Pubblicazione su Stern Magazine by Filippo Venturi

Sul settimanale tedesco Stern Magazine, una piccola anteprima del mio reportage fotografico su Dubai e l'Expo che sta attualmente ospitando: un tentativo sfarzoso degli EAU di ripulire la propria immagine.

In the German weekly Stern Magazine, a small preview of my photographic reportage on Dubai and the Expo it is currently hosting has been published: a lavish attempt by the UAE to clean up its image.

The Art of Leaping in the Dark by Filippo Venturi

The Art of Leaping in the Dark

The act of diving, whatever the era or geographical area, has always brought out ambiguous feelings in people: of fascination, affirmation and carefreeness, but also of fear and loss of control of one’s body in space; in some cases becoming a challenge aimed at symbolising the overcoming of a limit or even a rite of passage. 

The Archaeological Museum in Paestum is home to a Greek tomb, found in a necropolis, with a fresco depicting an unusual subject: a naked young man diving into the sea; a metaphor of the passage from life to death. A dive was therefore used as a perfect allegory of life, symbolising the passage from a known world, the earth, to an unknown one, the sea. Between land and sea, the air transforms the fall into an exemplary feat, into an athletic pose, into art. 

The dive can also be an initiation rite. On the island of Pentecost, in the Melanesian archipelago of Vanuatu, a ritual known as Naghol, meaning “leap into the void", is undertaken by teenagers, taking its inspiration from the sport of bungee jumping. Every year, during the yam harvest (the tuber represents the main food resource of the island), dozens of young people throw themselves off a tower that is over 25 metres high, with their ankles secured by vines. A spectacular initiation ceremony focused on courage: in order to become men, males must prove their worth with a leap into the void and thus ingratiate themselves with fate. Each jump is accompanied by screams and prolonged applause. 

These concepts represent the springboard for the photographic project, where the act of diving becomes a metaphor for a leap into the unknown and for transition, from which the protagonists emerge reinvigorated, transformed, freed. 

In recent years, I have photographed divers in some parts of the Salento area, such as the Grotta della Poesia, a natural cave shaped by the Adriatic Sea in the rocky coast over the centuries. It is here, in this sort of natural pool, despite the ban on swimming due to the geomorphological danger posed by the cliff, that the population comes to experience what has become a collective ritual, in which the fear of the void is faced with the support and encouragement of people waiting for their moment to dive. The fear of the individual is shared and, at times, the wait to dive into the void can even last for minutes, during which there is a respectful silence and, following the leap, collective applause. 

In this project, I worked by subtraction: attenuating the summer setting and intensifying the action, the performance of the bodies in flight, carrying out a process of abstraction, inviting the observer to dwell on the three structural elements in the series: the human figure in the void, with postures that can be deformed by instinct, the air that this moves, and finally the rock, the prehistoric element, in the same way that man’s tension towards the unknown, experimentation of the unknown, his desire to “go beyond” is prehistoric - synonymous here with archetypal.


L'arte di Saltare nel Buio

Il gesto del tuffo, in qualunque epoca e area geografica, ha sempre esercitato sentimenti ambigui nelle persone: di fascinazione, affermazione e spensieratezza, ma anche di timore e perdita di controllo del proprio corpo nello spazio; in certi casi diventando una sfida volta a simboleggiare il superamento di un limite o addirittura di un rito di passaggio.

Nel Museo Archeologico di Paestum è esposta una tomba greca, rinvenuta in una necropoli, con un affresco che rappresenta un soggetto insolito: un giovane nudo che si tuffa nel mare; metafora del passaggio dalla vita alla morte. Come perfetta allegoria della vita è stato quindi usato un tuffo, simbolo del passaggio da un mondo conosciuto, la terra, a uno sconosciuto, il mare. Fra terra e mare, l’aria trasforma la caduta in un gesto esemplare, in una posa atletica, in arte.

Il tuffo può essere anche un rito di iniziazione. Sull’Isola di Pentecoste, nell’arcipelago melanesiano di Vanuatu, viene praticato un rituale dagli adolescenti, il Naghol, cioè “salto nel vuoto”, a cui si ispira lo sport del bungee jumping. Ogni anno, nel periodo della raccolta dell’igname (il tubero che rappresenta la principale risorsa alimentare dell’isola), decine di giovani si lanciano da una torre alta oltre 25 metri con le caviglie assicurate da liane. Una spettacolare cerimonia di iniziazione incentrata sul coraggio: i maschi, per diventare uomini, devono dimostrare il loro valore con un salto nel vuoto e ingraziarsi così la sorte. Ogni salto è accompagnato da urla e prolungati applausi.

È da questi concetti che parte il progetto fotografico, dove il gesto del tuffo diventa metafora di un salto nell'ignoto e di transizione, da cui i protagonisti riemergono rinvigoriti, trasformati, liberati.

Negli ultimi anni ho fotografato i tuffatori in alcune aree del Salento, come la Grotta della Poesia, una cavità naturale plasmata dal mare Adriatico nella costa rocciosa, nel corso dei secoli. È qui, in questa sorta di piscina naturale, nonostante sia in vigore il divieto di balneazione a causa del pericolo geomorfologico della falesia, che la popolazione viene per sperimentare quello che è diventato un rito collettivo, in cui la paura del vuoto viene affrontata col supporto e gli incoraggiamenti delle persone che attendono il proprio momento per tuffarsi. La paura della singola persona viene condivisa e, a volte, l'attesa del lancio nel vuoto può protrarsi anche per minuti, durante i quali vige un rispettoso silenzio e, a seguito del salto nel vuoto, un applauso collettivo.

In questo progetto ho lavorato per sottrazione: attenuando il contesto estivo ed esaltando l'azione, la performance dei corpi in volo, compiendo un processo di astrazione, invitando l'osservatore a soffermarsi sui tre elementi strutturali della sua serie: la figura umana nel vuoto, con posture che possono risultare deformate dall’istinto, l'aria che questa sposta e infine la roccia, l'elemento preistorico, così come preistorica - sinonimo qui di archetipica - è probabilmente la tensione dell'uomo verso il non conosciuto, la sperimentazione dell’ignoto, il suo desiderio di "andare oltre".

2030 Birth of a Metropolis su Calvert Journal by Filippo Venturi

Su “Calvert Journal” il mio lavoro “2030 Birth of a Metropolis”, su Nur-Sultan, la capitale del Kazakistan!

”Our Photographer of the Week is Filippo Venturi with the project 2030 Birth of Metropolis. Calvert Journal is an award-winning online magazine exploring the culture and creativity of the New East: Eastern Europe, the Balkans, Russia and Central Asia.”

Romagna RFC - Unione Rugby Capitolina by Filippo Venturi

Stadio del rugby di Cesena, 05/12/2021, Romagna RFC – Unione Rugby Capitolina 11-32
Fotografie di Filippo Venturi

Romagna RFC - Civitavecchia by Filippo Venturi

Intervista per il Resto del Carlino by Filippo Venturi

Sul Resto del Carlino di oggi (domenica 24 ottobre 2021) trovate l'intervista che Maddalena De Franchis mi ha fatto sul lavoro "L'arte di saltare nel buio", uscito di recente sul Washington Post e D La Repubblica!

Talk all'Università di Padova by Filippo Venturi

Oggi ho avuto il piacere di tenere un intervento agli studenti del corso di Storia del Giornalismo dell’Università di Padova!
Grazie a Nicola Bustreo per l’invito e l’opportunità di condividere le mie esperienze in ambito fotografico e documentaristico.

Negli ultimi anni svolgere incontri, attività e laboratori con i giovani e non solo è stato fonte di tante soddisfazioni (vedi i progetti nella sezione Fotografia Partecipativa).

Romagna RFC - Rugby Napoli Afragola by Filippo Venturi

Stadio del rugby di Cesena, 17/10/2021, Romagna RFC - Rugby Napoli Afragola 22-14
Fotografie di Filippo Venturi

Dopo oltre 600 giorni di sospensione, causa pandemia, torna finalmente il rugby!

Mostra fotografica "People Have The Power" by Filippo Venturi

Lo Spazio Espositivo PR2 di Ravenna ospiterà, dal 25 ottobre al 7 novembre 2021, la mostra fotografica “PEOPLE HAVE THE POWER”, frutto della collaborazione tra il Comune di Ravenna e il Liceo Scientifico “A. Oriani” nel progetto “A scuola di cittadinanza”. Il progetto rappresenta un’occasione di coinvolgimento per gli studenti della città.

Il laboratorio fotografico, che li ha visti accompagnati dal fotografo documentarista Filippo Venturi, ha permesso loro di realizzare un percorso incentrato sulle elezioni amministrative 2021 della città di Ravenna. Attraverso uno sguardo fresco e spontaneo, si mostrano i comizi elettorali dei singoli candidati, il cambiamento visivo dei panorami cittadini e il primo voto di una nuova cittadinanza.

PEOPLE HAVE THE POWER
Mostra fotografica del laboratorio “A scuola di cittadinanza”

Inaugurazione lunedì 25 ottobre ore 17.30
Aperta dal 25 ottobre al 7 novembre 2021
Martedì a sabato nell’orario 15-19. Domenica negli orari 10-12 e 15-19
PR2 - Palazzo Rasponi 2, Via M. D’Azeglio 2 - Ravenna

Qui l’evento Facebook:
PEOPLE HAVE THE POWER - Mostra fotografica del progetto "A scuola di cittadinanza"

Anteprima delle fotografie realizzate durante il laboratorio

Il momento decisivo, di Filippo Venturi

Il laboratorio fotografico “A scuola di cittadinanza”, frutto della collaborazione tra il Comune di Ravenna, il Liceo Scientifico “A. Oriani” e il sottoscritto, nel ruolo di docente, ha coinvolto circa cinquanta studenti del quarto anno, durante il periodo delle elezioni amministrative, fra settembre e ottobre 2021.

La finalità era promuovere la creatività giovanile e sensibilizzare il rapporto dei giovani con la politica, in un’epoca in cui la partecipazione politica è sempre più in calo, come conferma un recente report dell’ISTAT secondo cui, nel giro di cinque anni, la quota di persone con 14 anni o più che non partecipa alla vita politica è passata dal 18,9% al 23,2%. Inoltre, questa partecipazione avviene soprattutto in modo indiretto, cioè informandosi o parlandone (74,8%) e poco per via attiva (8,0%).

Il percorso è iniziato con un incontro nel quale è stato introdotto il linguaggio fotografico e, in particolare, il suo potenziale e la possibilità di sviluppare progetti che richiedono di certo un buon occhio e la capacità di cogliere l’attimo, ma anche una fase iniziale di ragionamento e ricerca di idee.

I protagonisti, ragazzi e ragazze ad un passo dalla maggiore età, si sono trovati ad esplorare ben due territori nuovi, il primo era quello del linguaggio con cui comunicare, il secondo era quello dei riti politici che si svolgono durante una campagna elettorale e su come questi influenzino spazi e persone.

Il laboratorio, per sua natura, ha lo scopo di lavorare su più livelli: il primo era fornire le basi per approfondire un linguaggio, quello fotografico, ormai a disposizione di tutti, ma le cui grandi potenzialità rimangono spesso in ombra. Il secondo livello era condividere il percorso durante la lavorazione con il sottoscritto, con le insegnanti coinvolte, Emanuela Serri e Rossella Giovannini e con i lavoratori del Comune, al fine di stimolare riflessioni e scambi di vedute. Il terzo livello, infine, che racchiude l’intera esperienza, era la speranza di coltivare un seme che potesse un giorno crescere e portare alla luce una nuova consapevolezza della complessità del mondo, delle sue debolezze e dei mezzi che la democrazia mette a nostra disposizione per affrontarle.

I progetti realizzati dagli studenti si sono focalizzati sulla documentazione di quei giorni, sulle trasformazioni subìte dalla città, sul confronto con i ragazzi e le ragazze che per la prima volta si sarebbero recati alle urne per esprimere il proprio voto. Per fare tutto questo gli studenti sono ricorsi al ritratto, alla fotografia di strada, alla fotografia di paesaggio, ma anche alla provocazione e alla critica, in modo autonomo, sintomo di una sensibilità già sviluppata e arguta, pronta per maturare.

Come diceva un noto politico del passato: Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia.

Fotografie dal backstage del laboratorio

Fotografie del backstage dell’allestimento della mostra

Pubblicazione sul Washington Post by Filippo Venturi

Su In Sight, del The Washington Post, è uscito un mio lavoro fotografico inedito, di cui troverete 18 fotografie 🙂
Grazie al photoeditor Kenneth Dickerman!
Lo stesso lavoro era uscito in agosto su D di Repubblica, ma con una selezione diversa di immagini.

L’articolo originale è qui: https://www.washingtonpost.com/photography/2021/10/01/puglia-swimming