North Korea

Broken Mirror esposto al CSF Adams a Roma by Filippo Venturi

CSF Adams, il Centro Sperimentale di Fotografia di Roma, ha annunciato che, in collaborazione con Kromart gallery, ospiterà la mostra “Broken Mirror” di Filippo Venturi, che vinse la call for entry per Cosmo Photo Fest il Festival di Fotografia fra scienza e arte, curato da Gabriele Agostini, nella cittadina di Colleferro.

Per tutti coloro che non hanno avuto la fortuna di visitare la mostra a Colleferro, una occasione unica per vedere da vicino il progetto vincitore, presso la sede del Centro Sperimentale di Fotografia Adams

BROKEN MIRROR, di Filippo Venturi
dal 17 Gennaio 2025 al 12 Febbraio 2025
presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams
in Via Biagio Pallai n. 12 – Roma
dal Lunedì al Venerdì nell’orario 10–13 e 16–19.
Sabato su appuntamento. Domenica e festivi chiuso.
Telefono: 06 5344428 – Email: info@csfadams.it – Email Segreteria: segreteria@csfadams.it

IL VERNISSAGE SI TERRÀ VENERDÌ 17 GENNAIO 2025 ORE 18.30.

Link al sito ufficiale: www.csfadams.it/eventi/broken-mirror-filippo-venturi/


“BROKEN MIRROR”
Dal 2015 ad oggi, con la fotografia ho indagato la penisola coreana, esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un’intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l’operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto.

L’idea alla base di questo progetto si riferisce al mio lavoro di fotografo documentarista sulla Corea e alla mia passione per la fantascienza e gli scenari distopici; alla fotografia in bianco e nero dei grandi fotografi del passato, ma anche all’alterazione fisica del corpo tipica dei film di David Cronenberg. In un certo senso, ho attinto al mio personale database di immagini, video, riflessioni, suggestioni e paure, forse in maniera non troppo distante da quanto ha fatto l’intelligenza artificiale per assemblare le immagini che volevo, spesso inserendo elementi inaspettati sui quali io non avevo il controllo completo.

Broken Mirror è quindi il risultato di un compromesso tra me e l’intelligenza artificiale, dove l’eccezionalità della società nordcoreana, fortemente influenzata da uno dei regimi totalitari più duri al mondo, che isola di fatto il Paese e i suoi abitanti, è rappresentata attraverso l’inserimento di un elemento alieno, in una sorta di metamorfosi kafkiana.

A un secondo livello di lettura, questo elemento esterno, sotto forma di insetti, è metafora della natura invasiva e controllante della tecnologia e dell’intelligenza artificiale nella società in generale. L’uso del software Midjourney (attualmente alla versione 6) ha rappresentato la mia rinuncia al completo controllo sul risultato finale, poiché questa tecnologia spesso aggiunge elementi inaspettati e non sempre correggibili.

BIOGRAFIA
Filippo Venturi è un fotografo documentarista e un artista visivo, con base in Italia. Realizza progetti su storie e problematiche riguardanti l’identità e la condizione umana.
Ha documentato dittature totalitarie asiatiche, evidenziando col suo lavoro l’artificiosità con cui questi paesi si mostrano e narrano al mondo, e ha testimoniato le correnti neofasciste in Europa e i movimenti che, in risposta, si battono per il proteggere i diritti delle minoranze e la democrazia.
I suoi lavori sono stati pubblicati su magazine e quotidiani come National Geographic, The Washington Post, The Guardian, Financial Times, Vanity Fair, Marie Claire, Newsweek, Geo, Der Spiegel, Die Zeit, Stern, Internazionale, La Repubblica, Il Corriere della Sera e La Stampa.
Negli ultimi anni si è dedicato a un progetto sulla penisola coreana, che è stato premiato con il Sony World Photography Awards, il LensCulture Emerging Talent Awards, il Premio Il Reportage, il Premio Voglino e il Portfolio Italia – Gran Premio Hasselblad.
I suoi lavori sono stati esposti in musei e festival in Italia e all’estero: al Foro Boario di Modena come “Nuovo Talento” di Fondazione Fotografia Modena, al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, alla Somerset House di Londra, allo U Space di Pechino, alla Willy Brandt Haus di Berlino, al Sony Square di New York City, al Copenhagen Photo Festival, al Kaunas Photo Festival, al Voies Off Awards at Les Rencontres d’Arles, al Festival Photolux di Lucca, al SI Fest di Savignano sul Rubicone, al Riaperture Photofestival di Ferrara, al PhMuseum Days Photo Festival di Bologna e al Festival della Fotografia Etica di Lodi.
Lavora con i software generativi basati sull’intelligenza artificiale, realizzando lavori visivi risultati finalisti al PhMuseum Photography Grant e al Cortona On The Move Award e premiati al Kolga Tbilisi Photo Awards e al Fotografia Calabria Festival. È stato uno degli artisti selezionati dal Photo Vogue Festival 2023, evento in cui è anche relatore con un intervento intitolato “Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border”.

www.filippoventuri.photography

Broken Mirror, visto da Federica Cerami by Filippo Venturi

Su “Ilas Magazine”, periodico digitale dedicato alla cultura della comunicazione visiva, è uscito un articolo di Federica Cerami (critica, curatrice e docente di fotografia) sul mio lavoro Broken Mirror, incentrato sulla Corea del Nord e realizzato con l’uso dell’intelligenza artificiale.

L’articolo originale è qui: LINK

Broken Mirror

Il mondo Coreano attraverso lo sguardo contemporaneo di Filippo Venturi

di Federica Cerami

Quest’anno, al Festival FotoIncontri di San Felice sul Panaro, organizzato dal Circolo Photoclub Eyes, ho avuto il gran piacere di vedere la mostra Broken Mirror del fotoreporter Filippo Venturi.

Mi sono immersa in questo racconto fotografico, perdendo la cognizione del tempo e dello spazio: nulla mi ha richiesto di ritornare, fino a quando non è iniziata la conferenza di presentazione.

Perdersi credo sia una esperienza evolutiva molto importante sia per un fruitore di fotografia che per un fotografo.

Mimmo Jodice, nella sua lectio magistralis del 2006, tenuta presso l’Università degli Studi Federico II di Napoli, disse: “C’è una frase di Fernando Pessoa che ripeto spesso perché mi rappresenta: “Ma che cosa stavo pensando prima di perdermi a guardare? Ecco la mia inclinazione naturale: perdermi a guardare, contemplare, immaginare, cercare visioni oltre la realtà…”

Venturi racconta con queste parole il suo lavoro: 

“Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un‘intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l‘operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.

Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto”.

Con Broken Mirror entriamo nel vivo del dibattito contemporaneo, relativo all’utilizzo dell’IA, andando oltre la logica manichea che nel corso della storia dell’arte ha spesso opposto una inutile resistenza verso ogni novità creativa che si è affacciata al mondo e proviamo, invece, ad abbracciare una idea ampia di narrazione.

La narrazione, da non confondere con il racconto, porta con sé una forte componente emotiva e risulta essere, in tal senso, molto più coinvolgente e interessante.

Narrare ci aiuta a dare un senso agli eventi che altrimenti risulterebbero essere un mero elenco di vuoti accadimenti posti in ordine cronologico e ci conduce anche verso la comprensione di noi stessi e della nostra relazione con il mondo. 

Questo è un dibattito molto lungo e assai articolato, ma sostanzialmente credo che, con le mie premesse, limitare le possibilità di costruire e presentare una storia non faccia del bene né agli autori e né tantomeno ai suoi fruitori.

Perdersi, perdersi a guardare, fantasticare guardando il mondo, ricostruendolo con il proprio portato emotivo e immaginativo: lo abbiamo fatto con i dipinti, poi con la fotografia analogica, con la fotografia digitale e ora lo stiamo iniziando a fare con l’Intelligenza Artificiale.

Più osservo questi nuovi lavori fotografici e più mi viene da pensare alle incredibili potenzialità che si sono aperte e alla meraviglia alla quale possiamo andare incontro per immergerci nei nostri desiderata e portare, con noi, tutto il nostro spazio abitato.

Perché mi ha colpito e ammaliato così tanto il lavoro di Venturi? 

La sua vena espressiva nasce da una urgenza narrativa che fa di lui, da tanti anni, un affermato fotografo documentarista e un artista visivo che ha pubblicato i suoi reportage su prestigiose riviste nazionali e internazionali.

Indaga fotograficamente, dal 2015, il territorio della Corea esplorandone i fenomeni sociali e i risultati raggiunti attraverso lo sviluppo e la crescita economica, ma anche i conseguenti effetti collaterali sulla popolazione.

Quando è arrivato al desiderio di utilizzare l’AI per continuare a parlare della Corea, l’ha fatto, quindi, conoscendo molto bene tutte le dinamiche che abitano questo territorio, avendo ampiamente sperimentato lo strumento fotografico, con un profondo senso etico del suo lavoro per poi proiettarsi nel mondo della fantascienza, nella fotografia e nella letteratura del passato e con la precisa volontà, di non avere il controllo completo del suo processo creativo.

Ritorna, quindi, la meravigliosa possibilità di perdersi, ma anche di lasciarsi andare, di pescare dal proprio vissuto, di proiettarsi nelle proprie fantasie, di esprimere in modo poetico dei non detti e di abbandonare questa strana volontà di raccontare il vero che, del resto, non è mai appartenuta alla fotografia.

Articolo sull'Intelligenza Artificiale (parte 2) su FOTOIT by Filippo Venturi

Nel numero di febbraio 2024 di FOTOIT, nella sezione Saggistica, è uscito il mio secondo articolo sull’intelligenza artificiale, dove racconto i lavori che ho realizzato con l’aiuto di questa tecnologia! In particolare approfondisco l’idea alla base e il conseguente sviluppo dei miei progetti “Broken mirror”, sulla dittatura nordcoreana, e “He looks like you”, sulla mia famiglia.

Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border by Filippo Venturi

(in italiano sotto)

From 16 to 19 November, the PhotoVogue Festival 2023 was held in Milan, whose theme was 'What Makes Us Human? Image in the Age of A.I.".
I had the pleasure of being one of the speakers, with a lecture entitled 'Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border', and to exhibit my project Broken Mirror, together with authors such as Charlie Engman, Jonas Bendiksen, Michael Christopher Brown and others. The group exhibition was curated by Chiara Bardelli Nonino.
More info here: PhotoVogue Festival 2023.

Below you will find the transcript of my lecture in English and Italian.

A WITNESS TO REALITY
My name is Filippo Venturi and I am a documentary photographer. My job requires being a reliable witness of reality. Through my photographic projects, I tell true stories and strive to do so honestly for those who will observe my photographs. I also have a degree in Computer Science, so over the years I have carefully observed technological innovations, especially those related to imagery. In recent months, TTI (text to image) software has made remarkable progress. Today it can generate images that effectively mimic photographs. This has prompted me to reflect on the future of coexistence between photographs and images generated with artificial intelligence.

COEXISTENCE OF PHOTOGRAPHS AND SYNTHOGRAPHS
In some areas, such as advertising photography, the advertised product was already idealised and thus distanced from reality, with physical or digital interventions. Therefore, I believe that photographs and synthographs will be indistinguishable and alternating in this field, at least for those who consume them, aware of the distance from reality. There are already advertising campaigns created without the use of photographers. Maybe only a widely echoed campaign is needed to make this phenomenon evident to everyone.

COEXISTENCE OF PHOTOJOURNALISM AND SYNTHOGRAPHY
Concerning documentary photography and photojournalism, I hope they continue to travel on a parallel track to generated images. However, I acknowledge that this might not be the case in future.
A few months ago, Amnesty International used synthographs in place of photographs to protect Colombian protesters attending a 2019 protest, to promote a cause that, for this reason, finished in the background. Those synthographs attracted a lot of controversy, despite Amnesty International explicitly stated that they had used them. Surely they chose the wrong time to do this experiment.

COULD IT BE A FAIR IDENTIKIT OF REALITY?
However, I wonder whether, in the future, the generated images could be used to make what I call 'identikit of reality'. Already today, in the absence of a photograph, a sketch of a crime suspect is made based on eyewitness descriptions. When an event happens in the future without photographers ready to document it, will we reconstruct that event in that location, with images generated with the help of possible eyewitnesses? Already with photography we cannot show the complexity of reality. What to photograph, how to frame it, which photographs to discard, etc. represent so many layers where we forfeit a slice of reality. But representing it without any contact risks distancing us even further.

BROKEN MIRROR
In recent months, I started working with artificial intelligence and generating images. With these softwares I could have created any kind of image. I could have improvised as a comic book artist for example. But in the end I came back to themes I like and know better. I didn't want to use artificial intelligence simply as a shortcut, but I wanted it to be conceptually relevant within the visual project I was developing. In one of these works, I tried to portray in a different way the totalitarian dictatorship that characterises North Korea, a country I had already visited and reported on as a documentary photographic report. This work is called Broken Mirror and uses a language that mimics a documentary style in photography. The basic idea is to insert an alien and destabilising element into the daily life of North Koreans. I chose to introduce insects and spiders, which gradually increase in quantity and size, until they take complete control over the North Koreans. At some point though, the North Koreans themselves begin to transform into these giant insects and they finally become the creatures they used to fear: this actually symbolises their complete submission.

THE INVASIVE AND CONTROLLING NATURE OF TECHNOLOGY
Generating the images the way I had conceived and described them with the prompt, required thousands of attempts and a lot of frustration. The creative process was largely in the hands of artificial intelligence.
However, the selection of images was a compromise between what I wanted to achieve and what I was offered. I did not always get what I wanted. Other times the artificial intelligence inserted unexpected elements that I chose to keep. During this process, I realised that the metaphor I had used, did not just represent the North Korean totalitarian dictatorship, but it did also represent technology itself. In particular, its invasive and controlling nature. With my work, I therefore exploited the new potential that artificial intelligence offers, to express a fear I have towards it.

BREATHING REALITY
After several months fully immersed in this technology, I felt a strong need to return to photographing people's stories. This new technology will be part of the tools l use in the future, but the quiet, solitary nights spent at the computer generating images, reminded me why, at one point in my life, I set aside my passion for computing to embrace photography. I needed to step outside, breathe in reality and eventually capture its traces with my camera.

“Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border“ lecture at Photo Vogue Festival, Milan, Italy, November 18, 2023.


Dal 16 al 19 novembre si è tenuto il PhotoVogue Festival 2023 a Milano, il cui tema è “What Makes Us Human? Image in the Age of A.I.“.
Ho avuto il piacere di essere uno degli speaker, con una conferenza intitolata “Broken Mirror. A dystopian guide to crossing the border”, e di esporre il mio progetto Broken Mirror, assieme ad autori come Charlie Engman, Jonas Bendiksen, Michael Christopher Brown e altri ancora. La mostra collettiva era a cura di Chiara Bardelli Nonino.
Maggiori informazioni qui: PhotoVogue Festival 2023.

Di seguito troverete la trascrizione della mia conferenza in inglese e in italiano:

UN TESTIMONE DELLA REALTÀ
Mi chiamo Filippo Venturi e sono un fotografo documentarista. Il mio lavoro consiste nell’essere un testimone attendibile della realtà. Con i miei lavori fotografici racconto storie vere e cerco di farlo con onestà verso chi osserverà le mie fotografie. Ho anche una laurea in Scienze dell’Informazione e quindi negli anni ho osservato con attenzione le novità tecnologiche, soprattutto quelle legate all’immagine.
Negli ultimi mesi i software TTI (text to image) hanno fatto progressi notevoli. Oggi possono generare immagini che imitano con efficacia le fotografie. Questo mi ha spinto a riflettere sul futuro della convivenza fra fotografie e immagini generate con l’intelligenza artificiale. 

CONVIVENZA FRA FOTOGRAFIE E SINTOGRAFIE
In alcuni settori, come la fotografia pubblicitaria, il prodotto pubblicizzato veniva già idealizzato e quindi allontanato dalla realtà, con interventi fisici o digitali. Credo quindi che fotografie e sintografie (cioè le immagini generate) saranno indistinguibili e alternabili in questo campo, almeno per chi ne fruirà, consapevole della distanza dalla realtà. Ci sono già campagna pubblicitarie realizzate senza l’uso di fotografi. Forse manca soltanto una campagna pubblicitaria che abbia una grande eco e che raggiunga le masse, per rendere evidente a tutti questo fenomeno.

CONVIVENZA FRA FOTOGIORNALISMO E SINTOGRAFIE
Per quanto riguarda la fotografia documentaria e il fotogiornalismo, mi auguro che continuino a viaggiare su un binario parallelo da quello delle immagini generate. Ma so che probabilmente non sarà così.
Pochi mesi fa Amnesty International ha utilizzato delle sintografie in sostituzione delle fotografie, per tutelare i manifestanti colombiani presenti a una protesta del 2019, per promuovere una causa che per questo motivo è finita in secondo piano. Quelle sintografie hanno attirato molte polemiche, nonostante Amnesty International avesse dichiarato esplicitamente di averne fatto uso. Sicuramente hanno scelto il momento sbagliato per fare questo esperimento.

IDENTIKIT DELLA REALTÀ
Mi domando però se, in futuro, le immagini generate potranno essere usate per realizzare quelli che io chiamo “identikit della realtà”. Già oggi, in mancanza di una fotografia, viene realizzato un identikit di un sospettato di un crimine basandosi sulle descrizioni di testimoni oculari. Quando in futuro accadrà un evento senza fotografi pronti a documentarlo, ricostruiremo quell’evento in quel luogo, con immagini generate con l’aiuto di eventuali testimoni oculari? Già con la fotografia rinunciamo alla complessità della realtà. Cosa fotografare, come inquadrarlo, quali fotografie scartare, ecc. rappresentano tanti strati in cui rinunciamo ad una fetta di realtà. Ma rappresentarla senza alcun contatto con essa, rischia di allontanarci ancora di più da essa. 

BROKEN MIRROR
Nei mesi scorsi ho iniziato a lavorare con l’intelligenza artificiale e a generare immagini. Con questi software avrei potuto realizzare qualsiasi tipo di immagine. Avrei potuto improvvisarmi fumettista, ad esempio. Ma alla fine sono tornato ai temi a me più cari e che conosco meglio. Non volevo usare l’intelligenza artificiale soltanto come una scorciatoia, ma volevo che fosse concettualmente rilevante all’interno del progetto visivo che stavo sviluppando. In uno di questi lavori ho provato a raccontare in un modo diverso la dittatura totalitaria che caratterizza la Corea del Nord, un paese che avevo già visitato e raccontato come fotografo documentarista. Questo lavoro si intitola Broken Mirror e utilizza un linguaggio che imita quello documentarista. L’idea alla base consiste nell’inserire nella vita quotidiana dei nordcoreani un elemento alieno e destabilizzante. Ho scelto di inserire degli insetti, dei ragni e altro ancora, che gradualmente aumentato di quantità e dimensione, fino a prendere il controllo completo sui nordcoreani. Ad un certo punto i nordcoreani stessi iniziano a trasformarsi in questi insetti giganti, diventando le creature che temevano, simboleggiando il completamento della sottomissione. 

LA NATURA INVASIVA E CONTROLLANTE DELLA TECNOLOGIA
Generare le immagini così come le avevo pensate e descritte col prompt ha richiesto migliaia di tentativi e molta frustrazione. Il processo creativo era in gran parte affidato all’intelligenza artificiale. La selezione delle immagini era però un compromesso fra ciò che volevo ottenere e ciò che mi veniva proposto. Spesso non ho ottenuto quello che volevo. Altre volte l’intelligenza artificiale ha inserito elementi inaspettati che però ho scelto di tenere. Durante questo processo, ho realizzato che la metafora che avevo utilizzato non rappresentava soltanto la dittatura totalitaria nordcoreana, ma rappresentava la tecnologia stessa. In particolare la sua natura invasiva e controllante. Col mio lavoro ho quindi sfruttato le nuove potenzialità che l’intelligenza artificiale offre, per esprimere un timore che ho nei suoi confronti.

EMERSIONE
Dopo alcuni mesi di full immersion in questa tecnologia, ho sentito un forte bisogno di tornare a fotografare le storie delle persone, come se ne fossi stato in astinenza. Questa nuova tecnologia farà parte degli strumenti che adopererò anche in futuro, ma le ore notturne, silenziose e solitarie passate al computer a generare immagini mi hanno ricordato perché, a un certo punto della mia vita, avevo accantonato la mia passione per l’informatica per abbracciare quella per la fotografia. Avevo bisogno di uscire e di respirare la realtà e, infine, di raccoglierne le tracce con la mia macchina fotografica.

Awakenings premiato al Festival di Fotografia Etica di Lodi by Filippo Venturi

Il mio lavoro "Awakenings", sui nordcoreani fuggiti dal proprio paese, svolto in collaborazione con l'ONG People for Successful Corean Reunification (PSCORE), è stato premiato nella Open call "Nonprofit World 2023", del Festival di Fotografia Etica di Lodi!

Durante il festival (dal 29 settembre al 30 ottobre 2023), terrò delle visite guidate alla mostra; le date esatte saranno rese note più avanti. Per chi vorrà, ci vediamo a Lodi.

Sito della Call, con i lavori premiati: https://www.festivaldellafotografiaetica.it/ong-selezionate-2023/
Sito della ONG: https://pscore.org

Programma del Festival

Awakenings finalist al Nonprofit World 2023 del Festival di Fotografia Etica di Lodi by Filippo Venturi

Il mio lavoro "Awakenings", sui nordcoreani fuggiti dal proprio paese, svolto con l'ONG People for Successful Corean Reunification (PSCORE), è fra i finalisti della Open call "Nonprofit World 2023" del Festival di Fotografia Etica di Lodi!

Sito della Call, con i finalisti: https://t.ly/XgMIR
Sito della ONG: https://pscore.org

Awakenings vincitore all'Helsinki Photo Festival by Filippo Venturi

Con grande piacere ho saputo che il mio lavoro “Awakenings”, sui nordcoreani che sono fuggiti dalla Corea del Nord, è fra i lavori premiati all’Helsinki Photo Festival di quest’anno, il cui tema era “Courage”.
Il lavoro sarà in mostra dal 4 agosto al 30 ottobre 2023!

Questo il sito ufficiale: helsinkiphotofestival.com

Di seguito l’elenco dei fotografi e dei lavori selezionati, che saranno in mostra al Festival:
Rebecca Bowring / CH
Chantal Pinzi / IT
JJ Lorenzo / ES
Lys Arango / ES
Sitara Thalia Ambrosio / DE
ursula groos / DE
AJ Skuy / ZA
Annamaria Belloni / IT
Byron Smith / US
Verena Andrea Prenner / AT
Hendra Eka / ID
Emanuele Occhipinti / IT
Rolf-Göran Åström / SE
Julia Wimmerlin / UA
Filippo Venturi / IT
Robin Hinsch / DE
Giles Clarke / GB
Pierpaolo Mittica / IT
Alisa Martynova / RU
Yannis Zindrilis / GR
Seok-Woo Song / KR
Ernst Coppejans / NL
Ingeborg Everaerd / NL
Beniamino Pisati / IT
Alice Mann / ZA
Karianne Bueno / NL
Cindy Blažević / CA
Gignouxphotos / US
Caribay / VE
Elisa Mariotti / IT
Alain Schroeder / BE
Catherine Lemblé / BE
Sarah Mei Herman / NL
Fernanda Soto Mastrantonio / CL
Antonio Pérez / ES
Florence Goupil / PE
Patrick Junker & Jonathan Terlinden / DE
Laara Dashti / FR
Thomas Victor / DE
Natalya Saprunova / RU

Open call winner / Nordic Village / Helsinki Photo Festival 2023
Björn Nilsson / SE
Haakon Sand / NO
Rolf-Göran Åström / SE
Sofi Lundin / SE
Mikkel Hørlyck / DK
Aija Svensson / FI
Maija Bondar / FI
Emmi Roosling / SE
Darina Rodionova / FI
Maja Nydal Eriksen / DK


Aggiornamento: alcune fotografie delle mostre allestite in varie sedi della città di Helsinki, fra cui il Giardino botanico Kaisaniemi, in centro.

Finalista al Cortona On The Move Award by Filippo Venturi

Con grande piacere ho saputo che il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con una intelligenza artificiale, è fra i 10 finalisti del prestigioso premio Cortona On The Move Award, del festival fotografico omonimo! Di seguito l’annuncio ufficiale:

Siamo felici di rivelare i dieci autori finalisti della seconda edizione del Cortona On The Move Award!

• Alexandra Polina, con “Steindamm-Atlas”
• Camille Lenain, con “Made Of Smokeless Fire”
• Dima Kornilov, con “Submission”
• Dina Oganova, con “#MeToo”
• Enayat Asadi, con “Survivors of Death Row”
• Filippo Venturi, con “Broken Mirror”
• Gabriele Stabile, con “Swim till I Sank”
• Javier Arcenillas, con “Dought”
• Tim Smith, con “In The World But Not Of It”
• Valery Poshtarov, con “Father and Son”

I tre vincitori - il primo classificato otterrà un premio in denaro di 3.000€, il secondo e il terzo vedranno il proprio lavoro pubblicato sulla piattaforma LensCulture - saranno annunciati nella serata di sabato 15 luglio sul palco del Teatro Signorelli, a Cortona, durante le giornate inaugurali di Cortona On The Move 2023.
Ti aspettiamo per scoprirli insieme!

Sito ufficiale: www.cortonaonthemove.com

Intervista su Bird in Flight by Filippo Venturi

Sul magazine ucraino “Bird in Flight” è uscito un articolo-intervista sui miei lavori fotografici sulle dittature, superate e non, di cui fa parte anche il mio ultimo progetto visivo “Broken Mirror”, realizzato con una intelligenza artificiale.

L’articolo originale è raggiungibile qui: Життя комах: Повзуча диктатура Північної Кореї

Uncensored, North Korea by train by Filippo Venturi