USA

Broken Mirror al MIA Photo Fair by Filippo Venturi

Una selezione di 8 immagini dal mio lavoro Broken Mirror sarà esposta nell’edizione 2025 del MIA Photo Fair, rappresentato dalla Galleria Fabrik Projects (Los Angeles, US).

Nella giornata di venerdì 21 marzo, alle ore 15.00, parteciperò al talk “L’ambiguità del Visuale e l’affidabilità della fonte nella opera d’arte: AI e fotografia a confronto” con Chris Davies (Galleria Fabrik Projects) ed Emanuela Mazzonis (curatrice della sezione dove rientra il mio lavoro, intitolata “Reportage Beyond Reportage”), nell’Area Talk presso Superstudio Più (sede della Fiera) a Milano.

La foto di Donald Trump peacemaker by Filippo Venturi

La fotografia pubblicata dalla Casa Bianca su X (ex Twitter) che ritrae Donald Trump circondato da fedeli (non è chiaro se devoti a Dio o a lui stesso), per me, diventerà una fotografia storica.

Questo il testo che la accompagna:
"Come dice la Bibbia, 'Beati gli operatori di pace'. E in questo senso, spero che la mia più grande eredità, quando tutto sarà finito, sarà conosciuta come un costruttore di pace e unificatore".
— Il Presidente Donald J. Trump


Questa fotografia ha portato al centro della nostra quotidianità tutte le criticità di cui abbiamo parlato negli ultimi due anni, legate alle immagini generate con intelligenza artificiale che imitano la fotografia:

1) L’affidabilità della fonte
In teoria, l’origine dell’immagine era autorevole, ma Trump ha già utilizzato in passato immagini generate con l'intelligenza artificiale al servizio della sua propaganda. Questo ha reso impossibile avere una certezza assoluta sull'autenticità della fotografia.

2) L’ambiguità visiva
L’immagine è surreale e, a prima vista, diversi osservatori hanno messo in dubbio la sua autenticità. Trump però ci ha abituati a trasformare l’assurdo in realtà. Personalmente, per l’idea che mi sono fatto del neo Presidente USA, ritenevo più plausibile che quella scena fosse stata realmente allestita e fotografata piuttosto che generata digitalmente. Questo perché i software generativi TTI (text-to-image) ancora faticano a riprodurre in modo convincente quella moltitudine di dettagli – come le mani – e una successiva post-produzione per correggere tali difetti avrebbe richiesto un lavoro considerevole.

3) L'affidabilità dei software di riconoscimento
Alcuni strumenti di analisi delle immagini, progettati per distinguere tra fotografie reali e immagini generate, hanno classificato la foto come autentica. Ma la loro affidabilità è relativa: man mano che i software generativi migliorano, anche gli strumenti di riconoscimento dovranno evolversi, senza alcuna garanzia che riescano a mantenere il passo.

4) Il valore delle prove di supporto
Il ritrovamento di un video di backstage, in cui si vedono molti dei personaggi ritratti nella foto con gli stessi abiti, ha confermato che l’incontro è avvenuto davvero e che è plausibile che la foto sia stata scattata. Tuttavia, in futuro, prove di supporto di questo tipo potrebbero essere facilmente generate con l’IA per rafforzare la credibilità di altre immagini generate con l'IA, inducendo l’osservatore a credere di aver trovato una conferma reale quando in realtà è vittima di un inganno.

È evidente, però, che un simile processo non è sostenibile per ogni immagine con cui entriamo in contatto. Forse lo applicheremo alle immagini che ci colpiscono di più o che dobbiamo usare nel nostro lavoro, almeno per un po', ma alla lunga diventerà impossibile mantenere questo livello di attenzione, soprattutto nei contenuti di intrattenimento (che però oggi si sovrappongono sempre più all'informazione).

Forse in futuro ci abitueremo a non fidarci di nulla e, probabilmente, finiremo per lasciarci ingannare da tutto.

Il Governo di Donald Trump by Filippo Venturi

Magari tecnicamente non sarà eccelsa, ma questa fotografia racconta in modo simbolico cosa sta accadendo negli Stati Uniti, e non solo.

Siamo nell'Accademia dell'FBI di Quantico, Virginia. La foto risale a mercoledì 29 gennaio 2025. L'autore non è noto; la fotografia è stata fornita al Washington Post.

Stiamo tornando indietro nel tempo a tutta velocità, tirando nel cesso progressi e diritti faticosamente ottenuti. E una buona parte di noi sta applaudendo a questo scempio.

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It may not be technically excellent, but this photograph is symbolically telling of what is happening in the United States, and beyond.

We are in the FBI Academy in Quantico, Virginia. The photo is dated Wednesday, 29 January 2025. The author is not known; the photograph was provided to the @washingtonpost.

We are speeding back in time, flushing hard-won advances and rights down the toilet. And a good part of us is applauding this debacle.

Il fallito attentato a Donald Trump e la complessità che sfugge al momento decisivo by Filippo Venturi

Nel numero di ottobre di FotoIT è uscito un mio articolo, nella sezione Saggistica, in cui parlo a mente fredda de "Il fallito attentato a Donald Trump e la complessità che sfugge al momento decisivo".

L'attentato fallito a Donald Trump — ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alle prossime elezioni presidenziali — avvenuto il 13 luglio 2024, mentre teneva un comizio elettorale in una fiera agricola a Butler, in Pennsylvania, ha riportato l'attenzione sulla fotografia, la sua importanza, il suo sfruttamento e la sua crisi di credibilità, ma anche sul modo in cui riceviamo le informazioni e le elaboriamo in pochi minuti, per giungere a delle convinzioni granitiche che difficilmente abbandoneremo una volta espresse sui social network, nei tempi brevissimi che ci impongono per esprimere noi stessi. Un mix di processi, consapevoli e non, che forgiano la nostra percezione del mondo e il nostro prendere posizione rispetto alla realtà.

Il Cacciatore di Michael Cimino, 45 anni dopo by Filippo Venturi

Vedere "Il Cacciatore" (1978, di Michael Cimino) in sala è, ovviamente, una esperienza molto diversa dal vederlo in televisione. Più potente e avvolgente. Tre ore di religioso silenzio davanti a un capolavoro del cinema.

Per errore sono arrivato alle 20.30, convinto che fosse l'orario di inizio e, vedendo la sala deserta, avevo pensato a che occasione persa fosse... Invece alle 21 la sala era mezza piena, con persone di tutte le età

Erano almeno 10 anni che non lo vedevo e, questa volta, penso di aver apprezzato maggiormente diversi aspetti, partendo dalla fotografia (nonostante il restauro in 4K non mi abbia impressionato particolarmente, evidentemente il materiale di partenza era in pessime condizioni), alla scenografia, alla comprensione di certe dinamiche adulte che oggi comprendo meglio, arrivando anche all'immedesimarmi coi personaggi e nel sentire, effettivamente, quanto fosse rassicurante la presenza di Mike (forse il mio De Niro preferito).