Artificial Intelligence

Best 9 Instagram 2024 by Filippo Venturi

Anche quest’anno, il mio Best 9 di Instagram – ovvero i post che hanno suscitato maggior interesse – rappresenta una sorta di diario visivo degli avvenimenti più significativi che mi hanno toccato direttamente nel corso di questo 2024!

Come lo scorso anno, 3 di queste fotografie riguardano l’alluvione che ha nuovamente colpito la Romagna. Sono immagini tratte dal mio reportage su Traversara, paese in provincia di Ravenna, inondato due volte a causa della rottura dell’argine del fiume Lamone.

C’è una foto proveniente dal mio reportage sulle proteste a Tbilisi, in Georgia, dove molti giovani si sono mobilitati per chiedere nuove elezioni dopo i brogli di ottobre, affrontando una dura repressione da parte della polizia.

C’è il mio ritratto allo scrittore Emmanuel Carrère, un interessante incontro a Tbilisi nella notte delle elezioni in Georgia, in ottobre.

C’è l’annuncio con cui il Cosmo Photo Fest ha comunicato il premio al mio progetto “Broken Mirror”, svolto con l’uso dell’intelligenza artificiale, che è poi stato esposto nel Festival.

C’è un’immagine che documenta l’allestimento espositivo del mio progetto “He looks like you”, su mio padre e mio figlio, presentato a Groningen nei Paesi Bassi, nell’ambito della mostra Pixel Perceptions: Into the Eye of AI, che ha radunato una selezione internazionale degli artisti visivi più interessanti che lavorano con l'intelligenza artificiale.

C’è la locandina del mio public talk su fotografia e intelligenza artificiale, tenuto al Planetario di Modena e organizzato dal Circolo Fotografico Colibrì.

Infine, c’è una fotografia scattata da Elisa durante il mio ricovero in ospedale, lo scorso giugno. Nell’immagine gioco e scherzo con Ulisse, fingendo di lanciare ragnatele come Spider-Man, per rassicurarlo sul mio stato di salute e sul mio spirito positivo :)

Broken Mirror esposto al CSF Adams a Roma by Filippo Venturi

CSF Adams, il Centro Sperimentale di Fotografia di Roma, ha annunciato che, in collaborazione con Kromart gallery, ospiterà la mostra “Broken Mirror” di Filippo Venturi, che vinse la call for entry per Cosmo Photo Fest il Festival di Fotografia fra scienza e arte, curato da Gabriele Agostini, nella cittadina di Colleferro.

Per tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di visitare la mostra a Colleferro, una occasione unica per vedere da vicino il progetto vincitore, presso la sede del Centro Sperimentale di Fotografia Adams

BROKEN MIRROR, di Filippo Venturi
dal 17 Gennaio 2025 al 12 Febbraio 2025
presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams
in Via Biagio Pallai n. 12 – Roma
dal Lunedì al Venerdì nell’orario 10–13 e 16–19.
Sabato su appuntamento. Domenica e festivi chiuso.
Telefono: 06 5344428 – Email: info@csfadams.it – Email Segreteria: segreteria@csfadams.it

IL VERNISSAGE SI TERRÀ VENERDÌ 17 GENNAIO 2025 ORE 18.30.

Link al sito ufficiale: www.csfadams.it/eventi/broken-mirror-filippo-venturi/


“BROKEN MIRROR”
Dal 2015 ad oggi, con la fotografia ho indagato la penisola coreana, esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un’intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l’operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto.

L’idea alla base di questo progetto si riferisce al mio lavoro di fotografo documentarista sulla Corea e alla mia passione per la fantascienza e gli scenari distopici; alla fotografia in bianco e nero dei grandi fotografi del passato, ma anche all’alterazione fisica del corpo tipica dei film di David Cronenberg. In un certo senso, ho attinto al mio personale database di immagini, video, riflessioni, suggestioni e paure, forse in maniera non troppo distante da quanto ha fatto l’intelligenza artificiale per assemblare le immagini che volevo, spesso inserendo elementi inaspettati sui quali io non avevo il controllo completo.

Broken Mirror è quindi il risultato di un compromesso tra me e l’intelligenza artificiale, dove l’eccezionalità della società nordcoreana, fortemente influenzata da uno dei regimi totalitari più duri al mondo, che isola di fatto il Paese e i suoi abitanti, è rappresentata attraverso l’inserimento di un elemento alieno, in una sorta di metamorfosi kafkiana.

A un secondo livello di lettura, questo elemento esterno, sotto forma di insetti, è metafora della natura invasiva e controllante della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nella società in generale. L’uso del software Midjourney (attualmente alla versione 6) ha rappresentato la mia rinuncia al completo controllo sul risultato finale, poiché questa tecnologia spesso aggiunge elementi inaspettati e non sempre correggibili.

BIOGRAFIA
Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo, con base in Italia. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana.
Ha documentato dittature totalitarie asiatiche, evidenziando col suo lavoro l’artificiosità con cui questi paesi si mostrano e narrano al mondo, e ha testimoniato le correnti neofasciste in Europa e i movimenti che, in risposta, si battono per il proteggere i diritti delle minoranze e la democrazia.
I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani come National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Marie Claire, Newsweek, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Stern, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.
Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il LensCulture Emerging Talent Awards, il Premio Il Reportage, il Premio Voglino e il Portfolio Italia – Gran Premio Hasselblad.
I suoi lavori sono stati esposti in musei e festival in Italia e all’estero: al Foro Boario di Modena come “Nuovo Talento” di Fondazione Fotografia Modena, al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, alla Somerset House di Londra, allo U Space di Pechino, alla Willy Brandt Haus di Berlino, al Sony Square di New York City, al Copenhagen Photo Festival, al Kaunas Photo Festival, al Voies Off Awards at Les Rencontres d’Arles, al Festival Photolux di Lucca, al SI Fest di Savignano sul Rubicone, al Riaperture Photofestival di Ferrara, al PhMuseum Days Photo Festival di Bologna e al Festival della Fotografia Etica di Lodi.
Lavora con i software generativi basati sull’intelligenza artificiale, realizzando lavori visivi risultati finalisti al PhMuseum Photography Grant e al Cortona On The Move Award e premiati al Kolga Tbilisi Photo Awards e al Fotografia Calabria Festival. È stato uno degli artisti selezionati dal Photo Vogue Festival 2023, evento in cui è anche relatore con un intervento intitolato “Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border”.

www.filippoventuri.photography

Bellissime fotografie mai scattate, talk a Forlì by Filippo Venturi

Martedì 26 novembre 2024, ore 17, presso il Laboratorio Aperto (Ex Asilo Santarelli) a Forlì, terrò un intervento di un'ora sul tema fotografia e intelligenza artificiale, intitolato "Bellissime fotografie mai scattate", ospite dell’Informagiovani di Forlì!

Il mio intervento rientra nel progetto “CollegA mentI – Let’s boost your content!”, una serie di talk ed eventi di co-progettazione per creare una comunità digitale attiva e coesa tra i giovani forlivesi e promuovere l’uso consapevole dei social media e dell’intelligenza artificiale. Al termine delle iniziative verrà elaborata ed approvata una Carta della Comunità Digitale Giovani per guidare le attività future, come nuovi progetti e sportelli sul territorio, gestiti o co-gestiti dai giovani.

Per informazioni: informagiovani@comune.forli.fc.it
Per iscrizioni: https://icos.comune.forli.fc.it/Iscrizioni/IIscrizioniPersona/IscrizioneElencoCorsiCF/86

Il progetto è realizzato grazie ai finanziamenti della Regione Emilia Romagna in ambito “Azione 1.2.4. POR-FESR 2027-27”.


Presentazione intervento
Come l’intelligenza artificiale sta trasformando la nostra percezione della realtà, quali potenzialità offre e quali rischi comporta. L’incontro è focalizzato sull’incontro fra fotografia e intelligenza artificiale (IA) ed esplorerà l’evoluzione del ruolo dell’immagine nella comunicazione e nel mondo dell’informazione, fornendo gli elementi per approcciare questa nuova tecnologia con consapevolezza. Si vedranno alcuni esempi di come l’IA può ampliare le prospettive creative e quali idee sono alla base della creazione di un progetto visivo. Si affronteranno i timori legati all’adozione di questo strumento nella narrazione della realtà.

Note biografiche
Filippo Venturi è un fotografo documentarista. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana. I suoi lavori sono stati pubblicati su National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Vanity Fair, Internazionale e molte altre. Quest’anno è esposto nell’importante mostra Pixel Perceptions: Into the Eye of AI, che riunisce una selezione internazionale degli artisti visivi più interessanti che lavorano con l’IA.

Public talk al Planetario di Modena sull'Intelligenza Artificiale by Filippo Venturi

Mercoledì 27 novembre 2024, alle ore 21, sarò ospitato al Planetario di Modena dal Circolo Fotografico Colibrì BFI, in Viale Jacopo Barozzi, 31.

Parlerò di fotografia e intelligenza artificiale e dei rischi e delle potenzialità che questa tecnologia può offrire, illustrando anche i miei progetti visivi in cui ho unito fotografia e immagini generate.

Il mio intervento si inserisce in un ciclo di incontri intitolato “Oltre l’Immagine - Incontri fotografici d’autore”, che vedrà ospiti anche Tony Gentile, Luigi Ottani, Giancarlo Colombo, Franco Bragagna e Luciano Gigliotti.

Maggiori informazioni nella locandina!

Broken Mirror, visto da Federica Cerami by Filippo Venturi

Su “Ilas Magazine”, periodico digitale dedicato alla cultura della comunicazione visiva, è uscito un articolo di Federica Cerami (critica, curatrice e docente di fotografia) sul mio lavoro Broken Mirror, incentrato sulla Corea del Nord e realizzato con l’uso dell’intelligenza artificiale.

L’articolo originale è qui: LINK

Broken Mirror

Il mondo Coreano attraverso lo sguardo contemporaneo di Filippo Venturi

di Federica Cerami

Quest’anno, al Festival FotoIncontri di San Felice sul Panaro, organizzato dal Circolo Photoclub Eyes, ho avuto il gran piacere di vedere la mostra Broken Mirror del fotoreporter Filippo Venturi.

Mi sono immersa in questo racconto fotografico, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio: nulla mi ha richiesto di ritornare, fino a quando non è iniziata la conferenza di presentazione.

Perdersi credo sia una esperienza evolutiva molto importante sia per un fruitore di fotografia che per un fotografo.

Mimmo Jodice, nella sua lectio magistralis del 2006, tenuta presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, disse: “C’è una frase di Fernando Pessoa che ripeto spesso perché mi rappresenta: “Ma che cosa stavo pensando prima di perdermi a guardare? Ecco la mia inclinazione naturale: perdermi a guardare, contemplare, immaginare, cercare visioni oltre la realtà…”

Venturi racconta con queste parole il suo lavoro: 

“Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un‘intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l‘operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto”.

Con Broken Mirror entriamo nel vivo del dibattito contemporaneo, relativo all’utilizzo dell’IA, andando oltre la logica manichea che nel corso della storia dell’arte ha spesso opposto una inutile resistenza verso ogni novità creativa che si è affacciata al mondo e proviamo, invece, ad abbracciare una idea ampia di narrazione.

La narrazione, da non confondere con il racconto, porta con sé una forte componente emotiva e risulta essere, in tal senso, molto più coinvolgente e interessante.

Narrare ci aiuta a dare un senso agli eventi che altrimenti risulterebbero essere un mero elenco di vuoti accadimenti posti in ordine cronologico e ci conduce anche verso la comprensione di noi stessi e della nostra relazione con il mondo. 

Questo è un dibattito molto lungo e assai articolato, ma sostanzialmente credo che, con le mie premesse, limitare le possibilità di costruire e presentare una storia non faccia del bene né agli autori e né tantomeno ai suoi fruitori.

Perdersi, perdersi a guardare, fantasticare guardando il mondo, ricostruendolo con il proprio portato emotivo e immaginativo: lo abbiamo fatto con i dipinti, poi con la fotografia analogica, con la fotografia digitale e ora lo stiamo iniziando a fare con l’Intelligenza Artificiale.

Più osservo questi nuovi lavori fotografici e più mi viene da pensare alle incredibili potenzialità che si sono aperte e alla meraviglia alla quale possiamo andare incontro per immergerci nei nostri desiderata e portare, con noi, tutto il nostro spazio abitato.

Perché mi ha colpito e ammaliato così tanto il lavoro di Venturi? 

La sua vena espressiva nasce da una urgenza narrativa che fa di lui, da tanti anni, un affermato fotografo documentarista e un artista visivo che ha pubblicato i suoi reportage su prestigiose riviste nazionali e internazionali.

Indaga fotograficamente, dal 2015, il territorio della Corea esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Quando è arrivato al desiderio di utilizzare l’AI per continuare a parlare della Corea, l’ha fatto, quindi, conoscendo molto bene tutte le dinamiche che abitano questo territorio, avendo ampiamente sperimentato lo strumento fotografico, con un profondo senso etico del suo lavoro per poi proiettarsi nel mondo della fantascienza, nella fotografia e nella letteratura del passato e con la precisa volontà, di non avere il controllo completo del suo processo creativo.

Ritorna, quindi, la meravigliosa possibilità di perdersi, ma anche di lasciarsi andare, di pescare dal proprio vissuto, di proiettarsi nelle proprie fantasie, di esprimere in modo poetico dei non detti e di abbandonare questa strana volontà di raccontare il vero che, del resto, non è mai appartenuta alla fotografia.

Pixel Perceptions: Into the Eye of AI by Filippo Venturi

AI.S.A.M., AI Grill, 2024

Con grande orgoglio posso annunciare che il mio lavoro “He looks like you” – su mio padre e mio figlio e che unisce fotografie originali, fotografie d’archivio, immagini generate con l'intelligenza artificiale e interventi grafici – sarà esposto nella monumentale mostra “Pixel Perceptions: Into the Eye of AI”, assieme ai lavori di autori come Philip Toledano, Boris Eldagsen, A.I. SAM e tanti altri :)

Questa mostra approfondisce il modo in cui l'intelligenza artificiale (IA) influenza, consciamente e inconsciamente, la nostra percezione. Più di 30 creatori di immagini hanno esplorato in modo creativo e critico l'influenza dell'IA sul mondo che ci circonda. Come le nuove tecnologie stiano stravolgendo la visione fotografica. Ci si può ancora fidare dei propri occhi?

Verranno affrontate 3 prospettive chiave:
Perception of truth, Seeing and being seen e Shifts in visual culture.

La mostra sarà visitabile dal 26/10/2024 al 19/01/2025 e sarà inaugurata il 27 ottobre alle 16 nella galleria Akerk e nella galleria Noorderlicht, a Groningen (Paesi Bassi).

Autori esposti: A.I. SAM, Affectlab, Craig Ames, Minne Atairu, Mark Amerika, Alice Brygo, Vera van der Burg & Gijs de Boer, Kate Crawford & Vladan Joler, Boris Eldagsen, Jake Elwes, Elisa Giardina Papa, Nicolas Gourault, Franc Archive, Ethel Lilienfeld, Jonas Lund, Luna Maurer, Mimi Onuoha, Juan Obando & Yoshua Okón, Roope Rainisto, Martina Raponi & Ymer Marinus, Sebastian Schmieg, Martine Stig, Astria Suparak, Synchrodogs, Philip Toledano, Filippo Venturi, Conrad Weise, Jonas Yip e Joanna Zylinska.

Curatori: Wim Melis, Roosje Klap e Rosa Wevers.

Roosje Klap, direttore Noorderlicht
Marius Breukink, responsabile del progetto Groninger Kerken

Noorderlicht è una piattaforma che, dal 1990, rende la cultura visiva accessibile a tutti, utilizzando la fotografia e i media basati sull'obiettivo come potenti strumenti di dialogo e riflessione. Con un approccio critico e innovativo, sfidiamo i confini della cultura visiva e creiamo spazio per conversazioni e connessioni profonde che ispirano e guidano il cambiamento. Oltre al festival biennale Noorderlicht, la piattaforma organizza mostre, gestisce un programma educativo, una casa editrice e un laboratorio di stampa. - noorderlicht.com


It is with great pride that I can announce that my work ‘He looks like you’ - about my father and son and combining original photographs, archive photographs, AI-generated images and graphic interventions - will be exhibited in the monumental exhibition ‘Pixel Perceptions: Into the Eye of AI’, together with works by authors such as Philip Toledano, Boris Eldagsen, A.I. SAM and many others :)

The exhibition Pixel Perceptions: Into the eye of AI dives deep into how AI consciously and subconsciously influences our perception. More than thirty image-makers creatively and critically explore the influence of AI on the world around us. They explore how new technologies are turning photographic viewing on its head. Can you still trust your own eyes?

The exhibition highlights three key perspectives:
Perception of truth, Seeing and being seen e Shifts in visual culture.

Pixel Perceptions will be on display from 26 October 2024 to 19 January 2025 and opens on 27 October at 16:00 in the Akerk and Noorderlicht gallery, Groningen (The Netherlands).

With and by: A.I. SAM, Affectlab, Craig Ames, Minne Atairu, Mark Amerika, Alice Brygo, Vera van der Burg & Gijs de Boer, Kate Crawford & Vladan Joler, Boris Eldagsen, Jake Elwes, Elisa Giardina Papa, Nicolas Gourault, Franc Archive, Ethel Lilienfeld, Jonas Lund, Luna Maurer, Mimi Onuoha, Juan Obando & Yoshua Okón, Roope Rainisto, Martina Raponi & Ymer Marinus, Sebastian Schmieg, Martine Stig, Astria Suparak, Synchrodogs, Philip Toledano, Filippo Venturi, Conrad Weise, Jonas Yip and Joanna Zylinska.

Curators: Wim Melis, Roosje Klap and Rosa Wevers.

Roosje Klap, direttore Noorderlicht
Marius Breukink, responsabile del progetto Groninger Kerken

Noorderlicht is a platform since 1990, making visual culture accessible to everyone, using photography and lens-based media as powerful tools for dialogue and reflection. With a critical and innovative approach, we challenge the boundaries of visual culture and create space for profound conversations and connections that inspire and drive change. In addition to the biennial Noorderlicht Festival, the platform organizes exhibitions, runs an educational program, and manages a publishing house and a print lab. - noorderlicht.com

Olimpiadi di Parigi 2024 e Fake News by Filippo Venturi

Oggi vicinanza ad Angela Carini.

Domani (forse) scopriremo che anche Imane Khelif è vittima di una narrazione che l'ha dipinta come un uomo che ha fatto irruzione alle olimpiadi, fra le donne. E invece ha affrontato situazioni complesse e persino dolorose, senza trarre chissà quale beneficio dalla sua condizione, in quanto a risultati sportivi (basta guardare il suo palmares).

Dopodomani tireremo lo sciacquone, perché in fondo non ci interessa di loro, ma vogliamo solo posizionarci socialmente e digeriremo un'altra vicenda attuale.

(Si, pure io lo sto facendo con questo post)


Le Olimpiadi di Parigi 2024 ci hanno confermato che non è necessaria l'intelligenza artificiale per generare scandali e polemiche, spesso basati su falsità o sul nulla. E' sufficiente creare storie sensazionalistiche oppure ingiuste che confermano qualche nostro pregiudizio (bias), così da spingerci a parlarne (e a diffonderle) senza attendere approfondimenti o senza verificare personalmente. In particolare diverse fake news hanno come finalità attaccare le persone queer.

1) Le foto delle nuotatrici con sul costume, ad altezza genitali, la scritta "not a dude" (non sono un maschio) sono dei fotomontaggi. Non è mai avvenuta una protesta contro la presenza di persone trans alle Olimpiadi, come si è cercato di far credere.

2) La pugilessa algerina Imane Khelif non è un uomo e non è un trans. E' una donna il cui corpo produce più testosterone della media. Aveva già partecipato a tornei di boxe femminile, ottenendo risultati a volte modesti a volte buoni, venendo sconfitta da altre pugilesse. Si allena con le pugilesse donne, che quindi la conoscono. Non è un uomo che ha fatto irruzione alle Olimpiadi negli sport femminili, insomma.

P.S. L'Algeria non riconosce la transizione di genere, criminalizza l'omosessualità ed è sotto la guida di un regime autoritario, quindi se Imane Khelif fosse un trans, non sarebbe alle Olimpiadi ma in carcere.

3) Un ballerino, al banchetto con le drag queen, avrebbe mostrato un testicolo durante la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi. In realtà si tratta di un buco nelle calze.

4) Il tiratore turco Yusuf Dikec non è un meccanico che è arrivato alle Olimpiadi un po' per caso. E' un atleta che fa uso di meno tecnologia, rispetto ad altri, ma non ha caratteristiche fuori dal comune. Nella sua carriera ha numerose vittorie. Però la sua storia sarebbe risultata meno sbalorditiva se non si fosse associato al suo look sobrio un passato da uomo comune e lontano dall'ambiente delle gare con pistola ad aria.

5) Il politico di Fratelli d’Italia, Lucio Malan, ha denunciato su Twitter la presenza di un elemento, un vitello d'oro, all'inaugurazione delle olimpiadi, che sarebbe risultato il simbolo di un attacco alla cristianità, ignaro che si tratti di toro di bronzo e che sia una scultura presente a Parigi dal 1937.

Broken Mirror su Cities 14 by Filippo Venturi

Sul Magazine “Cities” numero 14, è presente anche il mio lavoro “Broken Mirror”.
Maggiori informazioni qui: www.italianstreetphotography.com/cities

Questo l’elenco dei contenuti:

AROUND PEOPLE
Nana Kofi Acquah - Life is a beach
Francesca Chiacchio - Napolism
Cosmin Garlesteanu - Hometown
Hans Van Leeuwen - Miami beach

AROUND HUMANITY
Carlo Bevilaqua - Oaxaca
Efi Longinou - Togheter
Maria Pansini - Taranto must not die

AROUND PHOTOGRAPHY
Luigi Cipriano - Smart Visions
Vittorio D'Onofri - Desde Las Esquinas
Filippo Venturi - Broken Mirror

I festival di fotografia dell’estate, in Italia by Filippo Venturi

Su Internazionale si parla anche del mio lavoro "He looks like you", in mostra al Fotografia Calabria Festival, a San Lucido (CS), dal 26 luglio al 25 agosto 2024!

[...] Fotografia di famiglie è il titolo della terza edizione del festival raccontato, quest’anno, attraverso lo sguardo di dieci fotografe e fotografi. L’evento è un’occasione per riflettere sul ruolo dell’intelligenza artificiale con il progetto He looks like you di Filippo Venturi. Il suo lavoro ha come protagonisti il padre e il figlio dell’autore mentre giocano e condividono momenti insieme. Si tratta però di falsi ricordi, momenti mai esistiti in posti irraggiungibili: “Mio padre è morto cinque anni prima che mio figlio Ulisse nascesse e quindi non hanno mai avuto occasione di incontrarsi”, scrive Venturi. Il suo lavoro è “un tentativo di trovare consolazione e di superare le frontiere dell’esistenza attraverso l’arte e la tecnologia, generando immagini che fondono illusione, sogno e ricordo”.

Link all’articolo originale: I festival di fotografia dell’estate, in Italia

Show me the kitten (or the ravenous machine) by Filippo Venturi

[english below]


Show me the kitten / or the ravenous machine (—, 2024)

Di seguito una anteprima di questo mio ultimo lavoro, ancora in corso.

Abstract

Questo progetto indaga la "fame insaziabile" di dati dell'intelligenza artificiale (I.A.), addestrata tramite etichettamenti e descrizioni di questi dati, spesso svolti inconsapevolmente o in maniera apparentemente innocua dagli utenti di Internet.

Attraverso fotografie, frame video e immagini generate con l'I.A., ho esplorato come i sistemi pensati per la sicurezza degli utenti e dei servizi del web (come ad esempio i reCAPTCHA) contribuiscono a migliorare i sistemi di I.A., anche in ambito militare, generando un corto circuito fra ciò che avrebbe una finalità di protezione e sicurezza e ciò che invece sfrutta le abilità umane per allenare questa tecnologia; fra ciò che serve per riconoscere un essere umano da un bot e ciò che invece aiuta i bot a imitare gli esseri umani, in maniera sempre più accurata e allarmante.

Da tutto questo emergono criticità sull'etica, la trasparenza, lo sfruttamento inconsapevole delle persone e il nostro futuro.

Presentazione integrale

Questo progetto indaga l'inesauribile fame di dati da parte dell'intelligenza artificiale (I.A.) e la sua necessità di essere addestrata, tramite etichettamenti e descrizioni di questi dati, ripetute milioni di volte da lavoratori sottopagati oppure dalle attività svolte online dagli utenti di Internet, spesso a loro insaputa.

Questo lavoro – composto da fotografie originali, fotografie d’archivio, frame di videogame, frame di video dal punto di vista dei droni da guerra e immagini generate – esplora il modo in cui l’I.A. si nutre di queste informazioni, anche in modo subdolo, ad esempio attraverso il cosiddetto CAPTCHA (Completely Automated Public Turing-test-to-tell Computers and Humans Apart, ossia test di Turing pubblico e completamente automatico per distinguere computer e umani), che richiede all'utente che si collega online ad un sito o un servizio di scrivere quali siano le lettere o i numeri presenti in una sequenza, spesso distorta o offuscata sullo schermo, che in teoria non sarebbe riconoscibile da un sistema automatizzato (o bot).

Nelle versioni successive e più avanzate, come il reCAPTCHA, si è iniziato a chiedere agli utenti, in modo apparentemente innocuo, di identificare oggetti all’interno di immagini, come automobili, segnali stradali, semafori, persone o animali che, oltre a riconoscere se l’utente è un essere umano, forniscono informazioni utili per addestrare sistemi di intelligenza artificiale (1), migliorandone la capacità di riconoscere e comprendere il contenuto visivo. Va da sé che queste informazioni, ripetute innumerevoli volte ogni giorno in tutto il mondo, possono rappresentare una risorsa importante anche per migliorare tante tecnologie basate sull’I.A., come i sistemi di guida autonoma di alcuni modelli di automobili, ma anche di tecnologie militari impiegate in guerra. I droni - diventati una delle armi principali nella guerra in Ucraina - in particolare i modelli aerei più avanzati, possono imparare a muoversi autonomamente, a riconoscere gli ostacoli da evitare, ma anche i bersagli da colpire.

Negli anni passati è emerso come alcune multinazionali, che hanno investito maggiormente nella ricerca in questo settore, abbiano iniziato a collaborare con il Dipartimento della Difesa Americano (2,3) per ottimizzarne gli strumenti e le tecnologie. Il “Project Maven” di Google provocò molte critiche e preoccupazioni da parte degli stessi dipendenti, fino a spingere l’azienda ad abbandonarlo. Il progetto però non morì, ma si limitò a passare ad altri appaltatori (4).

Le immagini di questo lavoro mirano a dimostrare che l'atto di garantire la sicurezza degli utenti e dei servizi online, fornendo informazioni, è parte di un meccanismo più grande, in cui la privacy e la consapevolezza degli utenti sono spesso trascurate. Questo sistema genera un corto circuito fra ciò che avrebbe una finalità di sicurezza e ciò che invece sfrutta le abilità umane per addestrare una I.A.; fra ciò che serve per riconoscere un essere umano da un bot e ciò che invece aiuta i bot a imitare gli esseri umani in maniera sempre più accurata e allarmante.

Questo progetto si interroga su questioni come la trasparenza, l'etica e il futuro dell'interazione tra umani e macchine, invitando lo spettatore a riflettere sul ruolo inconsapevole che ciascuno di noi gioca nell'alimentare l'intelligenza artificiale.

1 By Typing Captcha, you are Actually Helping AI’s Training (apnews.com)
2 Google Is Helping the Pentagon Build AI for Drones (theintercept.com)
3 Google is quietly providing AI technology for drone strike targeting project (gizmodo.com)
4 In Ukraine, New American Technology Won the Day. Until It Was Overwhelmed (nytimes.com)

Show me the kitten / or the ravenous machine (—, 2024)

Below is a preview of my latest work, still in progress.

Abstract

This project investigates artificial intelligence's (A.I.) 'insatiable hunger' for data, trained by labelling and describing this data, often carried out unknowingly or seemingly innocuously by Internet users.

Through photographs, video frames, and images generated with A.I., I explored how systems designed for the security of web users and services (such as reCAPTCHAs) contribute to improving A.I. systems, even in the military sphere, generating a short circuit between what is supposed to be for protection and security purposes and what instead exploits human skills to train this technology; between what is used to recognise a human being from a bot and what instead helps bots to imitate human beings, in an increasingly accurate and alarming manner.

From all this, critical questions arise about ethics, transparency, the unconscious exploitation of people and our future.

Presentation

This project investigates artificial intelligence's (A.I.) inexhaustible hunger for data and its need to be trained, by labelling and describing this data, repeated millions of times by underpaid workers or by the online activities of Internet users, often without their knowledge.
This work - consisting of original photographs, archive photographs, video game frames, video frames from the perspective of war drones and generated images - explores how the I.A. feeds on this information, even in a devious way, for instance through the so-called CAPTCHA (Completely Automated Public Turing-test-to-tell Computers and Humans Apart), which requires the user connecting online to a site or service to write down what letters or numbers are present in a sequence, often distorted or blurred on the screen, that in theory would not be recognisable by an automated system (or bot).

In later and more advanced versions, such as reCAPTCHA, users began to be asked, in a seemingly innocuous way, to identify objects within images, such as cars, traffic signs, traffic lights, people or animals, which, in addition to recognising whether the user is a human being, provide useful information for training artificial intelligence systems (1), improving their ability to recognise and understand visual content. It goes without saying that this information, which is repeated countless times every day all over the world, can also be an important resource for improving many A.I. based technologies, such as the autonomous driving systems of certain car models, but also military technologies used in warfare. Drones - which have become one of the main weapons in the war in Ukraine - especially the most advanced aerial models, can learn to move autonomously, to recognise obstacles to avoid, but also targets to hit.

In past years, it has emerged how some multinationals, which have invested more in research in this area, have started to collaborate with the US Department of Defence (2,3) in order to optimise its tools and technologies. Google's 'Project Maven' provoked much criticism and concern from the employees themselves, to the point of pushing the company to abandon it. The project did not die, however, but merely passed on to other contractors(4).

The images in this work aim to show that the act of ensuring the security of users and online services by providing information is part of a larger mechanism in which users' privacy and awareness are often overlooked. This system generates a short circuit between what would serve a security purpose and what instead exploits human skills to train an A.I.; between what serves to recognise a human being from a bot and what instead helps bots to imitate humans in an increasingly accurate and alarming manner.

This project questions issues such as transparency, ethics and the future of the interaction between humans and machines, inviting the viewer to reflect on the unconscious role each of us plays in fuelling artificial intelligence.

1 By Typing Captcha, you are Actually Helping AI’s Training (apnews.com)
2 Google Is Helping the Pentagon Build AI for Drones (theintercept.com)
3 Google is quietly providing AI technology for drone strike targeting project (gizmodo.com)
4 In Ukraine, New American Technology Won the Day. Until It Was Overwhelmed (nytimes.com)