Chi ha paura dell'A.I.? by Filippo Venturi

Giovedì 11 maggio 2023, ore 21, sulla pagina Facebook di Frammenti di fotografia si parlerà di fotografia e intelligenza artificiale con Silvia Bigi, Simona Ghizzoni, Davide Monteleone, Michele Smargiassi, Lorenzo Tugnoli e Filippo Venturi.

L'incontro è aperto a tutti.

Broken Mirror premiato al Kolga Tbilisi Photo Awards by Filippo Venturi

Il mio lavoro "Broken Mirror", realizzato con l'uso dell'intelligenza artificiale, è stato premiato al KOLGA TBILISI PHOTO Awards nella categoria Conceptual, ricevendo una "Menzione speciale per l'approccio sperimentale" durante la cerimonia di inaugurazione, avvenuta ieri!

Broken Mirror è un lavoro artistico che utilizza il linguaggio documentaristico, in cui ho fuso la mia percezione della Corea del Nord con quella di un'intelligenza artificiale. Ho utilizzato il software Midjourney, a cui ho spiegato nel dettaglio il risultato che volevo ottenere, ripetendo l'operazione per centinaia di volte per ogni immagine, finché non ho ottenuto un risultato simile a quello che avevo immaginato.
Ho inserito nelle scene di vita quotidiana dei nordcoreani un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembrano avere il controllo sulle persone. Infine, i nordcoreani stessi si trasformano in insetti, completando così il dominio subìto.
Broken Mirror è quindi il risultato di un compromesso tra me e l’intelligenza artificiale, dove l'eccezionalità della società nordcoreana, fortemente influenzata da uno dei regimi totalitari più duri al mondo, che isola di fatto il Paese e i suoi abitanti, è rappresentata attraverso l’inserimento di un elemento alieno, in una sorta di metamorfosi kafkiana.
A un secondo livello di lettura, questo elemento esterno, sotto forma di insetti, è metafora della natura invasiva e controllante della tecnologia e dell'intelligenza artificiale nella società in generale. L'uso del software Midjourney (attualmente alla versione 4) ha rappresentato la mia rinuncia al completo controllo sul risultato finale, poiché questa tecnologia spesso aggiunge elementi inaspettati e non sempre correggibili.

Maggiori informazioni su questo lavoro qui:
https://www.filippoventuri.photography/blog/broken-mirror-korea
Maggiori informazioni sul Festival qui:
https://kolga.ge/

He looks like you (AI) by Filippo Venturi

HE LOOKS LIKE YOU (AI)

(Work done with the use of artificial intelligence, 2023)

[il testo in italiano è sotto]

The images in this project depict my father Giorgio and my son Ulisse playing and sharing moments and experiences. They are, however, false memories. My father died five years before my son was born and so they were never able to meet. In 2023, on the 10th anniversary of Giorgio's passing, I wanted to create this small family album that combines authentic and artificial photographs (created based on real ones).
These images were generated with the use of artificial intelligence (A.I.), creating moments that never existed, in places that will never be reachable. An attempt to find consolation and overcome the frontiers of existence through art and technology, generating images that blend illusion, dream and memory.
The choice to use A.I. obviously deprived me of complete control over the final result: after providing as input some photographs and a textual request to represent Giorgio and Ulisse, I entrusted much of the creative process to the software, which processed the data completely autonomously, including misunderstandings, errors and imperfections.
In the artificial photographs, which were generated hundreds of times, Giorgio and Ulisse often look very different, sometimes the A.I. reverted my father back to the age of a child, but this did not prevent me from recognizing them thanks to some realistic details, such as facial features, wrinkles, my father's corpulent physique or whatever.
All this generated a kind of distance between me and the generated images (certainly more than there would have been if I had resorted to photomontages or illustrations), in which authenticity and unpredictability seem to blur, placing them in a limbo between reality and fiction, which I was able to believe and, in some ways, benefit from.

Le immagini di questo progetto raffigurano mio padre Giorgio e mio figlio Ulisse mentre giocano e condividono momenti ed esperienze. Si tratta però di falsi ricordi. Mio padre è morto cinque anni prima che mio figlio nascesse e quindi non si sono mai potuti incontrare. Nel 2023, al decimo anniversario dalla scomparsa di Giorgio, ho voluto creare questo piccolo album di famiglia che unisce fotografie autentiche e artificiali, queste ultime create basandosi su quelle reali.
Queste immagini sono state generate con l'uso di un'intelligenza artificiale (I.A.), creando momenti che non sono mai esistiti, in luoghi che non saranno mai raggiungibili. Un tentativo di trovare consolazione e di superare le frontiere dell'esistenza attraverso l'arte e la tecnologia, generando immagini che fondono illusione, sogno e ricordo.
La scelta di utilizzare l'I.A. mi ha ovviamente privato del controllo completo sul risultato finale: dopo aver fornito in input alcune fotografie e la richiesta testuale di rappresentare Giorgio e Ulisse, ho affidato gran parte del processo creativo al software che ha elaborato i dati in modo del tutto autonomo, inserendo anche fraintendimenti, errori e imperfezioni.
Nelle fotografie artificiali, generate centinaia di volte, spesso Giorgio e Ulisse appaiono molto diversi, a volte l’I.A. ha riportato mio padre all’età di un bambino, ma questo non mi ha impedito di riconoscerli grazie ad alcuni dettagli realistici, come i lineamenti del viso, le rughe, il fisico corpulento di mio padre o altro.
Tutto questo ha generato una sorta di distanza tra me e le immagini generate (sicuramente più di quanta ce ne sarebbe stata se fossi ricorso ai fotomontaggi o alle illustrazioni), in cui autenticità e imprevedibilità sembrano confondersi, collocandole in un limbo tra realtà e finzione, a cui ho potuto credere e, in qualche modo, trarne giovamento.

How long is the night è finalista al Kolga Tbilisi Award by Filippo Venturi

Il mio lavoro “How long is the night” è finalista nel concorso fotografico Kolga Tbilisi Award, sezione reportage!

The Antrona Valley (from the Latin antrum i.e. a deep, dark cave) is a territory which, for centuries, has been explored and excavated in search of gold and today boasts countless abandoned and forgotten mines.
Here lies Viganella, a town of about two hundred inhabitants which, between 11 November and 2 February, for 83 days, is not illuminated by the sun, hidden behind the natural barrier formed by the valley, thus finding itself immersed in a constant shadow that changes colours and moods.
The origins of the village in this position are lost in time, but it is assumed that it emerged around the year 1200 (the date of the oldest document that mentions the village and its community of miners and charcoal merchants), motivated by the exploitation of the local area.
The prolonged absence of the sun, as a reference but also a symbol of life and hope, provoked a visionary and poetic reaction: the installation of a large rotating mirror, on top of the mountain to the north, enabling the sun’s rays to be reflected onto the town.
For all the inhabitants, 11 November 2006 is “the day of light”, the magical moment in which the mirror, weighing 1100 kg, was inaugurated, installed uphill from the village at an altitude of 1050 metres, in the district of Scagiola, where on clear days the sun arrives and stays from 9 am to about 3 pm, giving the town square about six hours of reflected light.
This year, however, after 15 years of operation, the mirror did not work, due to problems which have yet to be cleared up, leaving the town in darkness.
Through photo archives, using portraits and landscapes, I have attempted to stratify my visual investigation into a place which, just like the photographic medium, suffers from the lack of light and, hence, the same need to make use of artificial lights. In addition to the desired and sought-after meeting with the inhabitants, in particular the creator of the Viganella mirror, Pier Franco Midali, and his wife, Paola Ghessi.

Broken Mirror finalista al PhMuseum Grant e al Kolga Tbilisi Award by Filippo Venturi

Il mio lavoro “Broken Mirror”, realizzato con l’uso di una intelligenza artificiale, è finalista al PhMuseum 2023 Photography Grant e al Kolga Tbilisi Award 2023!

Le premiazioni verranno rese note fra qualche settimana ma, intanto, è già previsto che venga esposto all’interno del Kolga Tbilisi Photo Festival, in Georgia, e proiettato nei seguenti eventi e festival “PhMuseum Days”, “Verzasca Foto” and “Jakarta International Photography Festival”.

Intervista su Bird in Flight by Filippo Venturi

Sul magazine ucraino “Bird in Flight” è uscito un articolo-intervista sui miei lavori fotografici sulle dittature, superate e non, di cui fa parte anche il mio ultimo progetto visivo “Broken Mirror”, realizzato con una intelligenza artificiale.

L’articolo originale è raggiungibile qui: Життя комах: Повзуча диктатура Північної Кореї

Incontro online FotograFIAF by Filippo Venturi

Di seguito il comunicato relativo alla serata del Dipartimento Didattica FIAF:

INSIEME NELLA FOTOGRAFIA: GRAZIE A TUTTI!
Giovedì 16 marzo una nuova serata nazionale FIAF dedicata alla grande fotografia con FILIPPO VENTURI, eccellente interprete della contemporaneità. Il suo sguardo sa spaziare in altri continenti offrendoci scorci culturali e sociali di grande valore, ma sa cogliere con altrettanta naturalezza opportunità di indagine fotografica a km zero. Dalla Corea all'Italia, i suoi progetti esplorano l'uomo e il suo ambiente, mettendo in luce gli elementi culturali che sono segno della nostra epoca.
Con grande trasparenza intellettuale, Filippo Venturi, classe 1980, ci ha narrato la sua carriera dagli esordi (come fotografo sportivo e di eventi fino al successo in Italia e all'estero con il suo ormai lavoro a lungo termine sulla Corea, di cui è in corso il terzo capitolo, fino alle sperimentazioni recenti con l'Intelligenza artificiale (appena pubblicato su Internazionale).
Grazie quindi a Filippo Venturi per aver generosamente condiviso con noi la sua fotografia!
Alla serata, condotta da Claudia Ioan, Direttrice Dipartimento Didattica FIAF, hanno collaborato il nostro Presidente Roberto Rossi, Silvano Bicocchi, Direttore Dipartimento Cultura FIAF, e Fabrizio Luzzo alla regia: grazie a tutti, anche al numeroso pubblico che con la sua partecipazione dona significato a queste iniziative!

Durante la diretta ci sono stati picchi di oltre 300 persone collegate, che spero abbiano tratto stimoli e riflessioni interessanti!
Il video dell’incontro è disponibile anche nel canale YouTube della FIAF:
https://www.youtube.com/watch?v=8__MgNol-RQ

Segnalo, inoltre, nella pagina Facebook della FIAT, un’interessante analisi di Carlo Braschi:

Che stavolta lo “specchio con memoria”, come veniva definita la fotografia già più di 170 anni fa, si sia davvero spezzato? È presto per dirlo, ma cambierà ancora, e non per l’ultima volta, il nostro approccio alle immagini simili al vero.
“Broken Mirror” è il titolo del lavoro artistico realizzato da Filippo Venturi, bravissimo “fotografo documentarista particolarmente interessato al tema dell’identità e della condizione umana”, utilizzando Midjourney, un programma sperimentale per la creazione di immagini a partire da una breve stringa di testo. L’approccio è ancora quello documentaristico ma con una evidente fascinazione per il fantascientifico. La realtà nord coreana, ben conosciuta dall’autore, diventa il soggetto nella potente narrazione, in stile cinematografico. L’elemento alieno, gli insetti, incombenti e dominatori, nient’altro che una materializzazione del governo totalitarista. Penso che sia abbastanza facile intuire che le immagini che ci mostra siano come minimo frutto di un grande lavoro di rielaborazione grafica, meno ovvio è capire che per realizzarlo non serve più una conoscenza approfondita di Photoshop. Non solo. Non serve nemmeno che ci sia un soggetto di fronte ad un obiettivo. Il rapporto base della fotografia, la registrazione di una presenza, quale che essa sia, non c’è più. I soldati che vedete non sono realmente succubi di grossi insetti, anche se sicuramente Kafka c’entra ancora qualcosa.
Ho qualche anno, e ho visto nascere la fotografia digitale, all’epoca la domanda che si ponevano gli addetti ai lavori era “Potrà mai la fotografia digitale raggiungere il livello di quella analogica?” È una domanda che adesso suona sciocca, ma all’epoca le migliori macchine digitali avevano una risoluzione di 640x480 pixel. Oggi lo stesso problema lo pone la nascita delle immagini di sintesi prodotte con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (AI). Per ora si riescono ancora a distinguere le immagini di sintesi da un’immagine prodotta da una macchina fotografica, ma è solo questione di tempo.

Pubblicazione su Internazionale by Filippo Venturi

Su Internazionale n. 1503 del 17 marzo 2023, è uscita una selezione di immagini dal mio lavoro Broken Mirror, creato in collaborazione con una intelligenza artificiale!

Maggiori informazioni sul Broken Mirror qui: www.filippoventuri.photography/blog/broken-mirror-korea

Una giornata al mare (AI) by Filippo Venturi

Alcune fotografie di mio padre mentre gioca con mio figlio.
Se ne è andato 5 anni prima che nascesse Ulisse.
Le immagini sono chiaramente imperfette e, per qualche motivo, nonostante la mia insistenza nel fornire istruzioni all'intelligenza artificiale, non sembrano fotografie reali, ma mi commuovono comunque.

Some photographs of my father playing with my son.
He left 5 years before Ulisse was born.
The images are clearly imperfect and, for some reason, despite my insistence on providing instructions to the artificial intelligence, they don't look like real photographs, but they still move me.

Intervista su Foto Cult by Filippo Venturi

Sul magazine di fotografia Foto Cult è uscita una mia intervista, a cura di Francesca Orsi, sul mio ultimo lavoro "Broken Mirror", sull'utilizzo di software come Midjourney e altro ancora!

Questo il link all’articolo originale:
Filippo Venturi “collabora” con l’intelligenza artificiale: nasce “Broken Mirror”

Filippo Venturi “collabora” con l’intelligenza artificiale: nasce “Broken Mirror”

In anteprima assoluta l’intervista al fotografo che ha sperimentato Midjourney, un software IA, per concretizzare le sue visioni sulla penisola coreana. Di Francesca Orsi, 3 Marzo 2023.

Filippo Venturi è un fotografo documentarista particolarmente interessato al tema dell’identità e della condizione umana. Abbiamo fatto due chiacchere con l’autore a proposito del suo Broken Mirror, progetto che si discosta nettamente dal suo approccio tradizionale e che è stato creato mediante l’utilizzo del software di produzione di immagini Midjourney.

Con Broken Mirror, una tua recente sperimentazione visiva, hai usato l’intelligenza artificiale, nello specifico Midjourney, per produrre le immagini. Ce ne racconti il funzionamento nel dettaglio, comprese le criticità che può avere?

Midjourney è uno dei software di produzione di immagini che hanno raggiunto una considerevole notorietà negli ultimi tempi. Partendo da una descrizione testuale fornita da una persona, è capace di generare immagini grazie a una intelligenza artificiale (IA). Attraverso un prompt, l’utente (definito prompter, suggeritore) può inserire un testo, di poche parole o di diverse righe, in cui descrive lo scenario da creare, quali elementi lo popolano, le caratteristiche dell’immagine, il formato e così via. Il software poi elabora l’input ricevuto e, in base alla libreria di immagini con cui l’IA si è allenata, offre all’utente un risultato visivo. Questi software sono attualmente in versione beta, sperimentale, ma hanno già aperto grandi riflessioni e interrogativi su come potranno stravolgere il mondo della creatività, dell’arte, della comunicazione e dell’informazione. Oggi le immagini generate possono soffrire di alcuni difetti, ma è questione di poco tempo prima che vengano risolti.

Oltre al realismo del risultato prodotto, desta preoccupazione anche la facilità di utilizzo, proprio come è accaduto alla nascita della fotografia. Anche in questo caso si teme possa causare la scomparsa di alcune forme d’arte come la pittura, l’illustrazione e il fumetto. Analogamente al mestiere del fotografo, che a fatica è uscito dalla banale percezione di essere qualcuno che si limita a premere un tasto per essere riconosciuto come autore e artista, viene ora messo in discussione l’apporto di coloro che si avvalgono di questi strumenti informatici.

A livello creativo è interessante notare che, al momento, alcune restrizioni sono imposte dalle stesse software house che spesso censurano alcune parole che esprimono gesti violenti, atti sessuali oppure le accettano nella descrizione escludendole però dalla creazione visiva. L’origine du monde, del pittore Gustave Courbet, oppure L’esecuzione di Saigon, del fotogiornalista Eddie Adams, non sarebbero riproducibili, ad esempio.

Presto l’IA sarà in grado di produrre immagini, video, voci e testi di qualità tale da essere indistinguibili dall’opera degli esseri umani portando con sé potenziali problemi, come il loro utilizzo per creare fake news, un settore florido già oggi. Credo che la realtà e l’informazione corretta assumeranno ancora più valore in futuro ma, al momento, ho l’impressione che molti non siano disposti a investirci denaro, restando in balìa di presunte notizie che puntano a scandalizzare, fomentare e dividere le persone.

Qual è la storia che racconta Broken Mirror e da dove nasce?

Dal 2015 ad oggi ho usato la fotografia, fra le altre cose, per raccontare la penisola coreana, i fenomeni sociali che la caratterizzano, gli obiettivi raggiunti da Corea del Nord e del Sud, ma anche gli effetti collaterali. Nella mia indagine visiva ho spesso adottato un approccio documentaristico, a volte fotogiornalistico, astenendomi in tutti i casi dal manipolare le immagini. Spesso definisco il mio lavoro come “un testimoniare la realtà”, consapevole che anche il più scrupoloso e onesto dei fotografi non possa che alterarla nel momento in cui sceglie cosa fotografare e, poi, quali fotografie comporranno il suo lavoro che sarà mostrato al pubblico. Questo è inevitabile. L’impossibilità di rappresentare in modo assoluto la realtà non può però giustificarne l’ulteriore manipolazione volontaria, almeno se si vuole essere dei testimoni attendibili.

Nel progetto Broken Mirror, che è un lavoro artistico che usa il linguaggio documentaristico, ho fuso la mia visione della Corea del Nord con quella di una intelligenza artificiale. Partendo da scene di vita quotidiana di nordcoreani, ho inserito un elemento estraneo, sotto forma di insetti che assumono dimensioni sempre più grandi e invadenti, al punto che sembra abbiano il controllo sulle persone, le quali, ad un certo punto, si trasformano a loro volta in insetti, completando il dominio subìto.

Il progetto risulta molto cinematografico. Quali sono state le influenze che ti hanno fatto pensare a delle immagini del genere?

L’idea alla base di questo progetto si rifà, appunto, al mio lavoro di fotografo documentarista sulla Corea, ma anche alla fascinazione verso scenari fantascientifici e distopici, alla fotografia in bianco e nero di grandi fotografi del passato, come Robert Capa, ma anche all’alterazione fisica del corpo nei film di David Cronenberg.

In un certo senso, ho attinto al mio database personale di immagini, video, riflessioni, suggestioni e paure, forse in un modo non troppo distante da quello che ha compiuto l’intelligenza artificiale per assembleare le immagini che desideravo, spesso inserendo elementi imprevisti o su cui non avevo il controllo completo. Broken Mirror è quindi il risultato di un compromesso, tra me e l’IA, dove l’eccezionalità della società nordcoreana, fortemente influenzata da uno dei regimi totalitari più duri al mondo, che isola di fatto il paese e i suoi abitanti, viene raffigurata attraverso l’inserimento di un elemento alieno, in una sorta di metamorfosi kafkiana.

Nel panorama fotografico l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sta producendo pareri contrastanti, anche per una questione di copyright. Cosa ne pensi?

Le librerie sterminate di immagini che compongono i database dati in pasto alle intelligenze artificiali per “allenarsi”, sono spesso raccolte indiscriminatamente dal web o da archivi senza averne l’autorizzazione oppure con una autorizzazione fornita dagli utenti in tempi in cui ancora non era immaginabile questo tipo di utilizzo.

Proprio in questi giorni lo United States Copyright Office ha negato a Kristina Kashtanova la registrazione del copyright di una graphic novel che aveva generato con Midjourney. In particolare è stato ritenuto che le immagini create non avessero un elemento di “paternità umana” sufficiente da finire sotto copyright. In poche parole, l’intervento umano è stato considerato marginale, paragonabile alle direttive che un cliente potrebbe fornire a un artista. Il documento ufficiale riconosce a Kashtanova la paternità della storia e la scelta dell’ordine della sequenza delle immagini, ma non delle singole immagini. Sarà interessante vedere come verrà disciplinata questa tecnologia e se altri enti e altri paesi prenderanno in considerazione o meno questa decisione.

Pensi che Broken Mirror sia solo una sperimentazione per te o intravedi anche una connessione con il tuo pensiero fotografico e i tuoi lavori passati?

Amo sperimentare e provare soluzioni originali. Fino ad oggi l’ho sempre fatto rimanendo all’interno di una fotografia che si prefiggeva di rappresentare eventi e fenomeni sociali impiegando punti di vista o approcci che, seppur diversi dai soliti, rimanessero fedeli alla realtà. Non so ancora dove mi condurrà questo strumento, ma è interessante che il mio primo esperimento abbia riguardato un approccio metaforico alla realtà, rendendo subito evidente allo spettatore l’artificio, sollecitandone l’aspetto evocativo, senza però scollegarsi completamente dal vero. Forse Broken Mirror è stata la reazione più fedele che potevo avere verso il mio pensiero fotografico e i lavori che ho realizzato.