: in giugno al Copenhagen Photo Festival e in settembre al SI Fest, durante le quali hanno condotto progetti fotografici, workshop, masterclass, letture portfolio, presentazioni, visite e confronti.
L’anno prossimo, nel 2020, si concluderà il progetto e i risultati saranno presentati attraverso mostre e attività che saranno esposte e sviluppate in tutte e 4 le realtà coinvolte.
Questo è il sito ufficiale: www.reconstructionofidentities.eu
Viaggio in Irlanda /
GIORNO 1 - Il primo volo di Ulisse
Avendo un volo notturno, la speranza era che avrebbe dormito buona parte delle 2 ore e 45 minuti di viaggio. Era, appunto.
Nei vari tentativi di accontentare la sua smania di muoversi e curiosare c'è stato il farlo camminare lungo il corridoio dell'aereo, ma dopo pochi secondi la passeggiata è diventata una rincorsa dove io vestivo i panni di Willy il Coyote.
Fra schiamazzi e gemiti di Ulisse, "ingiustamente" legato alla cintura di sicurezza, ogni tanto notavo la signora alla mia sinistra gettare occhiate disperate verso le file posteriori, in cerca di un sedile libero.
Nei momenti in cui Ulisse osservava dal finestrino si percepiva il suo desiderio di smontare le ali per esaminarle al millimetro. Magari per verificare "l'Effetto Venturi" (esiste davvero, per qualche bizzarro motivo me lo ricordo dai tempi della scuola).
Alla fine ha ceduto alla stanchezza, negli ultimi 10 minuti di volo, addormentandosi addosso a me e, grazie a questo momento di tenerezza, a farsi perdonare tutti i guai precedenti.
Già in Puglia qualche settimana fa e pure nella giornata di oggi, mi sono riconosciuto in quelle famiglie che osservavo da giovanissimo, un po' sgangherate e un po' imbarazzanti, per via delle difficoltà nello star dietro a tutto e dei bambini che testavano la pazienza dei genitori.
Che ti facevano pensare: "Io? Non sarò mai cosi!".
Oggi però so che ne vale la pena.
GIORNO 2 - Il verde di Irlanda
Appena sveglio, Ulisse ha finalmente potuto vedere per la prima volta il verde irlandese (l'arrivo in piena notte l'aveva impedito), soffermandosi a osservarlo ed emettendo piccoli gemiti euforici al passare di cani e altri animali.
Non so perché Elisa ha prenotato la stanza in un albergo per ricchi e attempati golfisti, devo però riconoscere che la luce e la vista della sala colazioni era notevole, molto rilassante.
Siamo andati a sud, nella Contea di Wicklow, facendo varie tappe ed escursioni, attraversando il Sally Gap e visitando il celebre sito monastico di Glendalough, luoghi che per atmosfere e colori rappresentano perfettamente l'Irlanda che amiamo (io ed Elisa siamo stati già in Irlanda prima di conoscerci e poi, assieme, in Irlanda del Nord e pure in Scozia, anche qui in cerca di zone selvagge, castelli, scogliere e pub).
In serata siamo arrivati a Kilkenny, passeggiando fra le sue vie medievali prima di tuffarci in una pinta di Guinness.
GIORNO 3 - Corse, castelli e tori incazzosi
Anche questa mattina è stata dura staccare Ulisse dalla finestra del nostro B&B.
La giornata è iniziata con la visita a Kilkenny, entrando nel castello, passeggiando lungo il "medieval mile", perdendosi nei viottoli e finendo dentro le riprese dell'Harry Potter irlandese (o qualcosa di simile).
Elisa mi dice di attendere con Ulisse perché deve fare una foto. Attendo. Poi scopro che anche noi eravamo parte della foto. Insomma sembro in posa ma non lo sono.
Una foto è di ieri, me l'ero dimenticata ma mi piaceva e l'ho messa oggi, quella dove Elisa e Ulisse mangiano in un bosco, tipo Hobbit.
Nel nostro girovagare finiamo alla Rock of Cashel che, per forma e ubicazione, esibisce una imponenza notevole sul visitatore in arrivo.
Ulisse corre nel giardino a perdifiato, fermandosi solo per indicarci i tanti corvi in volo. Cerco un posto da cui riprendere e incorniciare il castello, ma finisco nel territorio di un toro incazzoso. Scatto al volo e non attendo di scoprire se hanno imparato a scavalcare i muri.
Alla sera arriviamo a Kinsale, sul mare, ceniamo da Dino's, il re del fish and chips.
Nella passeggiata post-cena scopriamo che si tratta di un paese delizioso, ma l'illuminazione notturna è trascurata, un po' come in tutto il paese. A domani!
GIORNO 4 - Manine, bauli e Wild Atlantic Way
Il B&B aveva un tavolino abbastanza alto da battezzarlo "piano anti-Ulisse", dove appoggiare gli oggetti che per un motivo o per un altro dovevano essere salvaguardati.
In mattinata abbiamo visitato per bene Kinsale, un paesino sul mare che avevamo sottovalutato, ma che di giorno ci ha sorpreso per le sue vie e i suoi colori, al punto di sembrare il set di un film.
A Kinsale inizia la Wild Atlantic Way, che nei prossimi giorni percorreremo fin su nel Donegal.
Il momento clou della giornata è stato l'attraversamento del Ring of Bara e dell'Healy Pass, dove abbiamo trovato quel senso di selvaggio e isolamento che ci ha spinto a organizzare questo viaggio e che ricercheremo nei prossimi giorni.
Stiamo fotografando molto, preferendo però non pubblicare le fotografie più intime. Al rientro in Italia però le stamperemo tutte.
Ovviamente Ulisse non ricorderà nulla di questi viaggi, è troppo piccolo, ma la speranza è che possano seminare e nutrire in lui la curiosità di scoprire, la voglia di viaggiare e il rispetto verso culture diverse.
Mi procurerò un bauletto dove conserverò i miei lavori fotografici, i diari fotografici e scritti dei viaggi di famiglia e tutti quegli oggetti che potranno un giorno raccontargli o ricordargli chi siamo io ed Elisa, quali passioni ci hanno guidato nella vita e quanto lui sia importante per noi.
GIORNO 5 - Può piovere per sempre
Oggi vento e pioggia hanno sferzato il Ring of Kerry tutto il giorno, con brevi pause illusorie.
Le Kerry Cliffs hanno segnato il punto di massima sorpresa. Se la pioggia aveva concesso una breve tregua, il vento ha esibito i propri muscoli, estremizzato il senso di vertigine che si aveva nello sporgersi a vedere il mare infrangere sugli scogli 300 metri più in basso.
Da questo punto erano osservabili le Skelling Island, diventate famose perché nell'isola più grande (Skelling Michael) hanno girato il finale di Star Wars VIII.
Considerando le condizioni estreme di quella landa, potevamo quasi udire l'eco delle imprecazioni di Luke Skywalker dopo esservi recato a fare l'eremita.
Ulisse ha iniziato la giornata riprendendo i suoi test di gioco a nascondino nel B&B. Più tardi ha corso su una spiaggia, giocando a non farsi prendere dalle onde sulla battigia. Ha osservato il paesaggio irlandese con la malinconia tipica di chi guarda attraverso un vetro bagnato dalla pioggia, concedendosi qualche pisolino ristoratore. Alla sera ha studiato bene il menù di un pub prima di optare per le polpette.
Domani continueremo la nostra salita a nord.
GIORNO 6 - Battigia, bimbi volanti e laghi glaciali
Oggi abbiamo visitato la penisola di Dingle, la più settentrionale delle cinque penisole che formano la "mano d'Irlanda".
I numerosi punti di osservazione, le spiagge, i laghi glaciali e i ruderi di chiese e castelli hanno appagato il nostro desiderio di Irlanda.
La presenza di turisti è stata maggiore rispetto ai giorni passati, privandoci quindi della contemplazione solitaria del paesaggio.
Ulisse ci ha confermato che ama la battigia delle fredde spiagge atlantiche, oggi peró non fuggiva più le onde, anzi, ci si sarebbe tuffato dentro (se non trattenuto) con la sua tutina e l'impermeabile verde, emulando alcuni ragazzini che entravano in acqua indossando però la muta subacquea.
Per lui tutto ciò che ha meno di 8 anni è un possibile compagno di giochi e va imitato se fa qualcosa di nuovo.
Ulisse è molto fisico. Mi abbraccia le gambe se lo sgrido oppure se fa il timido di fronte ad uno sconosciuto. Le volte che non vuole stare nel suo lettino, finisce col dormire appiccicato a me oppure a Elisa. A volte me lo ritrovo col viso accanto al mio, a volte si incastona fra il mio braccio e il busto e altre volte tenta di addormentarsi sopra la mia schiena.
Ora ha scoperto la disciplina sportiva del salto sul papà.
GIORNO 7 - Fantasmi, vascelli e pozzanghere
Quando ero piccolo lessi una raccolta intitolata "Fantasmi irlandesi", con racconti di scrittori del calibro di Stoker, Le Fanu e O'Brien.
Forse la ricordate, era un libricino della Newton "100 pagine a 1000 lire", con in copertina una figura in piedi, avvolta in un lenzuolo e con un lume fra le mani.
Quella lettura mi colpì come solo certi buoni racconti sanno fare con la mente di un quattordicenne curioso e alla ricerca di paure da sfidare.
L'Irlanda è un luogo che ha sempre ispirato storie e leggende sovrannaturali, si presta facilmente grazie alle sue brughiere nebbiose e gelide, alle nubi rapide che in pochi istanti possono far piombare l'oscurità nel più sereno dei boschi e al fango che appesantisce il passo e rende facili prede.
Tutto questo mi è venuto in mente stamattina, entrando in bagno e vedendo Ulisse che, nuovamente, giocava a nascondino dietro la tenda della doccia.
Dopo la colazione abbiamo lasciato il B&B con la pioggia ad accoglierci sull'uscio.
Nel nostro esplorare la Contea di Clare, ci siamo imbattuti nell'abbazia omonima, oggi abbandonata e sorvegliata da mucche timorose e con lo sguardo docile.
Più tardi abbiamo fatto tappa al Vandeleur Walled Garden a Kilrush, per consentire a Ulisse di sgranchirsi le ossa, cioè correre a perdifiato in lungo e in largo, saltando dentro tutte le pozzanghere sul suo tragitto e attraversando anche il labirinto di siepi.
Una volta cambiato, s'è concesso una calda e asciutta dormita in macchina.
Tornati sulla costa, abbiamo visitato Spanish Point, un paesino con una maestosa spiaggia frequentata da surfisti, che prende il nome dalla sonora sconfitta della Invincible Armada (la celebre flotta spagnola di fine 1500) nello scontro con gli inglesi e che, in questo punto, subì il colpo di grazia a causa di una possente tempesta che sancì il fallimento della spedizione spagnola.
In serata siamo giunti alle Cliff of Moher, le scogliere più famose d'Irlanda, rimandando però la visita al giorno seguente così da dedicargli il tempo e l'attenzione che meritano.
Il nostro nuovo B&B si trova a Doolin, un paesino minuscolo all'interno di un territorio così selvaggio e umido, a pochi passi dall'oceano, che mi domando come possa sopravvivere all'inverno.
Appena fuori la nostra camera c'è un accogliente salottino con una finestra da cui osservare rassicurati la pioggia e il freddo che si rincorrono nella brughiera.
All'alba del giorno seguente ci ho trascorso un paio d'ore, contemplando il paesaggio, sbrigando qualche faccenda fotografica, rispondendo a email e scrivendo le righe che avete letto fin qui.
GIORNO 8 - Moher, Burren e Dunguaire
Lasciato il B&B di Doolin, abbiamo fatto tappa alle Scogliere di Moher (Aillte an Mhothair, in gaelico, che significa "scogliere della rovina"), una delle mete turistiche più celebri d'Irlanda che, nel punto più alto, raggiunge i 217 metri d'altezza sull'oceano Atlantico!
Ovviamente l'idea di non visitarle il giorno precedente, per mancanza di tempo, e di dedicargli la mattina di oggi non aveva previsto la pioggia incessante e il vento gelido oceanico che hanno martellato i visitatori tutto il tempo.
Con Ulisse addormentato nel calduccio della macchina, io ed Elisa ci siamo alternati a visitare le scogliere che, con queste condizioni atmosferiche, ci hanno ben ricordato che con la natura non si scherza e forse proprio questa è la lezione pratica più importante che potessimo avere in quel luogo.
Per riprenderci dalle ore di pioggia e vento, abbiamo fatto sosta in un pub, riscaldandoci con la zuppa del giorno e risollevandoci il morale con la Guinness.
Ulisse, esperto nel fare danni imprevedibili, ha gettato una bustina di ketchup nella birra... ma, essendo appunto una Guinness, non ci saremmo fatti problemi a finirla pure se ci avesse gettato un calzino.
Dopo pranzo siamo ripartiti in direzione nord, entrando finalmente nel maestoso Burren, una distesa rocciosa e calcarea che diverse persone descrivono come somigliante alla superficie lunare.
L'ultima tappa di oggi è stato il castello di Dunguaire, che a livello di dimensioni risulta di poco conto, soprattutto se confrontato con la Rock of Cashel, ma la sua ubicazione, in mezzo ad un lago melmoso, lo rende affascinante. L'ultima fotografia di oggi mostra Ulisse nell'istante in cui diventa invisibile.
GIORNO 9 - Cani e cavalli in Connemara
Ulisse ha apprezzato molto il nostro ultimo B&B grazie alla grande vetrata che rendeva luminoso il salotto e soprattutto al cane che è passato a salutarci e che ha avuto la priorità rispetto l'asciugatura dei capelli dopo il bagnetto.
Il programma di oggi consisteva nell'ingresso nella Contea di Galway per attraversare il Connemara, una regione selvaggia e che affascina i tanti visitatori che vi passano.
Non bastasse l'aspetto paesaggistico, è pieno di cavalli e non solo mucche e pecore come nelle aree fin qui visitate.
A Roundstone abbiamo fatto sosta in un pub per goderci una zuppa calda e del pesce in compagnia di una cesenate che ha base li, anche lei profonda amante dell'Irlanda :)
Per consentire a Ulisse di correre abbiamo passato un'oretta nel parco del paese, dotato di altalene, scivoli e altri bimbi italiani.
Continuando a percorrere la strada costiera abbiamo osservato e camminato su spiagge maestose e terreni brulli interrotti da piccoli laghi con acque scure e minacciose.
Alla sera siamo arrivati a Cliften, dove abbiamo scaricato i bagagli all'Abbey Glen Castle Hotel (un castello vero e proprio, anche se risalente al 1800) e siamo tornati in paese per due fish 'n chips, Guinness e Bulmers, in un pub tipico, con musica dal vivo. Il massimo che si possa desiderare dopo un giorno di viaggio.
GIORNO 10 - Sky Road e Kylemore Abbey
Al mattino ci siamo concessi un giro in macchina in relax lungo la Sky Road che, col cielo sereno che abbiamo trovato, è una esperienza da provare.
Assaporando ogni curva morbida, osservando i muretti in pietra scura che tagliano i verdi campi e scorgendo a valle grandi laghi e isolotti ricoperti a volte di vegetazione e a volte di rocce avvolte nel muschio, abbiamo trascorso la prima ora di viaggio.
La destinazione principale di oggi, attraverso l'incantevole Connemara, era la Kylemore Abbey, anche perché avevamo intenzione di far correre Ulisse per tutto il tempo che voleva nei grandi giardini e spazi verdi all'interno dell'abbazia.
Il biglietto è costato 14 euro ad adulto, il più alto del nostro viaggio, ma ne è valsa la pena.
Nelle due ore trascorse alla Kylemore Abbey abbiamo visitato il Walled Garden: troppo fighetto per me e troppo ordinato per i gusti di Ulisse; il parco esterno al giardino, risultato più autentico e affascinante; l'abbazia e la chiesetta neo-gotica, all'interno delle quali è stato possibile scoprire la storia romantica e amara del finanziere e parlamentare inglese Mitchell Henry e della moglie Margaret Vaughan.
In serata siamo giunti nel nostro B&B disperso nei boschi irlandesi, godendoci pure un blocco della polizia dove che mi hanno chiesto la patente e l'hanno controllata in 5 nanosecondi, probabilmente una finta perché sui turisti non riescono a fare controlli in tempi rapidi e/o perché preferiscono non complicargli il viaggio.
GIORNO 11 - Downpatrick Head e la Regina dei Pirati
Oggi abbiamo ripreso la salita a nord, attraversando la maestosa Dolough Valley, dove abbiamo incontrato delle cicliste temerarie e alcuni cartelli che raccontavano la grande carestia che ha colpito l'Irlanda a metà del 1800 e che vide centinaia di persone morire nell'attraversare questa valle in cerca di cibo.
Nella Contea di Mayo abbiamo camminato sul promontorio sferzato dai venti di Downpatrick Head: una delle aree più spettacolari d'Irlanda, dove crepacci, scogliere e voragini improvvise sono sprovviste di protezioni e l'unica misura di sicurezza è il buon senso dei visitatori.
L'attrazione principale qui è il Dun Briste (in gaelico, il "forte rotto"), un pezzo di scogliera rimasto isolato in mezzo al mare.
Leggenda vuole che in questo sperone di roccia si fosse rifugiato, quando ancora era tutt'uno col resto della costa, un re pagano di nome Crom Dubh che rifiutava la conversione al cristianesimo ad opera di san Patrizio. Dopo vani tentativi il santo patrono d'Irlanda avrebbe toccato terra col bastone facendo crollare parte del promontorio e lasciando a morire da solo sul Dun Briste il re disobbediente.
La tappa successiva è stata una fiabesca torretta, residuo del Rockfleet Castle, a cui è legata l'avvincente storia di Grace O'Malley.
Nata intorno al 1530, in un'epoca in cui era naturale che la donna dovesse sottostare alla volontà altrui per esaudirne le aspettative e quando il corpo di una donna le apparteneva fintanto che la libido altrui non lo esigeva, Grace decise di deludere alla grande le regole e prassi che pesavano su di lei. La ricerca della propria felicità e realizzazione non sarebbe stata compatibile col mondo che la circondava e allora tanto valeva rovesciarlo.
Certo, essere la figlia di Owen Dubhdarra O'Malley, capo del Clan degli O'Malley, le diede carte buone nella vita, ma bisogna poi sapersele giocare.
La storia e la leggenda irlandese qui si fondono: si dice che da giovane Grace volle partire con il padre per un'operazione commerciale in Spagna, ma, quando lui le disse che non poteva perché i suoi lunghi capelli si sarebbero impigliati alle corde della nave, lei se li tagliò, costringendolo a prenderla con sé.
Nella vita si orientò con la stella polare nella navigazione e con un orgoglio spudorato nei rapporti umani.
Grace, nel tentativo di fare una visita di cortesia a Howth Castle, venne informata che al momento la famiglia era a cena e i cancelli del castello le furono chiusi in faccia. Per ritorsione, fece rapire il figlio ed erede del Barone, che venne rilasciato sotto la promessa di tenere i cancelli sempre aperti ai visitatori inaspettati, e di mettere un posto in più durante ogni pasto. Ancora oggi questo accordo viene mantenuto dalla famiglia dei St. Lawrence, proprietari di Howth Castle.
Negli anni seguenti incontrò Elisabetta I, quando ormai l'Irlanda era sotto il dominio inglese, ma questo non la privò della spavalderia di non riconoscerla come propria regina e di "sfidarla" infrangendo alcune regole durante l'incontro formale, compreso il presentarsi armata di coltello.
Grace O'Malley ha ispirato tanti libri e canzoni, venendo citata anche in film e telefilm, come simbolo di donna indipendente e avventurosa, soprannominata Regina dei Pirati.
GIORNO 12 - Uomini, mare e Yeats
La giornata di oggi è stata all'insegna degli incontri con persone e soltanto nell'ultima parte ci siamo concessi un po' di sana contemplazione solitaria dei grandi paesaggi irlandesi. Al mattino abbiamo fatto tappa al molo di Easkey dove ho notato una famiglia intera impegnata a tuffarsi ripetutamente in mare.
A primo impatto li ho trovati interessanti perché avevano le caratteristiche tipiche che mi aspetterei dagli irlandesi (o comunque da chi vive nel Regno Unito): capelli rossi, lentiggini, sguardi severi e ginocchia segnate da croste, poi mi ha affascinato la massiccia autoironia contrastata da improvvisi ordini perentori, come quello della madre che non accettava che la figlia non trovasse il coraggio di tuffarsi.
Alla fine li ho conosciuti e sono riuscito anche a scattare un rapido ritratto di famiglia, perché percepivo comunque di essere una interferenza in un contesto meraviglioso perché spontaneo.
Continuando lungo la costa nella Contea di Sligo, ci ha colpiti il Beach Bar in mezzo al nulla di una spiaggia, ma nonostante questo pieno di avventori. Ci siamo scaldati con due zuppe di verdure e rinvigoriti con due Guinness, mentre Ulisse faceva scorpacciata di yogurt greco e mirtilli freschi.
Nel pomeriggio siamo arrivati a Strandhill, dove la spiaggia omonima è famosa per attirare tanti surfisti. Mi sarebbe piaciuto fare qualche ritratto ma non c'è stato il tempo, stare dietro a Ulisse è un lavoro a tempo pieno, così abbiamo fatto lunghe passeggiate sulla sabbia per poi concederci un gelato nel paese, pieno di visitatori essendo domenica.
Più tardi ci siamo diretti verso Sligo, passando attraverso il Benbulben e il Knocknarea, due alture molto particolari che ricordano certe forme del Grand Canyon americano, pur essendo ricoperte di vegetazione, ma che risaltano essendo nel bel mezzo di una pianura sul mare.
Si tratta di un giro di mezz'ora in auto eppure in pochi istanti ci siamo ritrovati lontani dalla civiltà e immersi in un paesaggio inquietante quanto affascinante, con boschi morenti e la pianura che si inclinava di quasi novanta gradi per raggiungere la cima delle due alture.
"[...] Sotto la vetta spoglia del Benbulben
nel cimitero di Drumcliff è sepolto Yeats.
Uno dei suoi antenati ne fu parroco
anni e anni fa; una chiesa si erge lì vicino;
presso la strada v’è un’antica croce.
E niente marmo, niente frasi convenzionali;
sul calcare scavato in quello stesso luogo queste parole sono state incise per sua volontà:
Getta uno sguardo freddo
Sulla vita e sulla morte.
Cavaliere, prosegui il tuo cammino!"
GIORNO 13 - Alture, cimiteri e vacche illuminate
La giornata di oggi è stata caratterizzata dalle sensazioni e intuizioni di qualcosa che va oltre la propria percezione.
Non credo a queste cose, non ascolto le religioni, non temo i fantasmi, non mi preoccupo se siamo in 13 a tavola e rido se qualcuno minaccia un malocchio, ma ogni tanto mi piace lasciarmi andare e mettere in stand by questo mio aspetto.
Stamattina è successo.
Abbiamo nuovamente girato attorno al Benbulben, l'altura che si trova nei pressi di Sligo, per ammirarne la forma singolare, le cicatrici dovute ai tanti fiumi istantanei che nascono con la pioggia a causa del l'inclinazione vertiginosa delle pareti, la foschia che ne avvolge sempre la parte superiore e per un attimo abbiamo pensato quanto sarebbe facile, specialmente per chi fosse vissuto secoli o millenni fa, vedere in quella forma qualcosa di divino, domandarsi quali esseri vivano lassù, perennemente nascosti dalle nubi, e come assecondarne la volontà: modificando le coltivazioni o addirittura pensando a sacrifici.
Finito il giro ipnotico, siamo tornati alla realtà e al bisogno di una tazza di caffè.
Il nostro viaggio sta volgendo al termine e quindi abbiamo abbandonato la Wild Atlantic Way per avvicinarci a Dublino.
Le ore alla guida sono trascorse con la malinconia di chi rivive internamente e metabolizza la bellezza di un viaggio e la straordinaria esperienza che ha vissuto e la loro conclusione.
Prima di arrivare ad Athlone, dove passeremo la notte, abbiamo fatto una sosta all'Abbeyshrule Cistercian Abbey e al cimitero adiacente per far passeggiare uno scalpitante Ulisse (in Irlanda e non solo è normale passeggiare o sedersi sull'erba nei cimiteri, che sono quindi vissuti e rispettati dai vivi; non sono luoghi esiliati e ai margini della società dove nessuno vorrebbe finire).
Qui è successo qualcosa.
Giunti all'angolo nord del cimitero, erano ben visibili i ruderi dell'imponente abbazia e delle mucche che sembravano meno timide del solito e che, a differenza di quanto detto scherzosamente giorni fa, sembravano veramente le custodi di qualcosa di profondo, non dimenticato, ma appartenente ad una diversa cultura e credenza, verso cui puoi portare solo un rispetto e silenziare la tua incapacità si comprendere.
Prima di andare via le nubi si sono aperte e i raggi del sole hanno reso ancora più surreale l'atmosfera del luogo.
A quel punto, per proteggere la mia diffidenza e terminare quella suggestione, sono tornato al volante.
GIORNO 14 - Sterco fumante, barche a remi e Coca Cola
Oggi è stato l'ultimo giorno in Irlanda. Avendo il volo alla sera e dovendo raggiungere Dublino con un paio di ore alla guida, la giornata ha concesso poche divagazioni.
La principale ha riguardato la foresta di St. John e Rindoon, un villaggio abbandonato risalente al 1200, con tanto di castello, nella Contea di Roscommon. Per raggiungerlo sarebbe bastata una passeggiata di un paio di chilometri in mezzo ai verdi prati, agli affascinanti muretti in pietra... e a quintali di sterco di vacca.
Non fosse bastata la pioggerellina che con i suoi tanti aghi ha punzecchiato i nostri volti tutto il tempo, ci siamo trovati a fare lo slalom fra mastodontiche cagate fumanti di mucche che, a breve distanza, ci osservavano con sguardo sornione.
Ad un certo punto ci siamo arresi al fango e alle intemperie, tornando alla macchina.
All'aeroporto ci siamo "goduti" le due ore di ritardo del volo, che almeno ci hanno permesso di far camminare Ulisse (e di fargli scoprire che la Signorina Coca Cola non è affatto male), fino a stancarlo e riuscendo così a farlo dormire quasi per tutta la durata del volo aereo verso Bologna.
Il viaggio si era concluso già ieri, in realtà, comprese le profonde e malinconiche riflessioni del caso. Oggi è stata una giornata puramente di viaggio noioso e dettata dal desiderio di tornare alla routine, ordinare le borse e gettarsi a capofitto nei progetti, nelle proposte, negli shooting lasciati prima di partire e in altri che si sono aggiunti in questi giorni.
Romagna Rugby - Jesi Rugby 43-10 /
Leonardo da Vinci, 500° Anniversario /
Anteprima del mio lavoro fotografico su Leonardo da Vinci
Il 2 Maggio 2019 saranno trascorsi 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, considerato come uno dei maggiori archetipi dell'uomo universale caratteristico del Rinascimento. Leonardo di ser Piero da Vinci nacque ad Anchiano (frazione di Vinci, Italia) il 15 aprile 1452 e morì ad Amboise (Francia) il 2 maggio 1519. Si interessò alle maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Si occupò di architettura e scultura, fu disegnatore, trattatista, scenografo, anatomista, musicista, progettista e inventore. È considerato uno dei più grandi geni dell'umanità.
Nel corso del 2018 ho approfondito i miei studi sull’artista effettuando una ricerca fotografica: ripercorrendone la vita, raccogliendo le “tracce” che ha lasciato, le ipotesi che lo riguardano e le testimonianze sulla sua influenza nelle arti, nella tecnologia e nella quotidianità odierna. Partendo dalla mia terra, la Romagna, dove Leonardo soggiornò e lavorò per Cesare Borgia, aggiornando le fortificazioni delle Rocche del luogo, mi sono poi recato a Vinci e a Firenze dove l'artista visse e passò la giovinezza. A Firenze ho rintracciato alcuni eredi ufficiali di Leonardo, fra cui il Maestro Franco Zeffirelli, uno dei registi italiani più importanti al mondo — purtroppo malato e non disponibile — riuscendo però a ritrarre e intervistare il figlio, Pippo Zeffirelli. Ho esplorato e fotografato la Valmarecchia, il Valdarno e il Lago di Iseo dove alcuni studi collocano gli sfondi dipindi da Leonardo in alcune sue opere (la Gioconda e la Vergine delle Rocce), risalendo ai luoghi esatti che gli studi hanno individuato. A Forlì ho fotografato il Robot “Da Vinci”, il più evoluto sistema robotico per la chirurgia mininvasiva, durante un intervento chirurgico in sala operatoria per la rimozione di un tumore. Infine, a Milano, ho documentato l’ala del Museo della Tecnologia dedicata al genio vinciano.
INTERVISTA A PIPPO ZEFFIRELLI
Franco Zeffirelli, all'anagrafe Gian Franco Corsi Zeffirelli (Firenze, 12 febbraio 1923), è uno dei registi italiani più famosi al mondo che, da diversi anni, si è ritirato dalla scene. A causa della malattia, non è stato possibile intervistarlo ma, al suo posto, si è reso disponibile Pippo Zeffirelli, figlio adottivo del Maestro e vice Presidente della Fondazione Zeffirelli, che gestisce il Museo omonimo. Una ricerca ufficializzata nel 2016, condotta da Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato, del Museo Ideale Leonardo da Vinci, ha individuato 35 eredi di Leonardo da Vinci, fra i quali Franco Zeffirelli, il quale però era già a conoscenza di tale discendenza.
Un'analogia curiosa che lega Leonardo da Vinci e il Maestro Zeffirelli e che entrambi sono figli non riconosciuti dai propri padri.
Zeffirelli nasce da un rapporto extraconiugale del padre e della madre: erano entrambi sposati con altre persone. La madre e il rispettivo marito avevano già avuto due figli ma, a seguito di un incidente, l'uomo non poteva più avere figli e questo era noto a Firenze. Per questo motivo lui non aveva potuto riconoscerlo. La madre era una sarta importante all'epoca e il Maestro nacque in Piazza della Repubblica, in un bel palazzotto dove c'era un atelier, un pianoforte (la madre amava la musica classica) e tanto altro. Il padre lo ha sempre frequentato di nascosto e, nel momento in cui rimase vedovo, lo riconobbe. Zeffirelli è un cognome inventato: visto che non poteva avere il cognome del padre né quello del marito della madre. Le iscrizioni allo Spedale degli Innocenti (Il termine "spedale" deriva dall'antico dialetto fiorentino; il nome sarebbe da intendersi come "ospedale dei bambini abbandonati" in riferimento all'episodio biblico della Strage degli Innocenti) usavano le lettere dell'alfabeto per assegnare i nomi agli orfani e, il giorno in cui venne iscritto Leonardo, toccava alla lettera Z. Siccome la madre era un amante dell'opera, volle dargli il nome Zeffiretti, da un'aria dell'Idomeneo di Mozart; ci fù però un errore di trascrizione che lo fece diventare Zeffirelli. A 17 anni il padre rimane vedovo e, dopo averlo riconosciuto, gli diede il proprio cognome: Corsi. Non aveva potuto riconoscerlo prima perché aveva una moglie molto gelosa e con la quale aveva avuto solo una figlia femmina. La moglie era molto risentita del fatto che lui avesse avuto un maschio con un'altra donna. In realtà il padre aveva anche altri figli extra coniugali: lui importava tessuti e forniva molte sartorie di Firenze ed evidentemente doveva possedere un certo fascino e doveva aver incontrato e soddisfatto molte donne perché il Maestro si ritrovò con altri 5/6 fratelli e sorelle: di qualcuno ne venne a conoscenza in età avanzata. Un fratello, ad esempio, lo ha scoperto durante la seconda guerra mondiale: il Maestro era in quel periodo un partigiano e si era rifugiato sulle colline. Conosceva già bene l'inglese e aveva iniziato a fare da interprete per gli inglesi. Un giorno decise di scendere a Firenze per andare a trovare il padre ma, lungo il percorso, lui e una decina di partigiani vennero arrestati da un gruppo di fascisti. Portati in Caserma, incontrò questo tizio dietro la scrivania che schedava i ragazzi arrestati, chiedendo il nome e cognome, e quando arrivò il turno del Maestro, all'epoca già riconosciuto dal padre, fornì il nome intero: Gian Franco Zeffirelli Corsi, figlio di Ottorino Corsi. Lo schedatore, sorpreso, gli domandò "Tu sei figlio di Ottorino?", "Si", a quel punto il tizio chiamò una guardia e fece chiudere Zeffirelli una stanza li accanto. Dopo circa mezz'ora arrivò il padre nella sala dove avveniva la schedatura e, a questo punto, anche il Maestro viene ricondotto li. Con sorpresa generale il padre iniziò a dare delle pacche affettuose al fascista che schedava le persone, dicendogli di perdonare questo ragazzo, che è si un cretino un po' sballato, ma in fondo è tranquillo e buono e quindi di lasciarlo andare. Il Maestro venne rilasciato e, allontanandosi col padre, gli domandò chi fosse quel fascista e lui rispose "Era tuo fratello".
Il fatto che non sia stato ufficialmente riconosciuto fin da subito dal padre ha influenzato il carattere del Maestro o le opere che ha prodotto?
Il Maestro ha avuto una infanzia molto triste e dura. Nei primi due anni fu cresciuto da una balia, poi dalla madre (Alaide Garosi Cipriani), che nel frattempo aveva perso il marito; insieme dovettero trasferirsi a Milano dove la donna si sistemò presso la figlia. Vissero li circa 4 anni, fino a quando la madre morì di tubercolosi, lasciando il Maestro solo. Il padre, attraverso la cugina Lide, lo fece andare a prendere. Si creò un forte legame con la Zia Lide che si occupò di crescere Zeffirelli, educarlo e farlo studiare, grazie anche all'appoggio economico del padre che, quando rimase vedovo, fu convinto da Lide a riavvicinarsi al figlio fino a ricreare un rapporto. Da ragazzino, a 6-7 anni, la moglie del padre era talmente furibonda (a causa del figlio avuto dal marito fuori dal matrimonio) che andava a insultarlo fuori da scuola, chiamandolo "bastardino" e invitandolo ad andarsene da Firenze e proprio su questi episodi si è poi basato il film del 1999 "Un tè con Mussolini". Quindi credo che abbia sofferto molto. Se ha influenzato la sua carriera? Difficile dirlo. Credo fosse un ragazzino molto intelligente, con tanta voglia di fare e una forte personalità. Va comunque detto che durante la sua vita non si è mai sposato ma, ad un certo punto, ha adottato me e Luciano, per crearsi una famiglia.
Anche la genialità è un elemento comune fra il Maestro e Leonardo da Vinci.
Il Maestro, pur non essendo Leonardo, è stato un artista a tutto campo: dalla regia, alla scenografia, al costume, alla scrittura di libri, insomma c'è una genialità anche in lui, difficilmente per via della discendenza da Leonardo, più probabile una predisposizione del ragazzo e forse anche grazie agli insegnanti di alto livello che trovò a scuola. Ricordo che, nell'anno in cui si diplomò all'Istituto d'Arte, studiava sempre assieme a tre amici e tutti sono diventati grandi professionisti: Piero Tosi, il più grande costumista al mondo, che ha lavorato con Visconti, De Sica, Fellini, Pasolini e che ha ricevuto anche un Oscar alla carriera, Danilo Donati, che è stato un altro genio e che ha vinto due oscar: uno per i costumi di Romeo e Giulietta di Zeffirelli e uno per Il Casanova di Fellini, e Anna Anni, che forse ebbe una carriera leggermente inferiore, ma questo perché amava insegnare e vi dedicava molto tempo; lavorò molto con Zeffirelli.
Il Maestro Zeffirelli come aveva scoperto di discendere da Leonardo da Vinci?
La discendenza da Leonardo lui l'ha sempre saputa. Non l'ha mai appurata, sono stati altri a farlo in seguito (vedi la ricerca ufficializzata nel 2016). Il padre, verbalmente, glielo aveva ribadito più volte. Ad esempio alla prima dello spettacolo teatrale di "Romeo e Giulietta", a Londra, il Maestro Zeffirelli era molto emozionato all'idea che sarebbe stata presente anche la Regina d'Inghilterra e il padre allora gli disse "Vai a testa alta perché lei sarà la Regina d'Inghilterra, ma tu discendi da Leonardo da Vinci!".
Avere la responsabilità di preservare, promuovere e tramandare il lavoro del Maestro Zeffirelli immagino che sia molto impegnativo. Ha dovuto rinunciare a qualcosa per questo?
Per cinquanta anni ho lavorato nel campo del cinema, soprattutto col Maestro, ma ho fatto film anche con Francis Ford Coppola, ("Cotton Club"), James Ivory ("Camera con vista") e altri. In seguito fui adottato da Zeffirelli e, più tardi, quando si ammalò, decisi di lasciare gli Stati Uniti, dove vivevo, per trasferirmi definitivamente in Italia per accudirlo, aiutarlo e portare avanti gli impegni familiari e professionali. Quando abbiamo creato la Fondazione Zeffirelli, è toccato a me occuparmene e seguirne la gestione. Non mi manca nulla, forse l'unica cosa è che inizio ad essere abbastanza anziano, ho 70 anni, e invece questo impegno mi occuperà fino alla fine dei miei giorni (sorride). L'adozione è avvenuta che ero già grande, circa 25 anni fa, il Maestro me lo aveva proposto già in precedenza ma ho voluto attendere la scomparsa di mio padre; prima non lo avrei permesso.
Lei e il Maestro avete delle opere preferite di Leonardo da Vinci?
Come si fa a non amare il lavoro di Leonardo? Tutto quello che ha fatto ha dietro uno studio profondo e straordinario. Zeffirelli, fra l'altro, voleva lavorare a due progetti molto ambiziosi che però rimarranno incompiuti. Il primo era un film sull'Inferno di Dante, i cui bozzetti sono presenti qui nel museo nella Sala dell'Inferno. Il secondo era un film, intitolato "I Fiorentini", sulla Repubblica fiorentina nel quale Michelangelo e Leonardo venivano convocati contemporaneamente:il primo per realizzare il David e il secondo per deviare strategicamente il corso dell'Arno durante il conflitto con Pisa. Il film avrebbe approfondito il rapporto fra questi due giganti che si amavano e si odiavano, a causa dell'invidia reciproca. C'è una descrizione meravigliosa della vita a Firenze all'epoca, dell'omosessualità di Michelangelo (di quella di Leonardo se ne parla meno) e tanto altro. In quel periodo di preparazione del film abbiamo approfondito e studiato la vita di Leonardo e le sue invenzioni, imparandone la grandezza. Sarebbe stato un film meraviglioso, con una cura maniacale di ogni dettaglio, come soltanto il Maestro avrebbe saputo fare.
Leonardo da Vinci's 500th Anniversary /
A preview of my photographic work on Leonardo da Vinci
On May 2, 2019, the fifth centenary of the death of Leonardo da Vinci occurred, a celebration of one of the most renowned archetypes of the “universal man” typical of the Renaissance time. Leonardo di ser Piero da Vinci was born in Anchiano (municipality of Vinci) on April the 15th 1452 and he died in Amboise (France) on May the 2nd 1519. He spawned his interest in the most different fields of art and knowledge; he dealt with architecture, sculpture, he busied himself in drawing, he wrote essays, he was a scenographer, anatomist, musician, designer and inventor. He is considered one of the greatest geniuses of all time.
During 2018 I have further deepened my studies about this artist by developing a photographic research; I have retraced his life, following the “traces” he has left, the hypotheses that concern him and the testimonies of his influence on arts, technology and today’s life. Starting from my own land, Romagna, where Leonardo lived and worked for Cesare Borgia, renovating the fortifications of the local Rocche (castles), later I visited Vinci and Florence where the artist lived and spent his childhood. In Florence I traced back some of Leonardo’s official heirs, including the Maestro Franco Zeffirelli, one of the world’s most renowned Italian directors. I explored and photographed the Valmarecchia and the Iseo Lake, identified by some recent studies as the backgrounds Leonardo painted in some of his pictures (the Mona Lisa and the Virgin of the Rocks), managing to find the exacts spots described in the studies. In Forlì I have photographed the “Da Vinci” robot, the most evolved robot system for the mini-invasive surgery, during a surgical procedure to remove a tumour. Finally, in Milan, I have documented the wing inside the Museum of Technology dedicated to Da Vinci’s genius.
INTERVIEW WITH PIPPO ZEFFIRELLI
Franco Zeffirelli, born Gian Franco Corsi Zeffirelli (Firenze, 12 febbraio 1923), is one of the world’s most famous Italian directors. Due to a serious illness he no longer appears in public and I could not interview him. In his place I had the opportunity to talk with Pippo Zeffirelli, Franco Zeffirelli’s son and vice president of the Zeffirelli Foundation which manages the Museum. An official research in 2016, conducted by Alessandro Vezzosi and Agnese Sabato, of the Ideal Leonardo da Vinci Museum, has identified 35 heirs of Leonardo da Vinci, among whom Franco Zeffirelli, who was already aware of this lineage.
A curious analogy links Leonardo Da Vinci and Franco Zeffirelli, both of them were not acknowledged by their own fathers.
Zeffirelli was born of an extramarital relationship between his father and his mother: they were both married to other people. The mother and her respective husband already had two children but, following an accident, the man could no longer father any children. This was a known fact in Florence and for this reason he could not recognize Franco. The mother was an important seamstress at the time and Franco Zeffirelli was born in a beautiful building in Piazza della Repubblica where there was an atelier, a piano (the mother loved classical music) and much more. His true father always visited him in secret and, when he became a widower, he recognized him. Zeffirelli is an invented surname: since he could not have the surname of his father nor that of his mother's husband. In the inscriptions at the Spedale degli Innocenti (Innocents’ Hospital) (the word “spedale” comes from the Florentine vernacular; the name refers to the “hospital of the abandoned children” quoting the biblical episode of the Massacre of the Innocents) they used the alphabet letters to name the orphans and, the day in which Gian Franco was brought there, they had reached the letter Z. Since his mother loved the opera, she wanted to name him Zeffiretti, from Mozart’s Idomeneo; however, they misspelled it and the name became Zeffirelli. At the age of 17 he was recognized by his father, a widower by the time, receiving his surname: Corsi. He could not recognize him before because he had a very jealous wife with whom he only had a daughter. His wife resented the fact he had had a boy with another woman. If truth be told, the father had other extra-marital children: he imported fabrics and provided many tailors in Florence and evidently had a certain charm and must have met and satisfied many women because the Maestro in the end discovered five or six half-brothers and sisters; some of them he met later in his life. For example, he found out about a brother during the Second World War; at that time the Maestro was a partisan and had taken refuge in the hills. He already spoke English fairly well and started acting as an interpreter for the English. One day he decided to go down to Florence to visit his father but, along the way, he and a dozen partisans were arrested by a group of fascists. Taken to the barracks, he met this guy behind the desk that filed the arrested boys, asking for the name and surname, and when Zeffirelli’s turn arrived, he gave the whole name: Gian Franco Zeffirelli Corsi, son of Ottorino Corsi. The officer, surprised, asked him "Are you Ottorino's son?", "Yes", at that point he called a guard and had Zeffirelli shut in a room next door. After about half an hour the father arrived in the room where the filings took place and Zeffirelli was brought back too. Surprisingly, the father began patting the officer, telling them to forgive the boy, a fool and a misfit, but in the end quiet and kind, and asked to let him go. The Maestro was released and, going away with his father, asked him who the Fascist was and his father replied "He was your brother".
The fact that his father acknowledged him only later in his life influenced the Maestro or the works he produced?
The Master had a very sad and hard childhood. In the first two years of his life he was raised by a nurse and then his mother (Alaide Garosi Cipriani), who in the meantime had lost her husband, had to move to Milan where the woman settled with a daughter. They lived there for about 4 years, until his mother died of tuberculosis, leaving the Maestro alone. The father, through his cousin Lide, fetched him. A strong bond was created with the Aunt Lide who took care of Zeffirelli, educating him and making him study, thanks to the financial support of his father who, when he was a widower, was convinced by Lide to get closer to his son to bind a relationship. When he was a child of 6-7 years old, his father’s wife was so furious about him (since he was an extramarital son) that she used to insult him out of school, calling him “little bastard” and biding him to leave Florence; the 1999 film “Tea with Mussolini” is based on these episodes. I think he suffered very much; was his career affected by these facts? It’s difficult to say. I believe he was a very smart child, willing to do things and with a strong personality. He never married and, at a certain point, he adopted Luciano and me to create his own family.
Genius is another common element between Leonardo Da Vinci and Zeffirelli.
The Maestro, although no Leonardo, was a full-fledged artist: from directing, to set design, to costume, to writing books, in short he is a genius too, hardly because of him being Leonardo’s descendant, more likely for a predisposition of the boy and perhaps also thanks to the high-level teachers he found at school. I remember that, in the year in which he graduated from the Institute of Art, he always studied with three friends and all three became great professionals: Piero Tosi, the greatest costume designer in the world, who worked with Visconti, De Sica, Fellini, Pasolini and who also received an Academy Honorary Award; Danilo Donati, who was another genius and who won two Oscars: one for the costumes of Romeo and Juliet by Zeffirelli and one for Il Casanova by Fellini, and Anna Anni, who perhaps was less renowned, but this because she loved to teach and devoted to taching a lot of time, but she too worked a lot with Zeffirelli.
How did Maestro Zeffirelli discover he was one of Leonardo’s descendants?
He always knew it although it was not an established fact, others have done it later (see the official search in 2016). The father had told him many times. For example, at the premiere of the "Romeo and Juliet" theatrical show in London, Maestro Zeffirelli was very excited at the idea that the Queen of England would be present and his father said to him "Keep your head up because she might be the Queen of England, but you are Leonardo da Vinci’s descendant!”
I trust that holding the responsibility of keeping, promoting and passing down Maestro Zeffirelli’s work is quite demanding. Did you give up something to pursue this task?
For fifty years I have worked in the field of cinema, especially with the Maestro, but I also made films with Francis Ford Coppola, ("Cotton Club"), James Ivory ("A Room with a View") and others. Later I was adopted by Zeffirelli and when he fell ill, I decided to leave the United States, where I lived, to move permanently to Italy to take care of him, help him and carry out family and professional commitments. When we created the Zeffirelli Foundation, it was my turn to deal with it and monitor its management. I do not miss anything, maybe the only thing is that I’m getting quite old, I'm 70, and this commitment will occupy me until the end of my days (he smiles). The adoption occurred when I was already a grown up person, about 25 years ago, the Maestro had already proposed it to me before but I wanted to wait for the death of my father. I could not allow it before.
Do you and your father have a favourite work among the whole Leonardo production?
How could one not love Leonardo's work? Everything he did came from a deep and profound study. My father, among other things, wanted to work on two very ambitious projects that will remain unfinished. The first was a film about Dante's Inferno, whose sketches are present here in the museum in the Sala dell'Inferno. The second was a film, entitled "The Florentines", on the Florentine Republic in which Michelangelo and Leonardo were summoned at the same time: the first to realize the David and the second to strategically divert the course of the Arno during the conflict with Pisa. The film would have deepened the relationship between these two giants who loved each other and hated each other because of mutual envy. There is a marvellous description of life in Florence at the time, of the homosexuality of Michelangelo (Leonardo’s homosexuality is less known) and much more. While we were setting up things for the film we deepened and studied the life of Leonardo and his inventions, learning their greatness. It would have been a stunning film, with a maniacal care for every detail, as only the Maestro could do.
Nostalgic Fascists in Predappio /
Reportage about nostalgic fascists at the 74th anniversary of the death of Benito Mussolini.
Predappio, Italy, 28/04/2019.
Predappio is a small Italian town with a population of 6.000 inhabitants, situated in the province of Forlì-Cesena, best known for being the birthplace of Benito Mussolini. The Italian dictator is buried there too, in the monumental cemetery of San Cassiano in Pennino.
On these three anniversaries:
- July 29, birth of Benito Mussolini (1883)
- April 28, death of Benito Mussolini (1945)
- October 28, March on Rome (1922)
“pilgrims” from all over Italy flock there, some on their own others on bus tours, to pay homage to the Duce's grave which, counting more than 80.000 visits every year, is the second most visited grave in Italy, the first being Giovanni Paolo II's burial place.
The meeting is the Sunday morning closest to the date of the anniversary that is celebrated, in front of the Church of St. Anthony, in the homonymous square, where the march of about 1.5 km starts until the arrival at the Monumental Cemetery of San Cassiano in Pennino.
Contrary to common belief, during these anniversaries one can find young people and families too – common faces opposed to the usual portrait of the serious and strict Fascist. These groups consider the pilgrimage as a Sunday trip or a visit to a distant relation, referring to the Duce as an “Uncle” or “Grandpa Benito”, evoking his wisdom and the inflexibility he would have had in facing today's problems.
Fascist nostalgia here lacks consistency and becomes almost a fairy tale.
Pseudolo di Tito Maccio Plauto /
Teatro Europeo Plautino, nell’ambito di Plauto nelle Scuole 2018/2019, presenta
“Pseudolo” di Tito Maccio Plauto
Regia di Cristiano Roccamo, con
Simone Castano (Pseudolo)
Massimo Boncompagni (Ballione)
Gianluca D’Agostino (Calidoro, Simone, Cuoco)
Cecilia Di Giuli (Carino, Arpace, Scimmia).
La compagnia Teatro Europeo Plautino è la compagnia ufficiale del "Plautus Festival" e nasce da un'idea del direttore artistico Cristiano Roccamo: lo scopo è quello di riscoprire il teatro classico in generale e quello plautino in particolare, per avvicinare il pubblico a quello che è il patrimonio classico della cultura europea.
Teatro Europeo Plautino è molto di più di un centro di produzione teatrale: ogni anno infatti è attivo il progetto "Plauto nelle scuole", che coinvolge diversi istituti superiori della Penisola ed ha lo scopo di avvicinare il teatro classico ai giovani, si svolge il laboratorio teatrale per amatoriali a Sarsina e nei Comuni vicini e si dà vita a progetti europei nel settore del teatro e dell'innovazione culturale.
Il "Plautus Festival" è il festival ministeriale di teatro classico che si svolge ogni anno dal 1956 a Sarsina (FC), città natale del commediografo latino Tito Maccio Plauto. Da metà degli anni '90 il festival si svolge nella splendida cornice dell'Arena Plautina, a pochi chilometri dalla città di Sarsina. Ogni anno ospita i nomi più importanti del panorama teatrale italiano. E' inoltre un centro di produzione teatrale, grazie alle attività della compagnia ufficiale Teatro Europeo Plautino. Per onorare i 2200 anni dalla morte di Plauto, l'Unione Europea ha deciso inoltre di coniare una moneta a corso legale dedicata proprio al commediografo latino, che verrà messa in circolazione da maggio 2016 in oltre un milione e mezzo di copie.
PSEUDOLO
Cicerone ci racconta che Plauto “si divertiva” (gaudebat) in vecchiaia nel comporre Pseudolus, rappresentata per la prima volta nel 191 a.c. quando Plauto aveva circa sessant'anni. Calidoro era innamorato della cortigiana Fenicia ma era a corto di denaro. Un militare riscatta la fanciulla dal lenone Ballione. Pseudolo, servo di Calidoro, raggira il militare ed il lenone. Calidoro ottiene la sua amante e Pseudolo il suo vino. Come nel Miles Gloriosus, nello Pseudolus il servo è al centro della Commedia. Il servo di Plauto ha infatti ispirato nei secoli i più grandi autori teatrali come Molière, Ariosto, Goldoni, Shakespeare, Goëthe e Rossini; per questo, e non solo, si evince come Plauto sia il padre di tutto il teatro comico europeo. Una messa in scena semplice, senza quarta parete. Gli attori dialogano tra loro, si rivolgono al pubblico e lo interpellano. Ne vien fuori un allestimento che lascia spazio al gioco scenico, all'improvvisazione. Deverbia e Cantica accompagneranno gli spettatori negli intrecci Plautini messi in atto da personaggi grotteschi, anche grazie all'uso delle maschere che permettono agli attori di interpretare più personaggi. I sentimenti e gli affetti sinceri, quando ci sono, sono comici e non commoventi, motivo per cui, le commedie di Plauto erano di certo le più applaudite.
Zetazeroalfa concert in Milan /
Si è svolto sabato 23 marzo il concerto degli Zetazeroalfa il cui frontman, Gianluca Iannone, è il fondatore di CasaPound (un partito politico italiano di estrema destra neofascista). L'evento è stato organizzato per celebrare i 100 anni della nascita dei "Fasci di Combattimento" (il movimento politico fondato a Milano da Benito Mussolini il 23 marzo 1919, che il 10 novembre 1921 si trasformò in Partito Nazionale Fascista) e per festeggiare i 20 anni della band. Nonostante le associazioni di sinistra abbiano provato a opporsi, l'evento si è svolto comunque in una location segreta, resa nota 24 ore prima dell'evento: lo "Space 25" in Via Toffetti. L’orario d’inizio era stato fissato alle ore 19.19, l'anno di fondazione dei "Fasci di Combattimento". Erano attese delegazioni anche straniere, per circa 2000 persone complessive.
The Zetazeroalfa concert took place on Saturday, March 23. The frontman, Gianluca Iannone, is the founder of CasaPound (an extreme right neo-fascist Italian political party). The event was organized to celebrate the 100th anniversary of the birth of the "Fasci di Combattimento" (the political movement founded in Milan by Benito Mussolini on March 23, 1919, which became the National Fascist Party on November 10, 1921) and to celebrate 20 years of the band. Although the leftist associations have tried to oppose it, the concert took place anyway in a secret location, announced 24 hours before the event (the "Space 25" in Toffetti Street). The start time was set at 7.19 pm (19.19), the year in which the "Fasci di Combattimento" were founded. Foreign delegations were expected, for a total of about 2000 people.