Musei

L'elefante nella stanza a specchi. Dov'è la fotografia? by Filippo Venturi

L'ELEFANTE NELLA STANZA A SPECCHI.
Dov'è la fotografia?

Ieri ho avuto l'onore e il piacere di partecipare all'inaugurazione della 20ª mostra dei Musei di San Domenico di Forlì, intitolata "Il ritratto dell'artista. Nello specchio di Narciso. Il volto, la maschera, il selfie".

In questi venti anni, l'offerta culturale dei Musei di San Domenico ha avuto un impatto significativo per la città e il territorio regionale e non solo, di cui anche io ho ampiamente beneficiato, a livello personale e artistico.

Tuttavia, c'era un "elefante nella stanza" che mi è sembrato così evidente da farmi pensare che fosse una decisione premeditata. Per questo, ho chiesto informazioni ad alcuni esperti del settore, che hanno visto da vicino la nascita di questa mostra, e ho capito che non si trattava di una scelta precisa.

Nell'ultima sala, dedicata alle opere più contemporanee e vicine alla fotografia, sono esposte due fotografie della performance "Ecstasy" di Marina Abramović, il video "Self Portrait. Submerged" di Bill Viola, e quella che sembra essere l'unica fotografia nata come tale: "Autoritratto" di Chuck Close, artista noto soprattutto come pittore iperrealista.

Manca la fotografia, quindi.

In una mostra che, fin dal titolo, esplora il tema dell'autoritratto e del selfie (termine che deriva da self-portrait photograph, autoritratto fotografico, caratterizzato dalla finalità di essere condiviso online), l'assenza della fotografia è sorprendente.

Gli unici "selfie" visibili erano quelli che si scattavano i visitatori, invitati a farlo dagli specchi, previsti nell'allestimento, e dalle superfici riflettenti, come quelle della Sala Ebe, dove la scultura di Canova (installazione permanente) è circondata da pannelli a specchio, creando un effetto visivo notevole.

Mentre, anche io, mi scattavo un selfie, ho avvertito ancora di più l'assenza della fotografia.

Tornerò sicuramente a visitare la mostra, con una guida, per comprendere meglio le opere esposte e trarre comunque insegnamenti e ispirazione. Tuttavia, mi rammarica constatare che, ancora una volta, la fotografia venga esclusa dal dialogo con le altre forme artistiche.

BìFoto Festival della Fotografia in Sardegna by Filippo Venturi

Il mio lavoro “2030 Birth of a Metropolis” su Astana, capitale del Kazakistan, dal 3 Maggio sarà esposto alla 9° edizione del “BìFoto, Festival della Fotografia in Sardegna”!

Trovo inoltre meraviglioso che le mie fotografie, vista la tematica futuristica, saranno allestite al Nuraghe Cuccurada Mogoro (i nuraghi sono costruzioni in pietra della civiltà nuragica, costruiti fra il 1800 e il 1100 a.c.), dove il tempo si è fermato e le pietre sono testimoni di una storia millenaria :)

BìFoto, Festival della Fotografia in Sardegna (www.bifoto.it)
La nona edizione, che inaugurerà il 3 maggio 2019, mira a consolidare il lavoro di organizzazione, curatela e sensibilizzazione alla fotografia condotto finora, ma si pone un obiettivo ancora più ambizioso: allargare fisicamente gli allestimenti dal solo comune di Mogoro (OR), luogo dove finora si è svolto il festival, a tutto il territorio dell'Unione dei Comuni Parte Montis e creare un festival diffuso e di comunità che porti l’arte fotografica in strada e non circoscritta ad un immobile, rendendo tutti i piccoli paesi di Mogoro, Masullas, Simala, Gonnostramatza, Siris e Pompu (OR) dei veri e propri musei a cielo aperto […]

Autori in Mostra
Silvia Alessi - Skin Project
Diego Bardone - Amatevi, idioti!
Giulia Bersani - Lovers
Giorgia Congia - Il Silenzio
Niki Gleoudi - Eros
Stefano Mirabella - Dom
Fausto Podavini - MiRelLa
Valeria Sanna - Le solitudini del 14
Filippo Venturi - 2030: Birthday of a Metropolis

Nuraghe Cuccurada Mogoro (www.nuraghecuccurada.it)
Il ciclopico insediamento pre-protostorico di Cuccurada a Mogoro è tra gli importanti siti nuragici isolani e, da tempo, è oggetto di studio da parte dell’Università e della Soprintendenza archeologica. Il nuraghe è dotato di un’originale planimetria architettonica che lo distingue da tutti gli altri nuraghi esistenti in Sardegna. Il complesso di Cuccurada, già noto per le esplorazioni di superficie condotte negli anni ’50 da Giovanni Lilliu e Cornelio Puxeddu, sorge sullo sperone meridionale di un altopiano basaltico dominante la piana del Campidano, allo sbocco della valle del Rio Mogoro. L’area archeologica comprende le spettacolari emergenze del nuraghe complesso polilobato, centralmente imperniato su un primitivo edificio a corridoio, a cui si appoggia il bastione composto da quattro torri periferiche. Le torri sono raccordate da cortine rettilinee che circondano un vasto cortile centrale dove si aprono gli accessi a quasi tutti i vani interni del monumento. C’è poi una poderosa struttura ciclopica a pianta ellittica, una muraglia recintoria megalitica a Sud-Ovest della struttura nuragica e i resti di strutture eneolitiche individuate tra gli spuntoni rocciosi lungo il pendio dell’altopiano